Partiamo da un primo presupposto fondamentale: non c’è stato alcun golpe in Ucraina nel 2013.

Il Parlamento ucraino ha destituito il presidente Yanukovich (perché era fuggito abbandonando la capitale per evitare di essere sottoposto al procedimento per alto tradimento) e il Parlamento è la massima espressione della volontà popolare.

Non si è mai sentito, nella Storia dell’Umanità, che un Parlamento democraticamente eletto abbia fatto un golpe.

I parlamenti, infatti, generalmente li subiscono, i golpe, non li fanno.

Semmai, il golpe lo stava facendo Yanukovich che, tradendo il mandato degli elettori, stava consegnando l’Ucraina nelle fauci di Mosca.

Sopra, Yanukovich e Putin. La foto dice tutto…

Putin aveva già deciso di prendersi l’Ucraina.

Yanukovich era lo strumento per farlo.

Quando si è reso conto che il giochetto non gli era riuscito, ha invaso e occupato la Crimea e il Donbass, con mercenari e miliziani.

Da quel momento ha iniziato a lavorare per prendersi il resto dell’Ucraina, montando la storia della repressione ucraina a spese delle etnie russe in Donbass.

Una propaganda martellante che aveva convinto anche l’Occidente.

Era tutto falso e questo è stato dimostrato al di là di ogni dubbio nel momento in cui l’apparato propagandistico si è sfasciato per effetto dell’ammutinamento del suo creatore, Evgeny Prigozhin, braccio destro di Putin e capo dell’armata mercenaria Wagner.

Zelenskyi non è fuggito, rifiutando il “passaggio” offerto dagli americani:

L’impresa non era né folle né irrealizzabile, quando l’ha cominciata.

Buona parte della storia di questa guerra è stata ipotecata dall’esito della battaglia di Hostomel

una cittadina a circa 10 km da Kiev, che ospita l’aeroporto Antonov.

Le forze speciali aviotrasportate russe, a bordo di decine di elicotteri da assalto MI-8 e MI-24 scortati da elicotteri da attacco KA-52 e appoggiati da aerei da combattimento, avrebbero dovuto prendere il controllo dell’aeroporto con uno sbarco a sorpresa.

Decine di aerei da trasporto IL-76 erano già in volo pronti ad atterrare sulla pista, una volta conquistata, per riservare truppe e mezzi corazzati destinati a prendere la capitale dove, nel frattempo, altre forze speciali, infiltrate nei giorni precedenti, avevano il compito di eliminare Zelensky e prendere il controllo degli uffici di governo.

e questo piano avesse funzionato, oggi non staremmo a parlare di guerra ma avremmo dovuto limitarci a prendere atto dell’annessione dell’Ucraina alla Russia e ad agitare lo spauracchio di ormai inutili sanzioni.

Invece non ha funzionato.

Le milizie territoriali ucraine che difendevano l’aeroporto hanno resistito all’attacco delle truppe aviotrasportate, hanno messo fuori uso la pista, hanno abbattuto gli elicotteri carichi di truppe e impedito l’arrivo degli aerei da trasporto con i rinforzi.

Anche due IL-76 carichi di truppe sono stati abbattuti

Gli altri IL-76 hanno dovuto invertire la rotta e ritornare in Russia.

Il-76:

Poi sono arrivati i reparti meccanizzati ucraini, appoggiati dalle artiglierie pesanti, che hanno completato l’opera spazzando via le forze russe rimanenti.

Mezzi corazzati russi distrutti o abbandonati a Hostomel:

Nella capitale, le squadre speciali russe, isolate e senza gli attesi rinforzi da Hostomel, sono state annientate

Forze speciali russe annientate nell’area di Kiev:

Viktor Medvedchuk, l’oligarca che Putin aveva designato per prendere il posto di Zelensky e consegnare l’Ucraina alla Russia, è stato catturato e imprigionato:

Le truppe scelte aviotrasportate russe sono state massacrate e non sono riuscite a mantenere il controllo dell’aeroporto Antonov.

Putin ha tentato il tutto per tutto inviando una colonna di mezzi corazzati lunga decine di chilometri che, approfittando della compiacenza bielorussa, avrebbe dovuto raggiungere e conquistare Kiev da Nord.
Ma anche questa colonna è stata annientata.

Ma la Russia non conquistò mai Kiev; perché ciò che accadde nelle cinque settimane successive fu una serie di errori, che si conclusero con un’umiliante ritirata. Una serie di errori tattici e di calcolo errati lasciò i russi impantanati nella periferia della capitale, bloccati da  una scarsa pianificazione militare, significativi problemi logistici, una scarsa prontezza al combattimento e, forse il più significativo, un palese errore di valutazione della capacità degli ucraini di reagire.

E gli esperti indicano un luogo in cui il piano dell’esercito russo per una rapida vittoria fallì più che altrove: Hostomel .

Il modo in cui le Forze Armate dell’Ucraina, spesso in inferiorità numerica fino a 12 a 1, hanno sventato la presa dell’aeroporto Antonov e costretto la Russia a una guerra di logoramento alla periferia di Kiev, è diventato oggetto di diffusa venerazione.

E’ da quel momento che l’impresa russa è diventata irrealizzabile.

E Putin lo ha capito.

Infatti, nelle settimane successive ha ritirato tutte le sue forze (ormai decimate) dall’area di Kiev e dal nord dell’Ucraina.

Nei mesi successivi ha ordinato il ritiro da Kharkiv a est e poi ancora da Kherson a sud.

Ora Putin sta solo cercando di trovare una via d’uscita che gli consenta di evitare una umiliante sconfitta.

Note a piè di pagina

[1] 

The battle of Hostomel: How Ukraine’s unlikely victory changed the course of the war – National | Globalnews.ca

[2] 

https://rusaggression.gov.ua/en/russian-occupiers-fail-to-secure-their-foothold-in-the-attack-on-kyiv-eb11ccc699f8e6de615c66aafee4b5bb.html

[3] 

Two Russian Il-76 transport planes shot down over Kyiv – reports – AeroTime

[4] 

Watch: Russian saboteur plot in Kyiv ends in deadly hail of bullets

Il resto, è storia recentissima.

Dopo tre anni e mezzo, l’Ucraina è ancora libera e indipendente e sta facendo vedere i sorci verdi alla forza di invasione russa e al Cremlino.

Quindi, se non ci fosse stata la deposizione di Yanukovich, l’Ucraina sarebbe finita comunque in mano russa, esattamente come è successo con la Bielorussia e come Putin vorrebbe che succedesse in Georgia e in Moldavia (e non solo).

Quindi, forse non ci sarebbe stata una guerra, ma solo perché ci sarebbe stata l’occupazione senza dover sparare un colpo.

Una cosa che avrebbe fatto molto piacere ai filorussi / pacifinti e la cui mancata realizzazione è ancora fonte di immenso bruciore per tutti loro.

Putin spera che l’Occidente si stanchi di aiutare l’Ucraina, che il popolo ucraino si stanchi del peso della guerra, che a Zelensky succeda qualcosa, che l’esercito ucraino ceda…

Ci sono, infatti, almeno questi quattro scenari potenzialmente favorevoli a Putin e lui spera che uno di questi si realizzi, per portare a casa una pace che gli riconosca l’annessione di Crimea, Donbass e degli altri territori occupati.

La spaccerebbe come una vittoria.

In un discorso a San Pietroburgo, il dittatore russo Putin ha detto apertamente di considerare i popoli ucraini e quello russo un unico popolo e che pertanto l’Ucraina appartiene anche alla Russia, sia pure riconoscendole il diritto di sovranità (pensate a quanto è generoso quest’essere).

Ai giornalisti che gli facevano notare che l’Ucraina è indipendente dal 1991, ha risposto che a quel tempo l’Ucraina era “neutrale”.

In questi anni, abbiamo imparato che “neutrale”, per la Russia, significa essere sottomessi al Cremlino alla maniera della Bielorussia.

Nella circostanza, il dittatore ha anche aggiunto che, vista la situazione, deve accontentarsi di annettersi le regioni che ha già occupato e non esclude di prendere anche la regione di Sumy.

Di Admin

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