De Ficchy Giovanni

Sentite l’ultima di Gualtieri!

Ah, Roma!

La città eterna dove anche gli scandali si riflettono nel Colosseo con un certo fascino.

E chi, se non il nostro amato sindaco Gualtieri, potrebbe fornirci l’ultima perla di saggezza politica?

La notizia è fresca e piccante: 399.000 euro dal bilancio comunale, sì, avete capito bene, dal bilancio di Roma, verranno destinati a una cooperativa per gestire l’“accoglienza gratuita” dei migranti.

Un bel regalo, non trovate?

Ma attenzione!

Qui si fa sul serio, perché le famiglie che avranno l’audacia di aprire le porte alle suddette persone in cerca di asilo non vedranno neanche un centesimo di rimborso.

Esatto, tutto a carico loro!

Quindi, se pensate di offrire un tetto a qualcuno, preparatevi a fare i conti solo con la vostra generosità e un bel po’ di fastidio, perché vi ricordo che “chi fa da sé fa per tre”, giusto?

E qui viene il bello: bastava un albo della solidarietà, magari gestito dai Municipi, per promuovere l’accoglienza senza sperperare denaro pubblico.

Ma no, cari amici, sarebbe stato troppo semplice!

Meglio alimentare il solito sistema delle cooperative che, come sappiamo, sembra avere un abbonamento illimitato allo spreco di fondi.

E chi se ne frega se Roma ha bisogno di sicurezza, decoro e servizi per i cittadini?

Le cooperative hanno bisogno di nutrimento, e il denaro pubblico è il loro piatto preferito!

Immaginate i raduni super trendy dei radical chic della sinistra, sempre pronti a riempirsi la bocca con parole come “accoglienza” e “solidarietà”.

Ora li vediamo tutti in fila, pronti ad aprire le loro belle case a chiunque, non è vero?

Oppure inizieranno a farci la predica su quanto sia importante fare la cosa giusta, mentre magari fanno lo slalom tra le proprie convinzioni e il portafoglio?

Magari ci diranno che “non sono pronti” o che “le loro case non sono adatte”.

Ecco, bastava fare quattro chiacchiere al bar per sentire che “l’accoglienza” è una bellissima parola fino a quando non diventa un costo.

Ma, d’altronde, cos’è un po’ di ipocrisia in nome della morale?

La verità è che Roma ha bisogno di veri rappresentanti che si facciano carico delle esigenze del cittadino comune, non di fumosi discorsi sulla solidarietà che si trasformano rapidamente in giri di denaro tra amici.

E la sicurezza?

Ah, quella è un optional, giusto?

Eppure, ci sono tanti romani che ogni giorno si trovano a dover affrontare situazioni ben più gravi rispetto all’accoglienza di altri.

Ma chi se ne frega, l’importante è dare una mano al prossimo, anche se quel “prossimo” diventa un buco nero di spese e risorse.

Ne siamo davvero certi di voler premiare questo tipo di gestione?

Certamente, perché le elezioni sono lontane e c’è tempo per migliorare.

Intanto, continuiamo a chiudere gli occhi sugli scempi che accadono sotto il nostro naso.

Quindi, che dire?

Facciamo un brindisi alla generosità delle nostre istituzioni, che sanno sempre come gestire il denaro pubblico con la classe di un grande maestro di danza.

Scommetto che ci sarà una grande festa in municipio, con champagne e tutto il resto, mentre noi comuni mortali possiamo solo chiederci se la prossima mossa sarà un’altra bella sorpresa all’insegna della “solidarietà” a spese nostre.

Roma, abbiamo bisogno di te.

Non di ulteriori sprechi, bensì di una visione pragmatica e utile.

Ma finché ci saranno i Gualtieri a girare per le stanze del potere con le loro idee brillanti, continueremo a chiedere “Ma dov’è andato a finire il nostro denaro?”.

E così, cari romani, preparatevi a pagare il prezzo della generosità altrui, perché in questa giostra della politica, il biglietto lo paghiamo sempre noi.

Di Admin

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