De Ficchy Giovanni

Se c’è una cosa che il nostro mondo contemporaneo ha dimostrato con chiarezza cristallina e un pizzico di ironia, è che l’informazione è diventata, ahimè, un palcoscenico perfetto per le élite politiche e ideologiche.

La democrazia?

Oh, quella era un tempo.

Ora abbiamo un menù informativo a la carte, dove i crimini da raccontare sono selezionati con cura, come se si trattasse di piatti raffinati nel ristorante di un noto chef.

Ma chi decide quali crimini meritano di essere esposti ai raggi X della cronaca?

Sorpresa!

Non sono certo gli stessi lettori.

In effetti, per i nostri amati media occidentali, la scelta è semplice: le vittime valgono solo se si inseriscono perfettamente nella narrativa progressista.

Magari un tragico omicidio in cui la vittima è un giovane attivista per i diritti civili avrà un ampio risalto.

“Giustizia sociale!” grideranno i titoli, mentre le articolate discussioni sul tema si diffonderanno come confettura su una fetta di pane tostato.

D’altra parte, se ci troviamo a dover discutere di un crimine commesso da qualcuno che si allontana dalle linee guida del politicamente corretto, beh, allora il silenzio calerà come una pesante tenda su un palcoscenico in disuso.

Nessuno vuole rovinare il copione, dopotutto.

Il Mito del Racconto Selettivo

Prendiamo ad esempio quei momenti in cui un evento raccapricciante accade: la folla si raduna, i telefoni vibrano, gli hashtag impazziscono. Eppure, nonostante l’orribile verità, le notizie seguiranno i sensazionalismi dell’ideologia dominante.

I fatti diventeranno miti, mentre le statistiche che mostrano il fallimento di determinate politiche rimarranno in un angolo buio, come un vecchio libro polveroso su uno scaffale trascurato.

Ecco un pensiero provocatorio: se il crimine non si adatta alla narrazione, perché parlarne?

Dopotutto, per quale motivo dovremmo mettere in discussione le rivoluzionarie politiche progressiste se possiamo invece concentrarci sul dramma di un singolo caso che si allinea alla nostra visione del mondo?

La Malattia Che Infetta Tutto l’Occidente

Ma non è solo un problema americano – oh no, sarebbe troppo facile.

Questa malattia infetta ogni angolo dell’Occidente, Italia compresa. Dentro i confini italiani, le cose non sono poi tanto diverse.

Abbiamo i nostri esperti che si affollano nei talk show, pronti a dare ripetute interpretazioni di un crimine, ignorando deliberatamente quelli che non si adattano alla loro versione della realtà.

I titoli dei giornali diventano come slogan di campagna: “La sicurezza è aumentata!”, annunciano con orgoglio, mentre ci si dimentica rapidamente delle stesse strade in cui la paura cresce.

La verità scomoda viene archiviata in modo così sistematico che gli unici a parlarne sono coloro che sono già etichettati come “fuori dal coro”.

L’Arte della Manipolazione Informativa

Ed è qui che entra in gioco l’arte della manipolazione informativa.

I crimini vengono ridotti a storie che servono a un certo scopo.

Una sparatoria in una scuola?

Ottimo per un dibattito sulle armi.

Un agguato in un quartiere degradato?

Beh, non fa parte della nostra bellissima narrativa urbana, quindi meglio lasciarlo fuori.

Continuiamo a seguire questa danza macabra, mentre gli algoritmi delle piattaforme social ci indirizzano verso ciò che “dovremmo” vedere e cosa “non dovremmo” mai scoprire.

L’informazione diventa quindi un labirinto, dove le uscite sono segnate da luci di neon, mentre le strade oscure rimangono in penombra.

E noi?

Noi siamo semplici spettatori, accontentandoci di ciò che ci viene servito.

Conclusione: Oltre il Silenzio

In conclusione, chi decide di quali fatti parlare e di quali crimini discutere?

Non è difficile rispondere: un gruppo ristretto di individui ben posizionati che, con un sorriso e un bicchiere di vino in mano, dettano le regole del gioco.

E mentre ci illudiamo di vivere in una democrazia informata, ci ritroviamo intrappolati in una narrazione selettiva, disinteressati a ciò che non si adatta alla nostra visione preconfezionata della realtà.

Quindi, la prossima volta che leggi una notizia travolgente o segui un dibattito acceso, chiediti: chi ha deciso che questo fatto meritasse attenzione?

E, soprattutto, quali storie sono rimaste nel silenzio, sepolte sotto un velo di comodità ideologica?

La risposta potrebbe sorprenderti, oppure no.

In fondo, è tutto parte del gioco.

Di Admin

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