De Ficchy Giovanni

“La Colpevolezza dell’Ucraina: Il Nuovo Sport Nazionale della Disinformazione Russa
In un mondo dalla logica contorta e dai meccanismi bizzarri, dove i fatti si piegano come una fetta di pizza calda, l’arte della disinformazione russa si erge a grande protagonista.
Recentemente, i propagandisti del Cremlino hanno lanciato una campagna che trasforma l’Ucraina in un capro espiatorio perfetto per le loro disavventure belliche.
Ecco che, dopo un incidente in Polonia con droni, l’Ucraina viene accusata di essere una provocatrice astuta, con tanto di complotti orditi nel cuore pulsante dell’Europa.
Ma non è una sorpresa.
Siamo ormai abituati ad assistere a spettacoli di acrobazie verbali che farebbero invidia ai migliori prestigiatori.
Secondo il Centro per il contrasto alla disinformazione presso il Consiglio di Sicurezza Nazionale e Difesa (RNBO), la retorica russa ha preso piede, insinuando che l’incidente sia stata una mossa deliberata dell’Ucraina per attrarre la NATO in un conflitto diretto con la Russia.
Avete sentito bene: l’Ucraina, paese che lotta per la sua stessa sopravvivenza, si trasformerebbe all’improvviso nell’artefice di una guerra mondiale. Geniale, non credete?
Naturalmente, gli esperti del settore sono prontamente accorsi per smascherare questa farsa.
Non certo perché manchino di umorismo – anzi, la loro analisi è così ricca di sottintesi che potrebbe far ridere anche un clown – ma perché è essenziale mettere in luce quanto sia facile manipolare la narrativa pubblica.
Gli analisti sono unanimi nel condannare questi tentativi di sovversione della realtà e sottolineano che tali affermazioni sono un marchio di fabbrica della propaganda russa.
Certo, mentre i russi si divertono a giustificare le loro atrocità, noi continuiamo a leccarci le ferite.
Particolare interessante è il fatto che la Polonia, un tradizionale alleato di Kiev, stia diventando il palcoscenico di questa tragico-comica performance.
Un progetto analitico polacco, Res Futura Data House, ha investigato lo spazio informativo del paese e ha scoperto che i media di lingua russa si stanno coinvolgendo in un’operazione informativa coordinata per screditare la Polonia e la NATO.
“Questi sforzi includono la diffusione di narrazioni false sulla storia polacca, la politica estera e le relazioni con l’Ucraina.
L’obiettivo sembra essere quello di minare la fiducia del pubblico nelle istituzioni polacche e nell’alleanza NATO, creando divisioni interne e favorendo un clima di sfiducia verso l’Occidente.

Res Futura Data House ha identificato una rete di siti web, account sui social media e canali di messaggistica che amplificano queste narrazioni, spesso utilizzando tecniche di disinformazione e propaganda per raggiungere un pubblico più ampio.
L’analisi ha anche rivelato collegamenti tra questi media e fonti di finanziamento russe, suggerendo un’operazione ben orchestrata e supportata dall’esterno.
Le autorità polacche sono state informate dei risultati della ricerca e stanno valutando contromisure per contrastare questa campagna di disinformazione
È un po’ come se i russi stessero organizzando una festicciola, invitando tutti a danzare attorno all’idea che ragazzi cattivi come l’Ucraina siano da biasimare.
Nei vari social media polacchi, il “gioco dello scaricabarile” è andato a ruba.

Messaggi come “È una provocazione dell’Ucraina” o “La Russia sta mettendo alla prova la NATO” hanno invaso i feed di Facebook, Twitter, YouTube, Instagram e TikTok.
E non dimentichiamoci delle percentuali che farebbero invidia a qualsiasi statistico: il 32% di commenti è dedicato alla fantasmagorica tesi ucraina provocatrice, mentre il 28% si preoccupa delle prove di resistenza della NATO.
Certo, ci sono anche commenti più scettici, tipo “La difesa aerea polacca è una finzione”, che, per quanto possa suonare drammatico, riflette un pensiero piuttosto popolare.
L’incompetenza del governo?
Beh, meglio non discuterne, considerando che solo il 18% dei commenti si sofferma su questo. La manipolazione mediatica?
Un 12% che, a quanto pare, ha fatto fatica a trovare posto nel circo della disinformazione.
Ma la verità, si sa, è spesso relegata in un angolo polveroso mentre le voci dei profeti della sventura risuonano.
E così, nei commenti sui social network, pullulano account anonimi e gruppi che promuovono slogan già sentiti, come “questa non è la nostra guerra”.
E mentre tutto ciò accade, la realtà sembra svanire come le illusioni di un mago.
L’obiettivo principale di queste operazioni psicologiche e informative russe appare chiaro: indebolire la fiducia nella NATO, minare l’autorità dell’Ucraina e, al contempo, rappresentare la Polonia come uno stato indifeso e vulnerabile.
In effetti, è quasi comico come i russi riescano a polarizzare lo spazio informativo polacco, gettando nella mischia contraddizioni, commenti ostili e accuse emotive, proprio mentre si spacciano per portatori di pace e stabilità.
E qui arriva l’assurdo: senza nemmeno alcun costo di vite umane o ripercussioni dirette, la Russia ha creato un effetto psicologico e propagandistico che assesta colpi mortali alla resilienza informativa di Polonia e NATO.
Come una sorta di incantesimo nero, il caos regna sovrano nei dibattiti pubblici, strappando la possibilità di una narrazione statale dominante e affidabile.
In conclusione, che dire?
Se c’è una cosa che possiamo imparare dalle disavventure di propaganda russa, è che, in un mondo in cui la verità è malleabile e le narrazioni sono orchestrate come un brutto concerto di musica improvvisata, nessuno è al sicuro dal diventare un burattino nelle mani di chi sa come muovere i fili.
L’Ucraina è colpevole, i droni volano e i russi sorridono: benvenuti nel teatro della disinformazione, dove il paradosso è la norma e il buonsenso è stato bandito.