De Ficchy Giovanni

 

Nell’epoca in cui la verità sembra essere un concetto malleabile, ci troviamo faccia a faccia con i fessacchiotti.

Sì, quei filorussi che si affannano a difendere l’indifendibile, mentre nel loro mondo parallelo si crogiolano in dubbi, teorie complottiste e letture di propaganda russa.

D’altronde, chi ha bisogno di fatti quando si può semplicemente ignorarli?

Prendiamo il recente incidente con i droni.

I bielorussi hanno ammesso candidamente che i droni che hanno sorvolato la Polonia erano russi.

Eppure, ecco che i soliti noti iniziano a frignare, spargendo la voce che si tratti di una macchinazione orchestrata dagli ucraini o, addirittura, dalla NATO per “innescare una guerra mondiale”.

È come se avessero una sorta di club esclusivo per gli imbecilli, dove l’unico requisito d’ingresso è la capacità di chiudere gli occhi davanti alla realtà.

Ma diciamocelo chiaramente: quanti di questi putiniani sanno davvero cosa sta succedendo?

La maggior parte di loro sembra aver già “capito tutto”, ma non si rendono conto che quel “tutto” è costituito principalmente da spazzatura propagandistica.

La stampa professionista, che pure offre analisi lucide e dettagliate, è per loro un terreno minato, da evitare a tutti i costi perché “corrotta al servizio della NATO”.

Un classico esempio di come la comodità intellettuale possa diventare una prigione.

Noi, che abbiamo il coraggio di riconoscere che i droni sono di provenienza russa, siamo quelli che sosteniamo, con un certo realismo, che non ci sarà alcuna “guerra mondiale”.

Ma chi pensano che debba combatterla?

Non certamente la Russia: ci sono troppi cadaveri nei campi di battaglia e poco tempo per prepararsi a nuove avventure

. I russi che continuano ad avanzare verso Pokrovsk – o almeno ci provano – sembrano avere ben altri pensieri.

La venerazione della “superpotenza russa” da parte dei putiniani è davvero comica, quasi quanto le loro teorie.

E gli Stati Uniti?

Stanno gettando acqua sul fuoco, parlando di un “possibile errore russo”.

Un errore?

Ma certo!

Perché non pensare che quei droni, dopo essersi goduti un bel tour nei cieli polacchi, abbiano deciso di tornare a casa?

Certo, il ministro degli Esteri polacco ha risposto a Trump sottolineando che per muoversi per tanti chilometri non si può parlare di errore.

Ma non lasciamo che i fatti rovinino una buona storia, giusto?


Quello che ci preoccupa è che questa vulnerabilità all’assurdo non faccia altro che incoraggiare Putin.

Ogni nostra inazione diventa un faro verde per le sue mosse audaci.

Ogni volta che tiriamo il freno, lui interpreta il gesto come un “avanti, non c’è nessuno che ci ferma”.

La paura di reagire lo porta a credere che possa probabilmente azzardare ancora di più.

Ora, riflettiamo un momento: cosa significa tutto ciò per la Polonia e per l’Europa intera?

Significa che viviamo in un contesto geopolitico instabile, dove le stranezze dei fessacchiotti possono influenzare le decisioni di governo.

Significa che la disinformazione è diventata una sorta di guerra silenziosa, con le menti delle persone come campo di battaglia. Ogni messaggio errato, ogni teoria assurda, diventa un proiettile avvelenato.

Siamo attori in una commedia dell’assurdo, con tanto di sipario alzato e pubblico in visibilio.

Eppure, sotto questo spettacolo, ci sono costanti tensioni e giochi di potere che minacciano la stabilità del continente.

Senza dubbio, è un momento critico: le scelte che faremo oggi determineranno il futuro di molti domani.

E ora, mentre i fessacchiotti continuano a diffondere il loro veleno attraverso i social media, noi osservatori consapevoli siamo chiamati a rispondere.

Perché, come diceva un famoso pensatore, è meglio affrontare la verità, per quanto scomoda, piuttosto che rifugiarsi in una comoda illusione.

In conclusione, possiamo tranquillamente affermare che la situazione è seria.

Tuttavia, il nostro compito è di rimanere vigili, informati e pronti a smascherare le bufale e le follie dei putiniani.

Uniti, possiamo affrontare l’assurdo e lavorare per un futuro in cui il dialogo e la diplomazia prevalgano su conflitti e propaganda.

E magari, nella nostra lotta contro i fessacchiotti, riusciremo a trovare un po’ di ironia anche in questa drammatica situazione. Perché, alla fine, ridere è sempre la miglior difesa contro l’assurdo.

Di Admin

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