De Ficchy Giovanni

Cuba, l’isola che molti sognano per i suoi paesaggi da cartolina e le sue affascinanti tradizioni culturali, sta affrontando una crisi alimentare che ha dell’incredibile, tanto da far sembrare una battuta la realtà quotidiana del popolo cubano.

Chi avrebbe mai pensato che il piatto forte della cucina cubana potesse diventare… le ossa delle mucche?

Sì, avete capito bene.

In un contesto in cui la carne è diventata un lusso, il governo ha trovato una soluzione originale: vendere ciò che normalmente finirebbe nella spazzatura.

Ma, d’altronde, perché non dare un tocco di creatività alle ricette cubane?

Il reportage di Giornalesera ha svelato le condizioni igieniche – se così possiamo definirle – in cui avviene la vendita di questi prelibati “tagli”.

Situato nel cuore del municipio di La Habana Vieja, precisamente nel Parco del Cristo, il mercato di ossa si presenta come un’attrazione turistica per gli audaci gourmet in cerca di avventure culinarie.

Immaginate un camion del macello di Artemisa che si aggira per le strade con carne esposta al sole, senza alcuna refrigerazione.

Chi ha bisogno di frigorifero quando la temperatura cubana può fare da conservante naturale, giusto?

Le mosche sembrano essere un’aggiunta aromatica gratuita che rende l’esperienza di acquisto ancor più “autentica”.

E che dire delle offerte speciali?

Mentre i turisti deliziano il palato con centinaia di libbre di carne di manzo, i cittadini cubani devono accontentarsi di un menù “limited edition” composto essenzialmente da zampe e pancia di manzo.

Certo, la carne che scorre nei ristoranti è sempre fresca e succulenta, tanto da far venire l’acquolina in bocca, ma solo se sei disposto a pagare un prezzo che un cubano medio non può permettersi

La vendita di ossa di manzo alla popolazione è una pratica comune del governo cubano, mentre invia la carne per il turismo

Questa vendita di ossa non è una novità tra la popolazione cubana, altre volte i dirigenti hanno inviato camion con questo prodotto, approfittando della grave crisi alimentare del paese e sapendo che molti cubani non hanno altra opzione che acquistarli, nonostante i prezzi elevati con cui li vende il governo.

Un osso costa 25 pesos e con il pasto di un bambino si possono sfamare fino a tre persone, anche se si tratta solo di brodo e qualche pezzettino di carne attaccato all’osso.

La gente fa la fila per comprarli perché non si trova altro da mangiare, è una vergogna che un governo che si dice socialista venda gli scarti della macellazione alla popolazione affamata.

Molti si chiedono dove finiscano le parti migliori degli animali, se le mangiano i dirigenti o le rivendono a prezzi esorbitanti nei negozi in moneta liberamente convertibile (MLC), dove solo chi ha dollari può comprare

.Ecco perché molti di noi finiscono per accontentarsi della carne che troviamo al mercato nero, magari un po’ grigia e dal profumo non proprio invitante.

Però, diciamocelo, dopo averla marinata con aglio, cipolla, e un po’ di quel mojo criollo che la nonna ci ha insegnato a fare, anche la carne più dura diventa quasi commestibile.

E poi, in fondo, cosa possiamo farci?

Mica possiamo lamentarci, no?

Altrimenti ci tolgono pure quella.

Almeno, per ora, un pezzetto di carne sulla tavola ce l’abbiamo.

Domani, chi lo sa?

Forse dovremo accontentarci di riso e fagioli, come al solito.

Ma finché c’è carne, anche se un po’ sospetta, c’è speranza.

Almeno per oggi.

La situazione è così surreale che ormai i cubani considerano la vendita di ossa e sottoprodotti come parte della loro vita quotidiana.

Alcuni potrebbero anche dire che si tratta di un’opportunità per riscoprire la vera cucina tradizionale.

D’altronde, chi non ama sorseggiare una zuppa di ossa per riscaldarsi nei giorni freddi?

E non dimentichiamo il sapore della ternilla mosqueada, quella carne che potrebbe far innamorare chiunque, anche i più scettici, purché non abbiano particolari esigenze igieniche.

E ora, parliamo dei prezzi.

Con 150 pesos al chilo, il “menù” sembra un po’ salato per un prodotto scartato dalla maggior parte delle persone. Ma a chi importa quando bisogna fare i conti con bocche da sfamare?

L’incredibile aumento dei prezzi permette di dare un sapore “di carne” ai propri figli, un gesto pietoso che diventa un atto d’amore. Non è forse questa la vera essence della cucina cubana?

Un mix di sacrificio e creatività, condito dall’ineffabile spirito di resilienza di un popolo che sa adattarsi a qualsiasi tipo di difficoltà.

In tutto questo, il governo cubano continua a destinarne la maggior parte della carne prodotta al turismo, come se la felicità dei turisti fosse più importante rispetto alla dignità e al benessere del suo popolo.

Il messaggio è chiaro: “Se vuoi mangiare bene, vieni in un hotel, ma se sei cubano, dovrai accontentarti degli avanzi”.

È una vera chicca di marketing!

In conclusione, Cuba, la terra dei sogni tropicali, ha trasformato la sua cucina in una sorta di teatro dell’assurdo. Mentre le stelle della gastronomia si godono prelibatezze, il popolo deve accontentarsi di quello che rimane.

Le ossa non sono solo ossa, ma simboli di una lotta quotidiana contro la crisi, un modo per ricordare che il vero sapore della vita a Cuba è fatto di resilienza e… zuppe di ossa!

Un brindisi a questo straordinario mix di cultura e difficoltà, in attesa di tempi migliori e piatti più sostanziosi.

Di Admin

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