De Ficchy Giovanni

Oggi, il nostro amato Travagliov ha deciso di puntare il dito contro i “liberali guerrafondai”.
Che sorpresa!
A chi lo avremmo mai detto?
La sinistra, che fino a ieri sembrava essere un concetto astratto nel mondo dell’informazione, ora si è materializzata nella figura di quei liberali che, oh no, non solo osano pensare al libero mercato, ma addirittura tentano di farci ragionare su questioni di grande rilevanza globale, come la guerra e la pace.
Ma andiamo con ordine.
Da sempre, il M5S ha etichettato come nemico numero uno della ragione tutti noi liberali, i veri paladini della democrazia e del pensiero critico.
E chi ci crederebbe, se non fosse che, incredibile ma vero, stiamo parlando di una sinistra rossobruna che di liberale ha ben poco.
Chi lo ha detto che Salvini è il nemico?

Certo, lui dice al 90% le stesse cose del M5S – facciamo un po’ di conti assieme: rifiuto dell’Europa, retorica anti-NATO, e magari anche l’immancabile attacco ai “poteri forti”.
Insomma, caro Travagliov, sembriamo essere meno nemici di quanto tu voglia farci credere!
Ma attendiamo un momento per riflettere: cosa distingue veramente il M5S da Salvini?
Sì, lo sappiamo, l’unico punto critico è la questione Gaza.
Per il resto, possiamo tranquillamente affermare che condividono una folta schiera di elettori ignari, complottisti e affascinati dalla figura mitologica di Putin.
Ah, l’amore incondizionato per il piccolo zar!

Non c’è niente di paradossale nel vedere i grillini abbracciare le stesse idee della Le Pen, di Vox, di AfD e di Orbán.
È un po’ come assistere a un reality show dove tutti si contendono il titolo di campione della demagogia.
D’altronde, chi non ama il buon vecchio assistenzialismo?

I grillini non smettono mai di cantare le lodi dello statalismo, una melodia che risuona perfettamente in armonia con le ballate della sinistra europea, eppure, per qualche strano motivo, continuano a guardare con disprezzo la nostra Europa.
Sarà forse che, mentre noi liberali cerchiamo di giungere a un dialogo costruttivo e profondo, loro preferiscono giocare il ruolo delle vittime, ostentando una lotta che in realtà risulta riflessiva e sterile?
E qui entra in gioco il sarcasmo: è come se il M5S avesse scoperto il segreto della guerra e della pace, e ora decidesse di sbandierarlo ai quattro venti, mentre continua ad accarezzare la propria narrativa populista.
Ma dai, davvero?
Pensano di avere la verità in tasca, mentre fanno eco a coloro che sostengono che la NATO è il male assoluto.
Ma d’altronde, chi ha bisogno di un’analisi seria dei fatti quando si può andare avanti con slogan accattivanti?
E poi, la questione degli alleati internazionali.
Possiamo anche affermare che gli unici compagni di viaggio degni di nota sono quelli seduti al tavolo con Putin.
Cosa importa se questi partiti si trovano in paesi con storie tragicamente diverse dalla nostra, come Ungheria e Polonia?
L’importante è che l’emozione prevalga sulla ragione.
Davvero, travolgente.
Oh, e non dimentichiamoci dei complottismi!
È un’arte che i grillini hanno innalzato a vero e proprio simbolo di identità.
La verità è un concetto fluido, in fondo, non è vero?
E mentre noi continuiamo a cercare i fatti attraverso il rigore scientifico e critico del liberalismo, loro si perdono nelle sabbie mobili delle fake news, convinti di destare un’epoca di cambiamento, mentre invece si limitano a sostenere un ciclo vizioso di ignoranza.
In tutto questo marasma, ci troviamo di fronte a un grande paradosso: i liberali guerrafondai saranno pure una minaccia, ma sembra che il M5S sia ancora più confuso sul proprio posizionamento.
In fondo, come direbbe il buon Travagliov, andiamo a cercare il nemico sotto il letto, giusto?
Non ci si può certo fidare di chi difende i valori democratici e il pluralismo, meglio prendersela con chiunque abbia un pensiero diverso dal nostro.
Il nemico è sempre là fuori, pronto a colpirci.
E chi può dirsi immune dall’assistenzialismo?
Dunque, cari lettori, per tutti coloro che si identificano nei liberali guerrafondai, non disperate: anche se il M5S ha preso di mira le nostre presunte colpe, noi sapremo affrontare la tempesta con il nostro spirito critico e la nostra visione pragmatica.
In fin dei conti, se il travaglio del M5S consiste solo in un’accusa infondata contro una falsa sinistra, quello non rappresenta altro che il riconoscimento della nostra esistenza.
E sì, continueremo a ridere, perché la vera commedia deve ancora venire.
Amen!