di Paola Corradi


Mario Moretti
Nel 1987 fu approvata una legge che introduceva misure a favore di chi si dissocia dal terrorismo.
Ciò permise ad alcuni ex membri delle BR (o militanti attivi in passato) di uscire dal carcere prima, a condizione che dessero prove di dissociazione (cioè abbandonassero attività terroristiche, cooperassero, condannassero le azioni passate).
Per Milano e l’Italia, 1987 è un anno in cui le Brigate Rosse sono molto meno attive rispetto ai picchi degli anni ’70 e primi anni ’80.
L’organizzazione è stata molto colpita da arresti, dissociazioni, processi.
Ci sono segnali – interviste, dichiarazioni – che indicano una fase di riflessione interna sul passato e sul futuro dell’organizzazione armata.
Militanti storici come Adriana Faranda e Valerio Morucci, che avevano un passato importante nelle BR, chiesero e ottennero benefici grazie alla legge sulla dissociazione.
Ad esempio, le loro pene furono “rivalutate” alla luce della legge stessa.
Nel processo (che era iniziato nell’autunno 1986) Curcio, Moretti, assieme a Jannelli e Bertolazzi, produssero un documento nell’aprile 1987 in cui dichiaravano conclusa l’esperienza della lotta armata, pur senza rinnegamento.
Il 27 aprile 1987 venne scarcerato il brigatista Renato Curcio.
Mario Moretti, uno dei leader principali delle Brigate Rosse, lavorava come tecnico informatico alla Sit‑Siemens / Italtel.
Questa informazione è citata anche in contesti biografici su Moretti: che sia “tecnico” o “operatore” nel settore dati/telcomunicazioni in Italtel (o Italtel Sistemi) è un fatto accettato nelle ricostruzioni.
Il fatto che fosse impiegato in quell’ambiente è significativo: gli apparati, le conoscenze, l’accesso a infrastrutture tecniche, la consapevolezza tecnologica potevano avere rilevanza per attività clandestine — sia per organizzazione che per comunicazioni.
Italtel fu sede — o almeno luogo di riferimento — per alcune attività politiche/azioni delle BR: per esempio nel 1972 venne sequestrato il dirigente Idalgo Macchiarini, che lavorava in Sit‑Siemens, l’azienda che diventerà parte di Italtel.
Questo è spesso indicato come uno dei primi atti delle Brigate Rosse contro un’azienda tecnologica.
Questo significa che l’azienda non fu solo “luogo di lavoro” di alcuni membri, ma anche un obiettivo politico/tattico per le BR.
Il fatto che Moretti lavorasse in Italtel ha alimentato ipotesi e studi su come le BR potevano servirsi di competenze tecniche che trovavano in ambiente civile, come la telecomunicazione, per coordinare azioni, comunicazioni sicure, eventualmente per “infiltrazioni” tecniche o uso di apparati.
L’azione di sequestro del dirigente dimostra che Italtel (ex Sit‑Siemens) veniva considerata un target da parte di militanti.
La transizione tecnologica dalla telefonia elettromeccanica alla telefonia elettronica aveva reso molti lavoratori in esubero e Marisa Belisario rispose con una idea geniale: il ‘diversificato’.
Avrebbe impiegato le risorse in esubero per realizzare i primi sistemi intelligenti: nacque il Consorzio Italtel Telesis con l’obiettivo duplice: dare nuove opportunità ai lavoratori Italtel e nel contempo realizzare sistemi di interesse pubblico.
I sistemi rivolti alla cura dell’Ambiente e alla Sicurezza delle persone furono tra gli ambiti più di interesse per Marisa.
In quegli anni riuscì a promuovere un evento mediatico sulla Amerigo Vespucci facendo imbarcare dei tecnici per monitorare la qualità delle acque del Mediterraneo insieme a giornalisti che avrebbero riportato le notizie sui media.

Italtel aveva bisogno di visibilità infatti il prodotto di punta, le centrali di commutazione per le telefonate (allora solo con telefonia fissa e con il tipico telefono a rotella o a disco dove si componeva il numero facendo ruotare con il dito indice la rotella numero a numero) non potevano essere oggetto di campagne di marketing, erano oggettivamente anonime e molto grandi.
A Milano come in altre città occupavano palazzi interi e infatti occorrevano molti installatori per la messa in opera.
Tornando a Marisa, ricordo che furono imbarcati anche una vasca di saraghi vivi a dimostrazione della volontà di operare in quel settore.
Ma non solo, ai figli dei dipendenti venivano offerti servizi estivi come colonie e ai nuovi nati un corredino della famosa casa ‘Canetta’.
In ogni stabilimento, c’era sempre un presidio medico ed infermieristico e annualmente veniva organizzata la visita per verificare le condizioni della vista e della postura.
Le molte ore passate sui videoterminali infatti potevano portare a danni alla colonna vertebrale e alla vista.
Questa era la grande eredità di Adriano che Marisa aveva fatto sua.
Ma non solo, per i nuovi assunti c’era il corso manageriale alla Scuola Superiore Reiss Romoli dell’Aquila e si potevano scegliere dal catalogo corsi almeno 2 corsi di aggiornamento che si tenevano alla scuola interna al Castelletto.
Il life learning era d’obbligo, si potevano prendere in prestito i libri della biblioteca con un sistema di selezione a ricerca software.
Tra colleghi c’era anche un sistema di scambio dell’usato tutto on-line.
Nel tempo ci si scambiavano i computer ma anche animali da compagnia, io presi il primo gatto, Lola per mio figlio qualche anno più tardi nel 1990.
Paola Corradi
Paola Corradi, Laureata in Matematica e Fisica
Presidente e socia fondatrice di Talent4Rise, Milano
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