De Ficchy Giovanni

In un mondo in cui le parole possono uccidere ancor prima dei proiettili, la violenza politica è tornata a infestare il discorso pubblico con una ferocia degna di miglior causa.
Chi avrebbe mai pensato che avremmo assistito a una simile rivisitazione del concetto di “giustizia”? Apparentemente, ora basta appartenere al “lato giusto” per ricevere un trattamento preferenziale nella grande vetrina dei torti e delle ragioni.
Ma non disperiamo!
Siamo qui per esplorare questa babele ideologica con spirito critico e una punta di ironia.
Il Caso di Charlie Kirk
Prendiamo ad esempio la tragica morte di Charlie Kirk, il predicatore trumpiano dal sorriso smagliante e dai tweet incendiari.
La sua scomparsa violenta ha suscitato una tempesta mediatica, e ci si aspettava una riflessione profonda e onesta sui valori etici che dovrebbero guidarci.
Invece, abbiamo assistito a una gara di cinismo: da un lato, chi minimizza e ironizza, dall’altro chi invoca vendetta come se stessimo assistendo a un episodio di una telenovela di basso livello.
Marcello Veneziani, un pensatore di spessore (o così si dice), ha scelto di vedere questo dramma sotto una sola luce, accusando la sinistra di ipocrisia per la sua reazione all’omicidio.
Bravo! Certo, il suo intervento ha brillato per originalità, nel senso che esponeva un punto di vista senza alcuna considerazione per l’altra parte della medaglia.
Ma, come direbbe qualcuno, il mondo è più complesso di una partita a scacchi tra bianchi e neri.
La Logica Binaria e il Giustificazionismo
Abbiamo quindi Piergiorgio Odifreddi, che non si è fatto sfuggire l’occasione per cavalcare l’onda della provocazione.
In un’asserzione tanto audace quanto discutibile, ha sostenuto che “sparare a Martin Luther King e sparare a un esponente MAGA non è la stessa cosa”.
E chi lo sa?

Forse la distinzione si trova nel modo in cui i proiettili vengono distribuiti, o magari nel tipo di giustificazione che li accompagna.
Se solo le vittime avessero un’ideologia “migliore”, forse sarebbero ancora vive!
Benvenuti nell’assurdo mondo della logica binaria, dove ogni vita ha un prezzo, e quel prezzo è determinato da un giudizio etico che è tutto fuorché universale.
Dopo tutto, Odifreddi è un intellettuale; quindi, il suo diritto a opinar così liberamente deve essere rispettato.
Cosa importa se suggerisce che certe vittime “se la siano cercata”?
Il suo ragionamento risuona incredibilmente nei corridoi dell’intellettualismo che calca la mano sulla superiorità del pensiero critico, mentre in realtà alimenta un ciclo di giustificazionismo che mette a rischio l’umanità stessa.
Polarizzazione Culturale e Violenza Ideologica
Ma, attenzione: la violenza non si misura più in base ai corpi che cadono, ma in base all’ideologia della vittima. Un approccio innovativo, non c’è che dire!
Se sei un sostenitore della destra, beh, la tua sofferenza è valida, mentre se provieni da ambienti progressisti, allora preparati ad essere il bersaglio di battute sarcastiche e sguardi divertiti.
D’altra parte, i dati non mentono: secondo il Global Project Against Hate and Extremism, gli episodi di violenza politica di estrema destra negli Stati Uniti sono aumentati del 22%.
Un bel modo di celebrare la democrazia, non trovate?
Prendiamo l’esempio del brutale omicidio della politica democratica Melissa Hortman e di suo marito, che ha scosso l’opinione pubblica americana.
Nonostante l’accaduto avesse tutte le caratteristiche di un evento tragico e inaccettabile, alcuni ambienti hanno cercato di minimizzare l’accaduto, come se l’appartenenza politica potesse rendere meno grave l’eliminazione fisica.
Abbiamo davvero raggiunto un tale grado di cinismo?
Talenti Nascosti nella Polemica
In conclusione, mentre ci addentriamo nel meraviglioso mondo della violenza politica e della polarizzazione culturale, è evidente che siamo di fronte a una malattia ben più profonda.
Non è solo una questione di ideologie opposte, ma piuttosto un sintomo di una società che fatica a discernere il giusto dall’ingiusto.
Una lotta fra narrazioni che ci porta a guardare unicamente attraverso la lente deformante del nostro campo di appartenenza.
E sebbene ci siano voci autorevoli pronte a cavalcare l’onda della polemica, la vera sfida rimane quella di ripristinare una riflessione onesta e trasversale, che ci permetta di affrontare questi temi con un minimo di umanità e coerenza etica.
Quindi, mentre ridiamo in faccia alla follia e ci arrabbiamo per il cinismo dilagante, ricordiamoci che la vera speranza risiede nella capacità di abbandonare la logica binaria e cercare, almeno un po’, di capire le ombre che si celano dietro le luci della ribalta.
Perché, alla fine, il compito dell’intellettuale dovrebbe essere quello di esporre la verità, non di alimentare il caos. E se non riusciamo a fare ciò, potremmo ritrovarci tutti a raccogliere il vento che abbiamo seminato.