De Ficchy Giovanni

Nel ventesimo secolo, a partire dalla Prima Guerra Mondiale, l’Italia ha attraversato una trasformazione culturale che, purtroppo, ha portato a un imbarbarimento profondo e preoccupante.
Questa deriva è stata particolarmente evidente sotto il regime fascista, ma le sue radici affondano in un terreno più complesso e sfaccettato, in cui si inserisce anche l’influenza perniciosa della cultura americana, riconosciuta da molti come una delle più deplorevoli esperienze mai vissute dalla nostra nazione.
L’Italia, una volta culla di grandi pensatori, artisti e scienziati, da Giulio Cesare a Michelangelo, da Dante a Leopardi, è oggi inesorabilmente confrontata con una realtà in cui le sue opere hanno perso significato per un pubblico sempre meno interessato.
Le nostre tradizioni, un tempo celebrate e trasmesse con orgoglio, ora vengono passate sotto silenzio, lasciando soprattutto i giovani a confrontarsi con nozioni scarne e prive di vitalità, impartite da insegnanti demotivati e incapaci di infondere passione.
È un paradosso vero e proprio vivere in un paese le cui radici culturali sono tanto ricche, eppure si trova sempre più lontano dagli ideali di eccellenza che queste radici rappresentano.
In questo contesto di decadenza culturale, la riflessione su quale sia stata la parte storica che più amo del mio paese diventa un atto di resistenza.
Senza dubbio, la mia mente vaga verso quattro epoche straordinarie: l’Epoca Traianea, il Rinascimento, il Risorgimento e la Resistenza Antifascista.
Questi periodi non solo simboleggiano un’evoluzione e una rottura con i mondi precedenti, ma offrono anche una nemesi al degrado culturale attuale, risvegliando un senso di orgoglio e di speranza.
1. L’Epoca Traianea: Apoteosi di un Impero
Sotto il regno di Traiano, l’Impero Romano conobbe la sua massima espansione.
Questo periodo fu caratterizzato da una stabilità politica e sociale che permise un fiorire di attività culturali, artistiche e ingegneristiche senza precedenti.
Le strade, gli acquedotti e le architetture romane sono testimoni di un ingegno che ha resistito alla prova del tempo. In questo contesto di pace e prosperità, il latino si diffuse come lingua di cultura e di scambio, creando una coesione tra popoli diversi.
Il potere romano, guidato da Traiano, non era soltanto militare, ma anche un faro di civiltà, innovazione e scoperte.
2. Il Rinascimento: Rottura e Rinascita
Il Rinascimento segnò un punto di rottura fondamentale con il millennio medievale. Arte, architettura e letteratura esplosero in nuove forme e concetti.
Figure come Leonardo da Vinci e Michelangelo non erano solo artisti, ma scienziati e filosofi, i cui lavori hanno influenzato generazioni.
Il Rinascimento non ebbe solo un impatto sull’arte; costituì una vera e propria rinascita della ricerca scientifica, della letteratura e della vita civile.
Con la Riforma Protestante, il potere della Chiesa cattolica fu messo in discussione, dando spazio a nuove idee e movimenti di pensiero.
Questa epoca rappresenta un luminoso spartiacque nella storia dell’umanità.
3. Il Risorgimento: L’Unità di un Popolo
Il Risorgimento è forse uno dei momenti più significativi nella storia d’Italia. Figlio del pensiero illuminista e delle influenze idealiste della Rivoluzione Francese, questo periodo ha visto emergere figure carismatiche come Vittorio Emanuele II, Camillo Cavour e Giuseppe Garibaldi, i quali hanno lottato per unire un paese disgregato e variegato. Nonostante le differenze regionali e culturali, questi uomini di Stato sono riusciti a forgiare un’unità nazionale, gettando le basi per una nazione liberale e moderna.
La lotta per l’indipendenza e l’unità fu una testimonianza della determinazione di un popolo che voleva affermare la propria identità e il proprio destino.
Tuttavia, il Risorgimento non fu esente da ombre e contraddizioni. Le aspirazioni unitarie si scontrarono con le realtà di un paese profondamente diviso, con disparità economiche e sociali che minavano la coesione nazionale.
Il brigantaggio nel Sud Italia, le questioni irrisolte del Veneto e di Roma, e le tensioni tra le diverse anime del movimento risorgimentale rappresentarono sfide complesse che il nuovo Regno d’Italia dovette affrontare. Nonostante ciò, il Risorgimento rimane un capitolo fondamentale della storia italiana, un periodo di fervore patriottico e di eroismo che ha plasmato l’identità nazionale e ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura e nella politica del paese.
Un’eredità complessa e ricca di significato, che ancora oggi continua a interrogare e a ispirare gli italiani.
4. La Resistenza Antifascista: Un Esempio di Coraggio e Speranza
Infine, la Resistenza Antifascista rappresenta un momento cruciale nella storia contemporanea dell’Italia. In un contesto di oppressione, molti italiani si sono opposti al regime totalitario con grande coraggio e determinazione. Questi resistenti, spesso giovani e animati da ideali di libertà e giustizia, hanno combattuto per restituire all’Italia i valori democratici e umani calpestati dal fascismo
. La Resistenza non fu soltanto un movimento militare, ma un riflesso della volontà di un popolo di ritrovare la propria dignità e la propria autonomia.
Riscoprire l’Eccellenza Culturale
Nel riflettere sull’Italia che amo, mi rendo conto che ogni uno di questi periodi storici offre una lezione importante, un invito a riscoprire e valorizzare la nostra eredità culturale.
Non possiamo permettere che l’imbarbarimento diventi il nostro destino; dobbiamo invece raccogliere l’eredità dei nostri antenati e dare nuova vita ai loro ideali di eccellenza.
In un’epoca in cui il “pane et circenses” sembra dominare, è nostro compito risvegliare la passione per la cultura, l’arte e la verità che ci rendono unici. Solo così potremo costruire un futuro degno della nostra grande storia e onorare i giganti che ci hanno preceduto.
E come potremmo farlo se non immergendoci nuovamente nelle fonti della nostra civiltà?
Dalle armoniose proporzioni del Pantheon alle profondità filosofiche di Dante, ogni pietra, ogni verso, ogni pennellata racchiude un frammento di quella saggezza che rischia di essere soffocata dal rumore assordante del presente.
Non si tratta di un mero atto di nostalgia, ma di un imperativo categorico: comprendere il passato per forgiare un futuro autentico.
Un futuro in cui la bellezza non sia considerata un lusso superfluo, ma una necessità spirituale; in cui la conoscenza non sia relegata alle élite, ma condivisa come un bene comune; in cui la verità non sia piegata agli interessi di parte, ma ricercata con onestà intellettuale e coraggio morale.
Un’Italia, insomma, che sappia riscoprire se stessa e il proprio ruolo nel concerto delle nazioni, non inseguendo chimere effimere, ma attingendo alla solidità delle proprie radici.