La Guerra Cognitiva e la Strategia di Disinformazione della Russia in Moldova

Talvolta non servono carri armati per conquistare territori: bastano televisioni, social network e qualche pacco di contanti distribuito al momento giusto.

Oggi, la guerra che la Russia conduce non si misura soltanto con l’artiglieria in Ucraina, ma si combatte nella mente delle persone.

Questo fenomeno è noto come guerra cognitiva, un volto subdolo e difficile da identificare di un conflitto che non conosce tregue.

In questo contesto, la Moldova è emersa come il laboratorio perfetto per attuare strategie di disinformazione, creando narrazioni false e destabilizzando il tessuto sociale.

L’arte della disinformazione e la maskirovska

Mosca ha affinato negli anni una dottrina che i sovietici chiamavano maskirovska: l’arte di mentire, camuffare, confondere.

Non si tratta solo di dire una bugia, ma di costruire un’intera realtà parallela nella quale la menzogna diventa più credibile della verità.

Questo approccio genera ambiguità e confusione, non con un colpo di cannone, ma con titoli accattivanti, post virali sui social media e promesse di sussidi provenienti direttamente dalle casse del Cremlino.

In Moldova, la disinformazione russa non è un fenomeno secondario o occasionale; è diventata un’operazione sistematica e su larga scala.

Secondo un’indagine condotta da NewsGuard, tra metà aprile e metà luglio 2025, una singola campagna filorussa, denominata Matryoshka, ha prodotto 39 storie false o fabbricate in soli tre mesi.

Nel medesimo periodo dell’anno precedente, non se ne contavano affatto.

Questo incremento esponenziale evidenzia la crescente sofisticazione e determinazione dell’apparato di disinformazione russo.

Tecniche sofisticate di disinformazione

Le false narrazioni diffuse non consistono semplicemente in calunnie infondate; esse utilizzano loghi, grafiche e stili giornalistici “rubati” da testate rispettabili come BBC, The Economist, Euronews, e persino Vogue.

Attraverso l’imitazione minuziosa dell’impaginazione, dei colori, dei font e dei titoli, i propagandisti creano contenuti che sembrano legittimi, ingannando il pubblico.

Un esempio emblematico coinvolge un video contrassegnato dal logo della BBC, che sosteneva erroneamente che l’organizzazione investigativa Bellingcat avesse scoperto che la presidente Maia Sandu aveva una relazione segreta e che, con la sua complicità, avrebbe sottratto 24 milioni di dollari.

Accuse completamente infondate che né la BBC, né Bellingcat hanno mai pubblicato.

Parallelamente, media di stato russi come la TASS hanno diffuso scenari catastrofici, incluso un avvertimento secondo cui l’Europa avrebbe progettato di invadere ed occupare la Moldova.

Questa tattica distrae l’attenzione dai veri eventi in corso nel Paese, dove le autorità stanno cercando di disinnescare potenziali rivolte armate.

Altre false narrazioni riguardano affermazioni secondo cui migliaia di voti sarebbero stati espressi da persone decedute durante le elezioni del 2024, o che la presidente Sandu facesse uso di psicofarmaci.

Anche queste affermazioni sono prive di fondamento.

L’importanza delle reti sociali

Le tecniche utilizzate per espandere la disinformazione sono altamente sofisticate.

Si osservano l’uso di account fake e reti inautentiche: centinaia di profili su TikTok, Facebook, Telegram e Instagram replicano gli stessi video o immagini, spesso coordinati per rendere virali narrativi anti-governativi o anti-Unione Europea.

Un’indagine condotta da Promo-Lex, un’ONG moldava, ha identificato 500 account TikTok falsi che, in pochi giorni, hanno ottenuto milioni di visualizzazioni con contenuti identici, focalizzati contro la Presidenza di Sandu e l’UE.

In aggiunta, gli hashtag vengono sfruttati per manipolare gli algoritmi delle piattaforme social, garantendo che i contenuti generati diventino rapidamente popolari.

Una rete di poche centinaia di account fondamentali rilancia contenuti attraverso hashtag elettorali, costringendo così i social a farli diventare trending topic.

Il ruolo dei media russi

La diffusione di video falsificati con grafiche e loghi “prestati” contribuisce a mantenere attiva la disinformazione. Questi video sono creati per sembrare trasmissioni di testate autorevoli, utilizzando narrazioni che instillano paura: “resta con noi o finirai come l’Ucraina”.

Viene costruita una retorica catastrofista, sostenuta da immagini sensazionaliste che colpiscono emotivamente il pubblico.

Un’analisi condotta dal Center for Information, Democracy, and Citizenship presso l’American University in Bulgaria ha esaminato oltre 640.000 pubblicazioni online tra dicembre 2024 e marzo 2025, con particolare attenzione all’apparato propagandistico russo.

I risultati hanno rivelato che la Moldova è il paese più esposto agli attacchi di disinformazione.

Un sondaggio del Consiglio d’Europa, realizzato tra maggio e giugno 2025 su un campione di quasi 1.900 cittadini, ha mostrato che il 64% delle persone interrogate si informava quotidianamente tramite social media, superando l’uso della televisione.

Sorprendentemente, nello stesso arco temporale, il 70% degli intervistati ha indicato i social come la principale fonte di disinformazione.

Importanza strategica della Moldova

Non è un caso che la Russia investa pesantemente nella destabilizzazione della Moldova. Geograficamente, il Paese riveste un’importanza strategica significativa.

Confina a est con l’Ucraina e a ovest con la Romania, membro dell’Unione Europea e della NATO.

Mantenere la Moldova in bilico significa avere una leva diretta sulla Romania e aprire una ferita permanente sul fianco sud-occidentale dell’Ucraina.

La Transnistria, una regione secessionista che ospita soldati russi e dispone di armi, rappresenta un avamposto che consente a Mosca di mantenere una presenza militare nell’Europa orientale.

Inoltre, la Gagauzia, una regione autonoma situata nel sud del Paese, viene impiegata come laboratorio politico e identitario. Qui Mosca finanzia pensioni, stipendi e programmi culturali, cercando di creare legami indissolubili tra la popolazione locale e il Cremlino.

Questo mosaico di leve strategiche trasforma la Moldova in un campo di battaglia invisibile, ma cruciale, per la Russia. Illudersi che questi eventi rimangano confinati a Chişinău sarebbe un errore fatale.

La guerra cognitiva non ha confini: le stesse tecniche e narrazioni vengono replicate ovunque ci sia terreno fertile.

La complicità della società occidentale

L’Europa, e in particolare l’Italia, non fanno eccezione a questa vasta operazione di disinformazione. Ogni volta che un politico o un opinionista ripete senza filtro i mantra del Cremlino—dall’“Occidente aggressore” alla “dittatura di Bruxelles”, dalla “NATO che provoca” all’“Ucraina corrotta”—contribuisce, consapevolmente o meno, allo stesso obiettivo perseguito da Mosca in Moldova: destabilizzare la democrazia, alimentare la sfiducia e spaccare la società.

Questo fenomeno va oltre un semplice esercizio accademico; si configura come una forma di complicità.

Chi amplifica la propaganda russa diventa parte integrante della maskirovska che oggi minaccia la Moldova, domani potrebbe piegare l’Ucraina e dopodomani erodere dall’interno la stabilità dell’Europa.

Conclusione: La verità come unica difesa

La situazione in Moldova rappresenta un monito che non possiamo ignorare.

La verità è l’unica difesa efficace contro una guerra che non si combatte solamente con le armi, ma con le parole. È imperativo sviluppare una maggiore consapevolezza riguardo ai meccanismi di disinformazione e alle tecniche utilizzate per manipolare l’opinione pubblica.

Solo così sarà possibile contrastare l’influenza nefasto della propaganda e preservare la salute democratica delle nazioni europee.

In questo contesto, diventa fondamentale promuovere l’educazione mediatica, sensibilizzare i cittadini sui rischi della disinformazione e incentivare un’informazione di qualità, che possa resistere all’assalto delle verità distorte. La guerra cognitiva non è solo un problema per la Moldova, ma una sfida condivisa da tutte le democrazie contemporanee, che devono unirsi per difendere

Di Admin

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