De Ficchy Giovanni

In un’Italia sempre più colorata di bandiere, l’ultima campagna elettorale ha fatto registrare un primato: mai si erano visti così tanti esemplari di bandiere palestinesi sventolare tra i vari comizi del centrosinistra. E chi meglio di Ricci, il vero paladino della causa, per rappresentare questa nuova sinfonia di ideali?

La scena è quasi comica per un cittadino normale, ma in fondo, chi non ama una buona commedia?

Eccoci qui, con Conte che, nelle Marche, si presenta come un gladiatore, armato di un esultante 5%!

Un colpo da maestro, se si considera che quel misero 5% è diventato non solo il suo biglietto da visita, ma anche la bussola politica dell’intero Paese.

Ebbene sì, il chicco di riso che è il voto di Conte ha il potere di dettare legge, tanto nei comuni quanto nelle regioni.

Ma a chi lo avremmo mai detto?

Forse a Giove stesso!

Gaza è diventata un mantra.

Nelle stanze del potere, durante le riunioni di partito, la parola sembra risuonare come un canto mistico.

“Gaza, Gaza, Gaza!” sottointeso: “Qualcuno ci porterà in piazza?

Magari con una bella flottiglia!”

D’altronde, cavalcare la piazza è il sogno di ogni politico, e mai come ora il centrosinistra ha cercato di arruolare turisti da una manifestazione all’altra, sperando di riempire le strade di slogan.

“Scioperi! Scioperi! Scioperi!”

Bene, già che ci siamo, perché non alzare il volume?

E che dire dell’altro maggiore azionista del governo, controllato – sulla carta – dal M5S?

Ah, che splendida ironia!

Un partito che, nei fatti, ha meno potere di Avs (che nessuno sa cosa sia, ma suona bene).

Ecco, in questa giostra, abbiamo anche un giornale che fa propaganda russa.

Sicuramente, un affare conveniente nello spirito della sinergia!

Al PD non resta che osservare, impassibile, zittito dalla necessità di non infastidire il grande Conte.

È come se il PD avesse deciso di farsi da parte, una sorta di gioco di ruolo che ricorda un po’ il famoso “non disturbare il conducente” mentre si è in fila per il caffè.

Immaginate un cittadino normale, uno di quelli con la testa sulle spalle e qualche idea orientata al centrosinistra.

Di fronte a questo spettacolo, che combina il marasma della politica a una parodia di attivismo, quale sarebbe la reazione?

Mah, molti di loro si stanno già preparando per la spiaggia.

“Al mare, dove il sole scotta e i colori delle bandiere sono soltanto quelli dell’estate”, diranno, mentre i commissari elettorali continuano a recitare il loro copione surreale.

Ed è qui che la questione si fa veramente interessante.

Perché, a pensarci bene, il centrosinistra è diventato il clown di una festa triste, in cui le battute non fanno ridere nessuno.

Le bandiere palestinesi sventolano come simbolo di un’identità smarrita, mentre i veri problemi degli italiani rimangono un po’ più in basso, nascosti sotto il tappeto della retorica.

E se qualcuna delle mamme che portano i bambini al parco dovesse alzare la voce per chiedere come mai i boschi di casa loro vengono disboscati, il rinvio automatico alla questione “Gaza” sarebbe assicurato.

A questo punto, non possiamo fare a meno di chiederci: “Dove stiamo andando?”.

Quale futuro si prospetta per un’Italia guidata da un partito che colleziona bandiere e fa propaganda russa?

Per fortuna, la risposta è semplice.

Al mare, sull’ombrellone, mentre il mondo si ingarbuglia in una serie di eventi insensati che ricordano più una soap opera che una democrazia funzionante.

E così, concludendo il nostro viaggio nelle ironie della politica contemporanea, ci troviamo di fronte a una verità lampante: il centrosinistra ha trovato il suo nuovo cavallo di battaglia, e non ha paura di sbandierarlo.

Bandiera bianca?

No, grazie.

Meglio una bella bandiera palestinese, che porta con sé promesse indesiderate e una retorica che fa sorridere persino i bagnanti sulla sabbia.

Insomma, cari amici e lettori, preparatevi a una vacanza lunga e divertente mentre i grandi pensatori della politica italiana si divertono a sventolare le loro bandiere.

E quando torneremo, chissà, forse troveremo una nuova politica che, al posto di slogan e bandiere, abbia un piano concreto per il futuro.

Ma fino ad allora, accontentiamoci di fare un tuffo e di sorseggiare un drink al sole, mentre i nostri illustri rappresentanti continuano a recitare il loro copione surreale.

Di Admin

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