Il pino secolare crollato in piazza San Marco, adiacente a piazza Venezia a Roma, 13 luglio 2023. ANSA/ETTORE FERRARI (albero, alberi, pini, caduto, caduti)

De Ficchy Giovanni



Atto I: Il Palcoscenico delle Meraviglie

Ogni due anni, come un vecchio orologio svizzero che segna sempre le stesse ore, si ripete la stessa storia.

Ecco che il numero magico di 35mila alberi da abbattere torna a far parlare di sé, una sorta di mantra che fa vibrare le corde della nostra coscienza ecologica.

Un numero ben preciso, quasi una formula magica, lanciato su qualche giornale che, pur di non firmarsi, potrebbe tranquillamente usare uno pseudonimo tipo “L’Albero Innamorato” o “Il Giardiniere Fantasma”. Chissà, magari ci sarebbero anche meno polemiche!

Ma qual è il motivo di tanta agitazione?

Ah, cari amici, dietro a questi 35mila alberi si nasconde un complotto degno di un thriller di Dan Brown! Secondo Fabrizio Santori, capogruppo della Lega in Assemblea Capitolina e nuovo eroe dell’ambiente, saremmo di fronte a un piano ben orchestrato per giustificare abbattimenti di massa.

D’altronde, cosa c’è di meglio che riempire pagine di giornale con articoli allarmanti per smuovere le acque (e i fondi disponibili) per interventi su larga scala?

È come annunciare l’arrivo di un uragano: tutti corrono a comprare acqua e torce, ignorando il fatto che il problema vero sia il cappello del governo, sempre pronto a sfruttare l’emergenza per trarne vantaggio.

Atto II: Il Gioco delle Maschere

L’intervento dei vigili del fuoco per l’albero caduto in via Cristoforo Colombo, Roma,



Nel mezzo di questa commedia, l’abbattimento di filari storici in tutta Roma sembra essere diventato una nuova forma d’arte.

Ma attenzione!

Non stiamo parlando di una selezione artistica, bensì di un disastro ambientale in atto.

Mentre l’assessore Alfonsi pare affascinato dalla sua invisibilità amministrativa, il pubblico ridacchia.

La ripiantumazione promessa?

Un fallimento annunciato, un’operazione di facciata che non riesce nemmeno a decollare.

Almeno il 60% degli alberelli messi a dimora muore, abbandonato al suo destino come un personaggio secondario di un film scadente.

E in commissione ambiente?

Qui i numeri volano come coriandoli: uno dice 35mila, l’altro contrasta con 50mila, mentre il terzo, totalmente ignaro di come si legge un bilancio arboreo, gongola con una cifra a caso.

“Altro che tutela del verde”, esclama Santori, “siamo di fronte a una strategia scientifica per svuotare Roma dei suoi alberi storici!”

E noi, poveri spettatori, non possiamo far altro che applaudire a questa tragicommedia.

I veri protagonisti sono i nostri alberi, dimenticati, mai curati, trasformati in una controfigura di lusso in questa pellicola di malefatte amministrative.

Atto III: Il Gran Finale

Ecco che si arriva al gran finale, dove il pubblico è in attesa di scoprire se ci sarà un colpo di scena.

Si parla tanto di sicurezza, ma chi si preoccupa della sicurezza degli alberi?

La cementificazione avanza, alimentata dall’illusione ambientalista di chi finge di difendere il verde, mentre affossa il patrimonio naturale della città.

Un paradosso bello e buono!

Le mafie del legno e del cemento si stringono la mano nel backstage, mentre il pubblico applaude la crescita di grattacieli in luoghi un tempo coperti da fronde verdi.

E così chiudiamo il sipario su una sceneggiata che continua a ripetersi, con i soliti attori e gli stessi dialoghi.

Santori conclude la sua nota con un’invocazione nostalgica: “Salviamo gli alberi!”, ma non prima di aver dato l’ultima occhiata al copione.

Chi si preoccupa davvero della salute del nostro ecosistema quando ci sono interessi maggiori in ballo? La vera economia circolare, fa notare, non è quella sostenibile, ma quella di chi lucra sul taglio degli alberi e sulla filiera delle biomasse.

Ah, Roma!

Città eterna, ma i tuoi alberi sembrano destinati a una vita breve.

Mentre il sipario calerà su questa commedia, noi, come spettatori, dobbiamo decidere se continuare ad applaudire o se alzare la voce per chiedere un cambio di copione.

La questione è seria, ma chissà, forse un giorno troveremo un regista ispirato che saprà scrivere una storia diversa.

Fino ad allora, continuiamo a servirci di ironia, sperando che un po’ di sarcasmo possa risvegliare le coscienze assopite.

E, soprattutto, ricordiamoci: non ogni numero magico è da prendere sul serio.

A volte, il vero trucco sta nell’arte di fare sparire gli alberi, mentre si esibisce un gran balletto di buone intenzioni.

Di Admin

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