
Se c’è una cosa che gli Stati Uniti e Israele hanno imparato nel corso degli anni, è che mettere in sicurezza il Medio Oriente è l’equivalente di tentare di pulire la casa di un adolescente.
Immaginate di entrare in una stanza dove ci sono vestiti sparsi ovunque, resti di pizza sotto il letto e chissà quale altro mistero sotto quella montagna di sudiciume.
La priorità è chiara: riappacificare il tutto e rendere la stanza (cioè il Medio Oriente) un luogo vivibile. Ma come?

C’è un piccolo, piccolissimo dettaglio da non sottovalutare…
Cosa serve per mantenere pulita una casa?
Spazzolare via la spazzatura, certo!
E qui si entra in un territorio delicato.
Quando parliamo di “spazzatura” nel contesto del Medio Oriente, non possiamo ignorare alcuni nomi noti: Hamas, per esempio.
Dobbiamo anche parlare di quelli che, come bravi sponsor, finanziano questa spazzatura—oh sì, sto guardando proprio te, Iran!

Quindi, per dirlo in parole semplici, se vogliamo che il nostro “quartierino” Medio Orientale sia accogliente e pacifico, bisogna eliminare le minacce.
Siamo seri: com’è possibile dire di avere una casa pulita mentre una parte della casa è invasa dalla spazzatura?
È un po’ come voler dimostrare di essere un buon cuoco mentre si cucina in una cucina piena di topi. Non funziona.
Quindi, negli ultimi decenni, gli Stati Uniti e Israele si sono messi in testa questo compito titanico: rimuovere quegli elementi nocivi che, come la muffa in un bagno umido, prosperano e si moltiplicano in uno scenario di instabilità.

Se pensate che sia facile, lasciatemi raccontare che ognuno di noi ha provato almeno una volta a parlare con un adolescente riguardo al disordine nella loro stanza. Le scuse si sprecano: “Era già così quando sono arrivato!”; “Non so chi abbia lasciato quel piatto lì!”; “E perché dovrei io occuparmene?”
La verità è che un approccio simile nell’arena geopolitica non è meno complesso.
Quando si tratta di Hamas, ad esempio, molti sostengono che la soluzione sia semplice: disarmare il gruppo e mettere fine ai suoi attacchi.
Più facile a dirsi che a farsi.
Non solo hanno i loro progetti, ma godono anche di un certo supporto popolare.

Prendete nota: il supporto popolare è come i follower su Instagram, non tutte le opinioni valgono la stessa cosa.
Eppure, l’idea di “ripulire” il Medio Oriente non può prescindere dall’affrontare apertamente il regime degli Ayatollah in Iran, una di quelle realtà che sembrano fare il tifo per il caos nella regione.
Questi regimi non solo sostengono Hamas, ma si divertono proprio a seminare discordia.
La domanda quindi è: come si fa a farli sparire?
Ecco un’altra bella sfida, vero?
Scoprire come sbarazzarsi, non solo della spazzatura grossa e visibile, ma anche di quella nascosta che si annida in angoli bui e trascurati.
“Ma che ci facciamo, eh?”, chiederanno i più scettici.

Bene, proviamo a considerarlo come un grande gioco di strategia.
Gli Stati Uniti e Israele devono diventare i “supereroi” di questo racconto.
Dobbiamo armarci di scope, palette e tanto olio di gomito per iniziare a pulire
. Oh, certo, ci saranno resistenze.
Ogni volta che avviciniamo una scopa alla spazzatura, ci sarà qualcuno che urlerà: “Non toccare! È un diritto sacrosanto stare in mezzo al disordine!”.
Grazie del contributo, ma il disordine non ha diritto di cittadinanza.
Allora, cosa si fa?
Start small.
Come direbbero gli americani, “Piano piano” e con la giusta dose di determinazione.
Iniziare a ripulire non significa necessariamente bombardare ovunque.
Ci sono modi più astuti per affrontare la situazione.
Diplomazia, alleanze strategiche e, perché no, qualche incontro di “mediation” tra i vari gruppi potrebbero servire (sì, so che sembra utopia, ma ci proviamo).
Ma torniamo per un momento al concetto di pulizia. Immaginatevi di avere una casa talmente sporca che, anziché invitare amici, decidete di lasciare il mondo all’esterno per evitare imbarazzi.
Il Mediterraneo è un po’ come questa casa: da un lato, la bellezza di paesaggi incredibili e culture meravigliose; dall’altro, tensioni che rendono impossibile una vera festa.
Israele e Stati Uniti vogliono senza dubbio che tutti si sentano a casa, ma come faremo a dare a tutti un posto nel salotto se c’è sempre qualcuno che lancia oggetti in giro?
Dobbiamo dunque avere un piano d’attacco.
Magari un’operazione di pulizia totale, un blitz organizzato contro i rifiuti tossici.
E qui viene il bello: non basterà prendersela solo con Hamas.
Dobbiamo guardare a chi tiene le redini e finanzia tale organizzazione.
Certo, non si può risolvere il problema da soli e nemmeno passare il fazzoletto per pulire via gli scheletri nell’armadio dell’Iran. Per questo serviranno alleanze più ampie, interventi internazionali e… tanta pazienza.
Concludendo, cari amici, se volete che il Medio Oriente sia un luogo di pace, dovrete prima diventare esperti pulitori.
Non basta girare la testa dall’altra parte sperando che la spazzatura si dilegui da sola.
Dobbiamo indossare guanti, prendere in mano scopa e paletta e, con grande ironia ma anche determinazione, affrontare ogni singolo rifiuto.
Perché alla fine della giornata, dire che la nostra casa è pulita è la vera vittoria.
E noi vogliamo vincere, non è vero?