
A 16 anni, quando ho fatto il grande ingresso nel Fronte della Gioventù, non lo feci per qualche profonda convinzione ideologica.
A quell’età, che convinzioni puoi realmente avere?
Piuttosto, fui attratto dai simboli luccicanti, dagli slogan che urlavano come una rock band in pieno concerto e dalle parole d’ordine che rimbombavano nell’aria come un tamburo di guerra.
Ah, la dolce illusione della gioventù: si crede che ogni battaglia sia epica e che ogni bandiera sventolante porti con sé il peso del mondo.
Oggi vedo tanti ragazzini che fanno il tifo per i palestinesi.
Per carità, non perché siano particolarmente informati riguardo alla complessità della situazione, o peggio ancora, abbiano letto un libro di storia.
No, sono catturati dalla figura “romantica” del guerrigliero con la kefiah in testa e il coltello fra i denti. Tutti vorremmo un supereroe da osannare, giusto?

E chi non sogna di essere il protagonista di un film d’azione?
Per loro, il “cattivo” è rappresentato dal “sionista”, un nemico ben delineato, perfetto per alimentare le fantasie giovanili.
È comprensibile che a 15-16 anni si venga rapiti da queste immagini.
L’adolescenza è un periodo di scoperta in cui anche la più piccola scintilla sembra un incendio inarrestabile.
Proprio per questo motivo, ci sono ancora margini per “recuperarli”, per dirla in termini acconci. Crescendo, molti di loro cambiano opinioni e iniziano a vedere il mondo attraverso una lente più sfumata. I supereroi diventano solo un ricordo di un’infanzia spensierata, e, magari, cominciano a pensare a questioni più complesse – o almeno questo è ciò che ci si aspetta.

Ma qui entriamo nel vero nocciolo del problema: gli adulti.
Ah, gli adulti!
Quelli che continuano a correre dietro a queste “fesserie” come se stessero cercando di fermare il vento con le mani.
Mentre i ragazzini possono perdonarsi l’ignoranza, i “farlocconi” con i capelli bianchi sono molto più preoccupanti.

Nonostante l’età, continuano a identificarsi con il rivoluzionario che deve cambiare il mondo, come se la loro vita potesse dipendere dall’eroe di turno.
Sono quelli che sorseggiano il caffè al bar, parlando di rivoluzioni come fossero argomenti da conversazione leggera, drammatizzando ogni notizia e amplificando ogni ideologia nella loro mente.
Che dire?
Rido amaramente.
Questi adulti credono ancora che le loro convinzioni possano cambiare il corso degli eventi mondiali.
Forse pensano di essere i “guardiani” di una gioventù che ha bisogno di essere illuminata, ma, in realtà, sono intrappolati in un ciclo di illusioni che si portano letteralmente nella tomba.
La loro idea di cambiamento è simile a quella di chi predica bene e razzola male, incapaci di vedere la realtà oltre il proprio naso.
Cosa ci rimane da fare?
Dobbiamo accettare che la vita va avanti, che i supereroi esistono solo nei fumetti e che il conflitto israelo-palestinese è una questione estremamente complessa che richiede più di slogan e simboli catturati in un momento di passione.
Ciò che davvero preoccupa è la perpetuazione di questi miti tra coloro che dovrebbero conoscere meglio.
La storia dovrebbe insegnare, non incatenare.
Insomma, mentre i ragazzini possono essere facilmente guidati verso strade più illuminate, gli adulti che continuano a seguire narrazioni distorte sono quelli che ci tengono ancorati a ideali superficiali.
Spesso, sono così aggrappati ai loro sogni di cambiamento che sembrano dimenticare che il mondo reale ha bisogno di ben più che urla e manifestazioni.
Sono le azioni concrete e informate quelle che fanno davvero la differenza.
In conclusione, mentre abbracciamo l’entusiasmo giovanile e la curiosità di esplorare il mondo attraverso simboli e figure eroiche, è imperativo mantenere un dialogo critico e informato.
Educhiamo i nostri ragazzi e, soprattutto, guardiamo negli specchi per evitare che anche noi stessi diventiamo dei “farlocconi” nostalgici.
Perché, come ben sappiamo, il cambiamento non avviene con le chiacchiere, e, a volte, la vera ribellione è abbandonare i miti e fare i conti con la realtà.
E, chissà, forse, quando dovremo confrontarci con il confronto fra ideologie, ci ricorderemo che il supereroe più grande è quello capace di mettere in discussione se stesso e le proprie convinzioni.