
L’esistenza di Israele nel contesto del Medio Oriente non è solo una questione geopolitica, ma un simbolo potente della lotta contro l’autoritarismo e il terrore.
Difendere Israele significa garantire un baluardo contro l’espansione di regimi oppressivi, in particolare quello degli Ayatollah, che rappresentano una minaccia concreta per i valori democratici e per l’equilibrio globale.
Dobbiamo unirci in una vasta coalizione per sconfiggere il terrorismo islamico, che nega il diritto di Israele all’esistenza e minaccia tutti i “miscredenti” con la sua ideologia violenta.
In un mondo dove le democrazie sono sempre più messe alla prova, la protezione del popolo israeliano diventa una difesa indiretta dell’Occidente stesso.
Israele incarna ideali di libertà, pluralismo e rispetto dei diritti umani, che sono stati messi in discussione da attori geopolitici i quali sognano un futuro dominato dall’intolleranza e dall’autoritarismo.
La sua esistenza sfida apertamente queste concezioni, ponendo un interrogativo fondamentale su quale modello di società vogliamo promuovere nel nostro tempo: un modello aperto e inclusivo o uno chiuso e repressivo?

La risposta a questa domanda deve essere chiara e decisa: supportare Israele significa tutelare un ideale di società fondata sulla libertà di pensiero e sulla parità dei diritti tra i sessi.
Israele non è solo un avamposto politico e militare.
È il custode di corridoi energetici vitali per la sicurezza economica dei paesi occidentali, specialmente nel Mediterraneo orientale, una zona strategica per il commercio e la stabilità globale.
In questo contesto, non possiamo considerare Israele come un’entità isolata; al contrario, esso è un nodo centrale in una rete complessa di relazioni storiche, culturali e ideologiche che uniscono l’Occidente all’ebraismo.
Questi legami, profondi e complessi, sono radicati in secoli di interazione e scambio, e hanno prodotto valori fondamentali che sono diventati il fondamento della civiltà occidentale.
Il ruolo significativo dell’ebraismo nello sviluppo di idee come la dignità umana, la giustizia sociale e la responsabilità individuale non può essere sottovalutato.
Questi principi hanno permeato le culture occidentali, arricchendole e contribuendo a costruire una società più giusta e equa. I
gnorare questa eredità significa rinunciare a una parte di noi stessi, una parte che ci ha resi ciò che siamo.
Affermare senza tentennamenti “sempre con Israele” significa abbracciare una visione del mondo in cui la diversità è vista come un’opportunità per la crescita, piuttosto che come una minaccia.
Significa riconoscere che l’integrazione delle differenze può portare a modelli sociali più responsabili e aperti.
Con ogni passo verso la salvaguardia di Israele, si compie un passo verso la promozione di una società globale in cui i diritti umani sono rispettati e celebrati, creando un ambiente in cui le persone possano vivere senza paura e con dignità.
La straordinaria resilienza del popolo israeliano, la sua capacità di innovare e di prosperare nonostante le sfide, è fonte di ispirazione per tutti noi.
In un’epoca segnata da divisioni e conflitti, Israele si erge come faro di speranza e determinazione.
Sostenere Israele non è solo un atto politico; è un atto di coraggio, un’affermazione della nostra volontà di combattere per ciò che è giusto.
Concludendo, la certezza deve essere chiara: difendere Israele è difendere la libertà, la democrazia e i valori su cui si fondano le nostre società.
Non c’è spazio per esitazioni o ambiguità.
L’Occidente deve palesemente schierarsi dalla parte di Israele, non solo come alleato strategico, ma come alleato in una lotta comune per un futuro migliore.
Dobbiamo abbracciare questa causa con entusiasmo e determinazione, consapevoli che ogni passo fatto in difesa di Israele è un passo verso un mondo più giusto e libero per tutti.