Infrastrutture russe colpite

Il Gioco di Scacchi Energetico: Gli USA e l’Ucraina contro la Russia

In un’epoca in cui le notizie si rincorrono più velocemente dei tweet di Donald Trump, il *Financial Times* ci sorprende con una rivelazione che farebbe alzare le sopracciglia anche al più cinico degli analisti geopolitici.

Gli Stati Uniti, sotto la direzione del loro ex presidente – colui che, come un buon barista, sa sempre quando è il momento di versare un altro giro – avrebbero deciso di aiutare l’Ucraina a colpire le infrastrutture energetiche russe.

Sì, avete capito bene: quel colosso burocratico noto per la sua incapacità di prendere decisioni rapide ha finalmente trovato un modo per rendere la vita di Putin un po’ meno confortevole.

Dopo otto lunghi mesi di trattative – che potremmo definire “un bagno di sangue diplomatica” – con il criminale di guerra di Mosca, chiunque avrebbe pensato che Washington fosse un po’ stanca di ascoltare i racconti di Putin sul suo “grande esercito” e su come sia tutto solo una questione di difesa.

Ma ehi, ci vogliono gli attributi giusti per affrontare un leader che sembra uscito da un romanzo di Dostoevskij: con questa nuova strategia, Trump ha finalmente capito che il vero tallone d’Achille di Putin è il suo sistema energetico, quello stesso sistema che non solo alimenta le case russe, ma anche i carri armati e le armi in prima linea.

Quindi, perché non fornire qualche mappona e qualche dato satellitare accurato alle forze armate ucraine?

Magari aggiungere un po’ di salsa piccante alle già appiccicose dinamiche di guerra. Immaginate solo il godimento dei generali ucraini mentre ricevono in tempo reale informazioni dettagliate su dove colpire per infliggere danni ai bastioni dell’economia russa. D’altronde, chi oggi non ama un buon bombardamento mirato che fa tremare i muri del Cremlino?

E i missili a lunga gittata?

Oh, parliamo di un’altra storia! Le conseguenze potrebbero essere tali da far impallidire persino le più audaci campagne pubblicitarie della Coca-Cola durante le festività natalizie.

Ma attenzione ai finti analisti che si popolano le televisioni italiane, gente che ha evidentemente perso il filo della narrazione.

Questi esperti, armati di una parlantina inarrestabile e di toni sentenziosi, sembrano ignorare completamente la strategia in atto.

Che sia pigrizia intellettuale o semplicemente la voglia di mantenere viva un’illusione di neutralità? La verità è che ci troviamo in un crocevia storico dove le scelte fatte oggi porteranno ripercussioni per generazioni.

Ma chi vuole preoccuparsi delle conseguenze quando si può invece discutere su quanti pantaloni abbia Putin o su quale sia il suo piatto preferito?

Eppure, mentre le telecamere si accendono e i “portavoce” di regime cominciano a esprimere la loro indignazione per l’inasprirsi della situazione, il mondo assiste a questo spettacolo tragicomico con il naso arricciato.

L’ipocrisia di certi commentatori è palpabile: da una parte, si lamentano della violenza della guerra, dall’altra, sono ben felici di appendere alla parete i trofei dei conflitti passati.

È un gioco di prestigio indecoroso, una danza macabra in cui i balletti retorici si intrecciano con la freddezza dei numeri e delle statistiche.

In tutto questo, la domanda rimane: gli Stati Uniti stanno realmente prendendo una posizione decisiva nel conflitto, o si tratta solo di un altro capitolo di quella interminabile saga che vede protagonisti Putin, Trump, Zelensky e il popolo ucraino?

Forse la risposta si trova nel modo in cui questi eventi vengono interpretati dai vari attori sulla scena internazionale.

Potrebbe sembrare che gli USA abbiano finalmente trovato il coraggio di agire, ma la storia ci insegna che le azioni puntuali sono spesso accompagnate da intenzioni tutt’altro che nobili.

E mentre gli analisti italiani continuano a discutere se sia più proficuo colpire le centrali elettriche russe o le famose matrioske in legno, rimaniamo qui, in attesa di nuovi sviluppi che certamente non mancheranno di farci alzare le sopracciglia e stringere i denti.

Perché in un mondo dove il potere è un’illusione, ogni mossa sembra una semplice questione di marketing politico. Chi vincerà questa partita a scacchi?

Forse nessuno, ma di sicuro ci sarà chi, seduto sugli spalti, avrà voglia di applaudire e commentare ogni singolo movimento.

In definitiva, la realtà è che l’alleanza tra USA e Ucraina rappresenta un nuovo capitolo nella storia del conflitto: un capitolo in cui le infrastrutture energetiche diventano il campo di battaglia e le mappe satellitari il nuovo oro nero della geopolitica. Gli analizzi finti possono continuare a sfoggiare le loro competenze con smorfie da esperti, ma il gioco è in corso e, come sempre in queste situazioni, è necessario tenere d’occhio il tabellone.

Solo allora capiremo veramente chi sta vincendo e chi, invece, si ritroverà a fare i conti con la propria strategia fallimentare.

E voi, cosa ne pensate?

Di Admin

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