Nel mondo della politica, i dati sono come un vestito: possono essere indossati in molti modi diversi.

C’è chi li legge con occhio critico, cercando di trarne verità oggettive, e chi invece preferisce interpretare a modo proprio, confezionando narrazioni che potrebbero far invidia a un romanziere di successo.

E poi c’è Elly Schlein, la segretaria del Partito Democratico, che sembra avere un rapporto piuttosto fantasioso con i numeri — quasi che i dati siano le sue muse ispiratrici in un’opera d’arte surrealista.

Dopo le recenti elezioni regionali in Toscana, Schlein ha esclamato con entusiasmo che c’era stata “una netta crescita dei consensi” per il candidato di centrosinistra Eugenio Giani.

Ma cosa dire dell’incanto di questa affermazione?

Certamente non è il tipo di magia che si può trovare nei festoni di carnevale o nei racconti di Harry Potter.

La realtà è ben diversa, e non ci vuole un esperto di matematica per capirlo.

Giani, il grande condottiero della Toscana, ha vinto con un 53,9% di voti, equivalenti a circa 752 mila preferenze.

Peccato che cinque anni fa, nel 2020, ne avesse raccolti 864 mila

. Numeri alla mano, parliamo di una perdita di oltre 112 mila voti.

Un risultato che, a voler essere generosi, possiamo definire come “una piccola flessione”.

La percentuale potrebbe sembrare aumentata grazie al fatto che l’affluenza è crollata di 15 punti percentuali, scendendo dal 62% al 47%.

Una chiarissima dimostrazione di come la politica possa trasformarsi in un gioco di prestigio: “Guardate, il nostro politico ha guadagnato consenso!” dirà qualcuno, mentre dietro il sipario c’è il trucco già svelato.

Nonostante le aspirazioni, i voti non sono aumentati — sono diminuiti.

E questo non lo dice solo un amico della destra cattiva, ma una testata di fact-checking rispettata come “Pagella Politica”.

A quanto pare, i veri maghi sono quelli che sanno vedere la realtà per quello che è!

Ma non fermiamoci qui! La surreale avventura dei numeri di Schlein continua, e diventa ancor più intrigante quando prova a trasformare una sconfitta in un successo nazionale.

“Se sommiamo i voti del centrosinistra in Toscana, Calabria e Marche — ha dichiarato con entusiasmo — superiamo quelli del Centrodestra”.

Un’affermazione così audace che potrebbe sedere dignitosamente accanto a un’opera di arte contemporanea, una di quelle dove per apprezzare il messaggio bisogna avere una certa… immaginazione.

Peccato che i conti, anche qui, non tornino: nelle tre regioni, la coalizione progressista ha ottenuto 1 milione e 253 mila voti, mentre il centrodestra ha raggiunto 1 milione e 264 mila.

Un vantaggio, dunque, per il “terribile” centrodestra.

Un peccato veniale, per carità, ma pur sempre una sconfitta!

Ecco quindi che il quadro generale si delinea con una chiarezza spietata: Schlein sta facendo un gran lavoro di propaganda, certo, ma è fin troppo evidente che i suoi numeri non si allineano con la realtà dei fatti.

Il problema fondamentale con queste affermazioni è che rischiano di alimentare un’informazione fuorviante, un inganno che, sebbene possa fare comodo in certe circostanze politiche, non fa altro che distorcere ciò che realmente accade.

E chi conosce i numeri – o chi, per lo meno, li legge correttamente – sa bene che non esiste un incantesimo capace di cambiare il risultato di un’elezione.

Così, Elly Schlein continua la sua danza sui dati, una sorta di polka tra le cifre, cercando di trovare un ritmo che faccia ballare anche i più scettici.

Ma, ahimè, non basta sapersi muovere bene per convincere gli elettori.

Perché come i migliori maghi, anche i politici devono aspettarsi che qualcuno tiri giù il sipario e mostri al pubblico la verità nuda e cruda.

E quella, ahimè, è spesso molto meno affascinante delle illusioni che ci si aspetterebbe.

In conclusione, nella giungla politica, la verità è un intricato percorso che va ben oltre l’interpretazione creativa dei dati.

E sebbene sia facile cedere alla tentazione di abbellire la realtà, c’è un limite a quante volte la fantasia può sovrastare la verità.

Per Elly Schlein e il suo partito, si profila un compito arduo: non solo mantenere vivo il sogno dei numeri, ma anche affrontare la dura realtà di una sconfitta.

La prossima volta che la vedremo sul palco, magari potremmo offrirle una calcolatrice, giusto per rimettere in ordine le idee e, perché no, tornare a casa con una narrazione che corrisponda maggiormente ai fatti.

Di Admin

Scopri di più da Giornalesera.com

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere