
Immagina un marziano curioso che decide di atterrare in Italia, con l’intento di esplorare il nostro pianeta, e che, per qualche bizzarro colpo di fortuna, atterra proprio in una delle sue meraviglie: l’Italia.
Tra le dolci colline toscane e i monumenti storici di Roma, il nostro amico extraterrestre si ritrova a osservare la cultura italiana.
Ma che spettacolo gli si presenta agli occhi!
Invece di vedere gente che discute animatamente sulle bellezze dell’arte o del buon cibo italiano, sente odore di un qualcosa di più intrigante: un’aria pesante di sinistra.

Subito il marziano nota che ovunque si volta vede simboli di una presunta “ideologia dominante”, come un romanzo d’amore con accenni di Marx e Engels, o una canzone pop che celebra il socialismo come se fosse l’ultima moda da seguire.
La televisione di prima serata?
Un concentrato di talk show dove ogni ospite è più “sinistro” del precedente.
E non parliamo dei film: dal classico “Il Gattopardo” reinterpretato in chiave moderna, fino alle ultime pellicole che fanno alzare il pugno in segno di protesta.
“Ma come? Qui in Italia non esiste altro?”, si chiederà il marziano, aggrottando le sopracciglia verdi.
La realtà è che sembra proprio di essere in un universo parallelo, dove la sinistra ha esteso i suoi tentacoli a tutti gli angoli della vita quotidiana.
La scommessa è: quanti libri di destra riesce a trovare?
Se il nostro alieno decidesse di spostarsi poi negli Stati Uniti, la situazione non migliora.
Dopo un lungo viaggio interstellare arrivi al cuore pulsante di New York.

E indovinate un po’?
La musica di sottofondo è una versione indie della “Internazionale”.
Gli studenti nelle università discutono appassionatamente di argomenti come “la giustizia sociale” e “l’uguaglianza”, mentre le frasi fatte suonano come slogan di campagna politica.
Addirittura nelle mense scolastiche, invece della tradizionale pizza americana, si serve un’opzione vegana “per il bene del pianeta”, e ai ragazzi si insegna che le patatine fritte sono un simbolo di oppressione capitalista.
“Ehi, ma qui non c’è nessuno che pensa diversamente?”, penserà il nostro marziano, sbalordito.
Ogni angolo della società sembra pervaso da un’unica visione del mondo.
Libri di sinistra, televisione di sinistra, film di sinistra: tutto fa pensare che ci sia un regista dietro questo copione perfetto.
È come se avessero stilato un “manuale dell’identità culturale” dove i materiali sono esclusivamente di sinistra e il resto viene semplicemente ignorato.
Nonostante questo panorama monocromatico, il marziano nota che gli abbonamenti ai servizi streaming godono di una popolarità enorme.
“Cosa staranno guardando? Forse un documentario sul capitalismo selvaggio?”
Si domanda.
Sorpresa!
Scopre che i programmi cult di Netflix parlano di criminalità, intrighi e omicidi, ma sempre attraverso una lente di critica sociale, non importa quanto violenta sia la narrazione.
La domanda rimane: perché esistono così tanti film e serie su temi che “combattano” il sistema, ma nulla che celebri effettivamente storie di successo capitalistico?
Arrivato a questo punto, il marziano si promette di trovare un cinema indipendente, dove i cinefili discutono di autori considerati “fuori dagli schemi”, probabilmente solo per scoprire che anche questi registi si attengono a una certa narrativa.
“Ma perché dovrebbero farlo?” riflette, mentre cerca di capire come possa esistere una cultura tanto dominata e uniformata.
Quando tutto sembra perduto, il nostro piccolo amico verde decide di recarsi in una libreria, dove spera di scovare un libro che racconti storie di personaggi dall’altra parte della barricata, magari un manifesto di qualche pensatore conservatore.
E qui la vera sorpresa!
In mezzo a tutta quella massa di opere “progressiste”, trova un angolo stretto dedicato ad autori poco conosciuti, scritti con passione ma relegati nell’ombra.
“Finalmente!” esclama, solo per rendersi conto che la sezione è talmente piccola che potrebbe essere facilmente trascurata.
Tornato a casa, il marziano si siede e riflette su come un’ideologia possa trasformarsi in una narrazione dominante, dove tutte le voci diverse vengono schiacciate sotto il peso di un unico pensiero.
Tutti questi segnali, questa propaganda invisibile, lo fa sentire come se stesse vivendo in un’opera di Orwell, dove l’unico pensiero accettabile è quello fornito dai leader di turno, vestiti di buone intenzioni.
In fondo, il nostro marziano non si aspettava di trovare risposte semplici.
Era venuto per scoprire, non certo per essere bombardato da uno stuolo di contenuti preconfezionati.
Tuttavia, la sua curiosità rimane intatta.
Nel suo viaggio intergalattico, ora ha raccolto un’immensa quantità di dati da analizzare.
Tornerà su Marte non solo con una valigia piena di souvenirs, ma con un bagaglio ancor più prezioso: la consapevolezza che ci sono mille e una sfumature di pensiero e opinione, e che nessuna civiltà, nemmeno la nostra, dovrebbe mai permettere che una sola voce domini su tutte le altre.
E mentre vola via da questo pianeta che apparentemente ama tanto il “pensiero unico”, il marziano sorride, pensando: “Forse, in fondo, il vero potere sta nella diversità e nel rispetto delle singole idee. Magari un giorno tornerò per vedere se quel che ho scoperto avrà fatto breccia in queste menti così ferme.”
In un mondo in cui pare che la sinistra abbia preso il sopravvento, il nostro amico extraterrestre ci ricorda che è fondamentale mantenere aperta la conversazione e dare spazio a tutte le voci, perché la pluralità è ciò che rende l’umanità vibrante e viva.
E chissà, magari un domani un marziano potrebbe atterrare per scoprire un’Italia e un’America diverse, pronte a esplorare nuove idee senza pregiudizi.