il Partito Democratico provinciale di Napoli vota la lista dei candidati alle Regionali in Campania.

Lo fa col solito (già contestato da qualcuno) metodo telematico: la lista arriva via mail, chi è contrario lo dichiara, se si sta zitti viene considerato un assenso.

La  lista non è completa e mancano poche ore alla chiusura dei termini ).

«La Direzione metropolitana dà mandato al Segretario e al Presidente metropolitano di Napoli, d’intesa con il Segretario e il Presidente Pd Campania – si legge nella mail – di compiere gli ulteriori approfondimenti per il completamento della lista.

A tale scopo si invitano i componenti della Direzione metropolitana a segnalare eventuali ipotesi di candidature».

La lista del Pd a Napoli, a quanto pare, è da molti considerata «la più forte» degli ultimi anni.

E qui si alzano le sopracciglia degli anziani, che iniziano a muovere le mani in gesti apotropaici, come se stessero cercando di scacciare il demone del pessimismo.

Ricordate la «gioiosa macchina da guerra» di occhettiana memoria?

Ah, che tempi!

Oggi, invece, facciamo i conti con una lista che, secondo chi la promuove, potrebbe persino vincere le elezioni (o almeno non affondare insieme al Titanic).

Nel cappello di lista, ecco spuntare un po’ di nomi colorati: Francesca Amirante, capolista e curatrice del Complesso Monumentale del Purgatorio ad Arco—già una garanzia, visto che saper gestire le anime dannate è una competenza utile nella politica napoletana.

Poi ci sono gli uscenti Massimiliano Manfredi—fratello del sindaco, quindi perfettamente inserito nella lobby famigliare—e Bruna Fiola, figlia di Ciro, noto per essere capo della Camera di Commercio.

E non dimentichiamo Loredana Raia, vice presidente del Consiglio della Regione Campania, sempre pronta all’azzardo politico.

Ah, Giorgio Zinno!

Sindaco di San Giorgio a Cremano, quasi un supereroe locale, che con il suo potere di sindacalista comunale riesce a tirare su il morale di parecchi.

E ancora, il consigliere comunale napoletano Salvatore Madonna, le cui preferenze hanno il potere di far tremare i muri.

Dobbiamo anche menzionare Enza Amato, presidente del Consiglio comunale di Napoli, figlia del grande Tonino Amato, perché, si sa, il pedigree conta sempre.

E poi ci sono gli ex consiglieri Antonio Marciano e Antonella Ciaramella—non erano già in lista nei secoli scorsi?

Se c’è una cosa che sappiamo della politica italiana è che la nostalgia non muore mai, soprattutto tra i politici.

Ma non finisce qui. Il deputato Marco Sarracino, che è un vero e proprio alfiere di Elly Schlein, ci propone il giovane medico Francesco Zanfardino, classe 1990.

Che coraggio!

Investire in nomi freschi che a malapena hanno passato l’età per andare a votare, mentre noi ci chiediamo se abbiano anche passato l’età per avere esperienza in politica.

E come se non bastasse, nella lista civica, Roberto Fico—il presidente, non il frutto—presenta Lorenzo Coppola, presidente di Federalberghi Capri.

Chissà se Fico spera che la bellezza dell’isola possa attrarre qualche voto in più.

Insomma, la lista è un vero e proprio caleidoscopio di esperienze, cognomi illustri e qualche outsider, giusto per dare un po’ di pepe.

Sarà interessante vedere se questa combinazione riuscirà a conquistare l’elettorato, sempre che gli elettori non decidano di restare a casa per godersi una bella passeggiata sul lungomare piuttosto che infilarsi nelle danze elettorali.

Perché, ammettiamolo, con una lista così, il rischio di assistere a un nuovo «ma chi li ha votati?!» è decisamente alto.

Ma non possiamo negare che ci sia un certo fascino nell’osservare come i Dem tentino di rinnovare il proprio appeal, sfruttando nomi noti e accattivanti, mentre si spera nell’effetto magia: un po’ di glamour e caccia al voto.

I candidati con i loro nomi di peso e qualche volto nuovo potrebbero sembrare una combinazione vincente, o forse solo un disperato tentativo di mantenere in vita la speranza di un seggio.

E allora, tutti con il naso verso i giornali, per vedere se questo mix di personalità sarà sufficiente a scalzare il predominio avversario.

E si sa, a Napoli, tutto è possibile.

Anzi, in campagna elettorale, tutto è probabile.

Le sorprese sono dietro l’angolo.

Chi può dire se alla fine questo assortimento farà colpo sulle masse o se si rivelerà solo un altro assaggio di quella commedia dell’assurdo che è la politica italiana?

Ma, come sempre accade, aspettiamo con ansia il gran finale.

Con popcorn e un pizzico di sarcasmo.

Di Admin

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