
Il dr. Claudio Saginario, illustre pietrelcinese, dirigente generale in quiescenza del Ministero della Difesa, massima qualifica dei dipendenti civili dei ministeri statali. Nacque a Pietrelcina, il 24 dicembre del 1931, alle ore 22, raccontava sua madre che a quell’epoca era invalsa nei compaesani la credenza che chi fosse nato alla mezzanotte della sera di Natale correva il rischio di nascere “lupo mannaro”. Per tale motivo, alle 20, si diffuse la notizia che la madre stava per partorire, un gruppo, assai numeroso di persone, si raccolse sotto casa sua, posta al centro della piazza principale del Paese, manifestando segni di preoccupazione e di impazienza per l’avvicinarsi dell’ora “fatale”. Qualcuno, addirittura inginocchiato, rivolgeva preghiere al Signore perché nascesse al più presto. Quando, finalmente, alle 22, si sentì il suo primo vagito, urla di gioia si levarono al cielo e la gente, correndo per le strade del paese, gridava la sua nascita. Il suo primo maestro, per l’intero ciclo dei cinque anni per le elementari, è stato, al termine della sua carriera, il maestro Angelo Caccavo che, come noto ai pietrelcinesi, è stato anche il primo maestro ufficiale di Padre Pio. Con Padre Pio aveva, quindi, in comune Caccavo primo ed ultimo maestro elementare di entrambi. Le scuole medie le ha frequentate a Benevento perché allora a Pietrelcina, c’erano soltanto le elementari. Si andava a Benevento con il treno raggiungendo a piedi la stazione ferroviaria di Pietrelcina, distante circa tre chilometri. Nel dopoguerra, per un lungo periodo, a causa dell’interruzione del trasporto ferroviario, si ricorreva a mezzi di fortuna ed in mancanza si copriva il tratto stradale Pietrelcina-Benevento e viceversa, distante 12 chilometri, a piedi. Un ricordo che tornava in mente spesso era un amico che aveva la fortuna di possedere una bicicletta, anche se il ritorno da Benevento verso Pietrelcina fosse tutto in salita. Frequentò anche a Benevento le superiori presso il liceo classico “Giannone” e, invece, l’università a Napoli presso la Federico II alla facoltà di Giurisprudenza. Non poté frequentare le lezioni in quanto non poteva permettersi di vivere a Napoli. Gli amici pietrelcinesi erano quasi tutti quelli della sua età, avendo, sin da ragazzo, un carattere molto socievole. Fra tutti ricorda con particolare simpatia l’avv. Armando Caponio, compagno di tante battaglie alle carte da gioco; Biagio Leso, professore di matematica, che sin da ragazzo si destreggiava con estrema facilità con i numeri; Pompeo Boscaino, questore nella città di Modena, suo competitore in vari campi, ed infine il prof. Lino Mastronardi, figura assai nota a tutti i pietrelcinesi per essere stato per ben 21 anni sindaco di Pietrelcina. Dell’adolescenza ricorda soprattutto le lunghe giornate trascorse al campo sportivo a giocare a pallone: si incominciava alle tre del pomeriggio, dopo pranzo, e si terminava soltanto all’imbrunire. Importante la figura di Padre Pio e la madre Flora del dottor Claudio Saginario, molto nota a Pietrelcina per la sua bontà e generosità (tutte le domeniche pomeriggio le trascorreva visitando i poveri del Paese), ha avuto il privilegio di godere sin dall’infanzia dell’amicizia e dell’affetto di Padre Pio, dal quale la separavano soltanto dieci anni, soprattutto perchè era la nipote del suo medico curante, il dr. Andrea Cardone. Lo speciale rapporto è durato anche negli anni futuri allorquando la signora Flora si recava a San Giovanni Rotondo. Padre Pio, di solito un pò burbero di carattere con i fedeli, quando incontrava la signora Flora si mostrava assai dolce, la stringeva a sé ponendole il braccio sulla spalla e chiamandola affettuosamente per nome. Ci furono due episodi della vita della signora Flora nei quali ci fu sempre vicino Padre Pio; la prima volta quando all’età di 50 anni venne colpita da una brutta malattia e, 40 anni dopo, all’età di 90 anni, e in entrambi i casi, era presente il figlio Claudio ed hanno sentito il famoso profumo di “violetta” che caratterizza la presenza del Santo di Pietrelcina. La parentela che univa il dr. Andrea Cardone al dr. Claudio Saginario era molto stretta perché il nonno materno Fortunato, era suo fratello: zio Andrea. La sua attività professionale non si fermava alla sola medicina tradizionale, ma esercitava anche quella di notaio e di veterinario. Peraltro, quando si recava a visita si faceva accompagnare oltre che da Claudio anche dal nipote Mauro Caruso, entrambi all’epoca studenti ginnasiali. E durante il tragitto ci tempestava di domande sulla grammatica delle lingue latina e greca e facevano a gara a chi rispondeva per primo. Altro episodio riguarda l’incontro avvenuto, nel dopoguerra, tra il dr. Andrea Cardone ed un ufficiale polacco. Poiché uno non conosceva la lingua dell’altro, cercarono di comunicare con le lingue francese ed inglese, ma tutto fu vano. Perciò era rimasta un’altra lingua che forse conoscevano entrambi: il latino. Infatti, riuscirono a comunicare grazie alla lingua dei nostri padri. Il dr. Claudio Saginario, allora giovanotto, rimase sbalordito. Dopo la laurea in giurisprudenza giunse la prima occasione lavorativa in un incarico annuale per l’insegnamento delle materie letterarie presso la scuola media di Latina, che fu una tappa importante per il curriculum lavorativo, e, successivamente, nove mesi trascorsi da sottotenente presso il 60° Battaglione di fanteria dislocato nella ridente città siciliana di Siracusa. In quest’ultimo periodo ricorda con piacere e nostalgia. Poiché la caserma si trovava in un castello, il famoso castello Eurialo, situato a strapiombo sul mare e nelle ore di libertà dal servizio ci si tuffava in mare direttamente dalla finestra delle camerate. Ed un giorno di primavera approdò nella rada una portaerei americana distante circa 300 metri ed immediatamente, raggiunse a nuoto la nave e dopo essersi qualificati furono accolti dagli altri ufficiali americani con grande festosità e simpatia. Inoltre, altri ricordi giungono alla mente del dr. Claudio Saginario, le serate trascorse al circolo dei “nobili”, al quale era stato eccezionalmente ammesso a seguito di rimostranze da parte delle ragazze nobili della città che lamentavano una scarsezza di giovani del luogo. La carriera proseguì nell’arco di 40 anni, per intero nella città di Roma. Vincitore di concorso nel 1960 nella carriera direttiva presso il ministero della Difesa riuscì a percorrere i vari gradi della carriera abbastanza celermente raggiungendo la qualifica di dirigente generale. La particolarità della materia tratta sin dall’inizio della carriera, fu quella contrattuale, unita all’esperienza acquisita nel corso degli anni, ha permesso di partecipare, con frequenza costante, a riunioni assai importanti ed impegnative, sia in campo nazionale che internazionale. Parecchie riunioni in vari paesi della Nato e soprattutto in America, in quanto la sua direzione generale, che approvvigionava aerei, elicotteri, missili e tutto ciò che trattava la navigazione in aria, aveva particolari rapporti con il Pentagono. Negli ultimi anni di carriera si recò spessissimo in America perché prescelto dallo Stato Maggiore Aeronautico a far parte, quale esperto giuridico di una commissione alla quale era stato assegnato il compito di provvedere all’acquisto di missili. Il Capo di Stato Maggiore dell’epoca, recentemente ha ringraziato il dr. Claudio Saginario per essere riuscito, nonostante l’avversione degli esperti americani della materia (tra cui una terribile avvocatessa), ad inserire nel contratto una clausola che subordinava l’esecutività dell’atto all’approvazione, da parte del Parlamento Italiano, della Legge che stanziava i fondi a favore del programma, approvazione mai avvenuta per mancanza dei fondi. Altro episodio accaduto nella prima missione in America durante una riunione al Pentagono lo affiancava un ammiraglio americano e il dr. Claudio Saginario conosceva abbastanza bene la lingua inglese, però l’ammiraglio si accorse subito dello sforzo nel parlare la loro lingua che disse “…Vagliò parlam napulitan ca cè capimmo meglio…” e subito dopo uno sbigottimento ed un labile accenno di risata si riuscì a dialogare. Si seppe dopo che l’ufficiale americano conosceva unicamente il dialetto perché era figlio di genitori napoletani che parlavano in famiglia soltanto con il dialetto napoletano. Concludendo, gli avvenimenti ed episodi sarebbero molti da menzionare e per poterli raccontare occorrerebbe molto più tempo. La carriera professionale del dr. Claudio Saginario è stata ricca di soddisfazioni e di incontri ad alto livello, dalla finanza alla politica. Durante la sua carriera professionale ebbe parecchie onorificenze da parte della Presidenza della Repubblica fino ad oggi, titolato dell’alto rango all’interno degli ordini cavallereschi e di merito, con l’onorificenza di Grande Ufficiale. Ed infine, ricevette due premi del “Premio Padre Pio da Pietrelcina” perché è un riconoscimento attribuito a persone che si sono distinte per il loro impegno sociale, culturale e professionale, fondato dall’Associazione “Amici di Padre Pio”, patrocinato dal Comune di Pietrelcina e dalla Regione Campania. Il premio, giunto a varie edizioni, è stato assegnato a diverse personalità illustri in vari campi, tra cui arte, scienza, magistratura e medicina. Oggi la terra in cui è nato lo reclama poiché le sue radici e gli anni della sua giovinezza non si dimenticano. Inoltre, non dimentichiamo la cosa più importante della spiritualità, che dopo il riconoscimento della santità di Padre Pio, si avverte e si respira nell’aria, appena si giunge a Pietrelcina.