Ah, il Ponte sullo Stretto!

Quell’opera mastodontica che, con il suo architettonico abbraccio tra Sicilia e continente, promette di risolvere tutti i problemi di mobilità d’Italia, proprio come una pozione magica.

Ma chi avrebbe mai pensato che un progetto così grandioso potesse suscitare qualche mugugno?

Sì, perché mentre i suoi sostenitori sventolano bandiere e cantano inni alla costruzione, i “no” si alzano in coro, come se avessero firmato un contratto di opposizione.

Ma chi sono questi oppositori? Sicuramente una minoranza trascurabile, giusto?

Una manciata di economisti, ambientalisti e cittadini preoccupati che, in fondo, desiderano solo tornare nel loro rifugio avvolti nella carta stagnola delle loro idee “innovative”.

Ma la verità è che, dietro questo frastuono, ci sono milioni di italiani silenziosi che, a bocca chiusa, desiderano ardentemente che il ponte si realizzi.

Cittadini, imprese, studenti, lavoratori e famiglie, tutti ansiosi di vedere un’Italia che smette di piangersi addosso e che comincia a costruire, non solo castelli in aria ma, chissà, anche qualche ponte.

E perché il Ponte non è solo un simbolo, ma il simbolo dell’unione?

Non stiamo parlando semplicemente di un collegamento tra due sponde: no, stiamo parlando di una rivoluzione del trasporto.

Per la prima volta nella storia, i treni, già così ben distribuiti nel resto d’Italia e d’Europa, potranno attraversare quei tre chilometri di mare che oggi sembrano rappresentare una sorta di barriera invisibile

. E voilà, da un giorno all’altro, la Sicilia non sarà più “l’isola che non c’è”, ma parte integrante del grande gioco europeo.

Nel frattempo, l’isola non sta certo a guardare.

Oltre 20 miliardi di euro in investimenti per nuove strade e ferrovie, che fanno sembrare il Ponte un piccolo dettaglio in confronto a questa bulimia infrastrutturale.

E ieri è stato inaugurato il primo tratto della nuova linea Messina-Catania-Palermo, con velocità che sfiorano i 200 km/h.

Certo, ci vorranno probabilmente più tempo e pacienza di quanto ognuno di noi abbia nella vita, ma chi si preoccupa dei dettagli?

Eppure, in un Paese dove il : “Noi vogliamo, noi possiamo, noi dobbiamo” detta legge, gli italiani continuano a esprimere la loro opinione in modo schiacciante.

I sondaggi, siano essi televisivi o online, mostrano che la maggioranza “silenziosa” è favorevole al ponte. Ma questo silenzio valtellinese deve far riflettere.

Davvero questa enorme maggioranza può rimanere ignorata?

È come avere un drago sotto il letto e fingere che la casa sia sicura.

Naturalmente, ci sono sempre le “minucce” burocratiche che ostacolano il cammino verso il futuro sfavillante.

I tecnici, con una pazienza infinita, dovranno rispondere punto per punto alle osservazioni della Corte dei Conti.

Solo aspetti burocratici, si dice, niente di strutturale o tecnico.

Ma la perdita di due mesi nel cronoprogramma è una vera sciagura, non lo pensate?

Per fortuna, alla fine, la scienza avrà il sopravvento.

Lo speriamo, perché se dipendesse da noi, probabilmente saremmo ancora indietro a progettare il primo boomerang dell’umanità.

E così, i lavori per il ponte partiranno, portando con sé, come un elefante in una cristalleria, un’Italia che torna a credere nell’edilizia, nello sviluppo e nell’unità.

Dobbiamo ammetterlo, un paese che sa costruire un ponte, sa anche costruire il futuro.

E se dovesse andare male?

Beh, ci sarà sempre qualcuno pronto a fare spallucce e a dire: “Già, ma era un’idea così buona…”

In questa epoca di incertezze, noi continueremo a tenervi informati, come sempre.

E, naturalmente, saremo i primi a bastonare l’esecutivo, nel caso in cui si azzardino a fare qualche passo falso. Perché, cari lettori, crediamo nel ponte.

Ma, prima di tutto, crediamo nella verità e nella serietà.

Due valori che, in un mondo di chiacchiere e giochetti politici, sembrano essere più rarefatti dell’aria di montagna.

Quindi, ecco la nostra conclusione: mentre i sostenitori del ponte cantano e danzano entusiasti, godiamoci il tragitto e prepariamoci a quello che potrebbe essere un grande cambiamento per l’Italia!

E non dimentichiamo di portare un po’ di popcorn per gustarci lo spettacolo di come giocheremo a chi la sparerà più grossa nelle prossime puntate di questa telenovela italiana.

Perché, in fondo, ci piace pensare che il nostro Paese stia finalmente scegliendo la strada giusta

Oppure no?

Di Admin

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