Orban e Zelensky

  Ungheria e Stati Uniti, un amore che fiorisce nel gas e nel nucleare

C’è qualcosa di poetico nell’amicizia di Stato, non è vero?

Da un lato abbiamo l’Ungheria, con il suo Primo Ministro Viktor Orban che, con la grazia tipica di chi ha appena finito un pranzo da cinque portate, si pavoneggia a Washington.

Dall’altro, il Presidente Donald Trump, sempre pronto a scambiare l’ennesima stretta di mano che, chissà, potrebbe anche valere più di un accordo commerciale.

Ma cosa è successo stavolta?

Ah, niente di meno che un’affettuosa esenzione dalle sanzioni per il gasdotto Turkish Stream e l’oleodotto Friendship.

Un bel regalo di compleanno anticipato, oserei dire.

Infatti, l’Ungheria, che aspettava questa benedetta esenzione come un bambino aspetta il Natale, può finalmente tirare un sospiro di sollievo.

Il gas non è solo una questione di energia, ma un simbolo di potenza, di amicizia, e, perché no, anche di risate al mercato.

Chi ha bisogno di i nemici quando hai buoni amici americani pronti a sostenerti con circa 600 milioni di dollari in gas naturale liquefatto?

Fa quasi commuovere.

E poi c’è il tocco finale: la Westinghouse, simbolo dell’industria nucleare americana, farà il suo ingresso trionfale nell’industria energetica ungherese.

Cosa c’è di meglio per cementare un’amicizia già così calorosa?

Gli ungheresi diventeranno i primi fortunati a ricevere combustibile nucleare direttamente dagli Stati Uniti.

È come diventare membri di un club esclusivo dove si brinda con uranio arricchito invece che con champagne.

Ma parliamo del gas. La quantità di 600 milioni di dollari è impressionante, ma chi può dirci come sia stata definita questa cifra?

Sarà stata scelta dopo lunghe discussioni su quanto fossimo disposti a spendere per rimanere nel buon libro degli amici americani?

O forse è solo il costo di un buon barbecue a base di hot dog e hamburger, visto che stiamo parlando di gas?

E indovinate un po’?

Tutto ciò arriva in un contesto internazionale dove le sanzioni sembrano finite nel dimenticatoio, proprio come il concetto di buon senso.

In un mondo perfetto, ci sarebbe un dibattito serio e approfondito su questioni di sicurezza energetica, ma chi ha tempo per queste cose?

L’importante è che, fra amichetti, ci si intenda sempre, giusto?

Adesso, non fraintendiamoci.

La cooperazione tra Ungheria e Stati Uniti potrebbe sembrare una mossa astuta da entrambe le parti.

Orban si assicura il suo bel po’ di gas per mantenere accese le luci di Budapest e gli americani guadagnano un nuovo alleato in Europa centrale. Ma che dire delle critiche che sicuramente arriveranno da parte di quelle anime solitarie che vedono associazioni come “Unione Europea”?

Oh sì, quelle cose noiose dove si discute di regole, diritti umani e indipendenza energetica.

Non ci servono queste complicazioni quando possiamo semplicemente avere una bella trama di amicizie reciproche, giusto?

E come se non bastasse, l’ingresso della Westinghouse in Ungheria apre un nuovo capitolo nel romanzo delle relazioni internazionali.

È come passare dall’infanzia all’età adulta in un batter d’occhio.

Dall’ignoto nuotatore alle spalle dei palazzi di Washington, Orban dimostra di sapere come behavere con i grandi.

Dopo tutto, chi ha bisogno di una strategia di lungo termine quando puoi saltare sugli avvenimenti correnti come un grillo nella primavera?

E ora, mentre immaginiamo un futuro radioso in cui l’Ungheria diventa il primo paese europeo a ballare con la Westinghouse, ci viene da chiederci: cosa potrebbe esserci di meglio di una fusione tra gas e nucleare?

Magari, un giorno, ci troveremo a festeggiare con fuochi d’artificio sopra il Danubio, brindando alla potenza delle relazioni bilaterali.

Gli storici diranno che è stato l’inizio di una nuova era di prosperità.

Altri, invece, parleranno di un accordo che ha reso il mercato energetico europeo più incerto che mai.

Eppure, nonostante il sarcasmo che permea questo racconto, rimane una verità innegabile: la geopolitica è un gioco di scelte e compromessi.

I politici devono navigare tra le onde dell’alleanza e del dissenso, mentre i cittadini aspettano di vedere se il gas e il nucleare porteranno effettivamente prosperità o solo nuovi problemi.

Concludendo, l’amicizia tra l’Ungheria e gli Stati Uniti è un bellissimo esempio di come le nazioni possano danzare insieme attorno alla tavola imbandita delle opportunità.

Che si tratti di gas, nucleare, o semplicemente di un cena tra amici, una cosa è certa: nessun accordo viene mai firmato senza un buon calice di saper fare amicizia!

Perciò, mentre ci prepariamo a vedere come si svilupperanno questi eventi, ricordiamoci sempre: fra grandi amici, ci si intende sempre.

E se ci scappa anche un po’ di sarcasmo, tanto meglio… perché la vita è troppo breve per prendersi troppo sul serio!

Di Admin

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