SCHIUMA (FDI) E L’ENNESIMA RISSA A PIAZZA TRILUSSA: UN CAPOLAVORO DEL FALLIMENTO GUALTIERI

Ah, la famosa movida romana!
Quella meravigliosa miscela di cultura, musica e… risse.
Oggi torniamo a parlare di un argomento che non smette mai di sorprendere: le risse a Piazza Trilussa.
C’è da chiedersi se gli autori di questo “spettacolo” abbiano mai pensato di riservare un palco d’onore ai loro scontri, perché, francamente, il livello è talmente elevato da meritarsi un festival.
Fabio Sabbatani Schiuma, nobiluomo di Fratelli d’Italia e cuoco di queste ricette di vita notturna in salsa romanesca, ha dichiarato che quanto accaduto è l’ennesima prova del fallimento del Sindaco Gualtieri.
Già, perché evidentemente, aggiungere un po’ di pepe alla notte non è esattamente quello che ci si aspettava.

Siamo tutti in attesa di un Gualtieri che, in stile supereroe della movida, possa risolvere i problemi con un colpo di bacchetta magica e riportare la calma al caos notturno.
Le parole di Schiuma scorrono come un fiume in piena: “A Roma la movida è diventata un fenomeno di cronaca nera.”
Per raccontare il lato oscuro della vita notturna non serve Dario Argento: le risse tra giovani immortalate sui social sono materiale da film horror.
Manca, dice Schiuma, una “regia artistica” che qualifichi la movida.
Ma chi si è mai sognato di affidare la movida a un regista?
Magari potremmo chiedere a Federico Fellini di tornare dal grande cinema americano e dirigere un bel documentario sulla vita notturna di Roma… ma senza risse!

Eppure, Schiuma insiste: serve “semplificare le regole” e “adottare una sicurezza ausiliaria”.
Senza dubbio, l’idea di una sicurezza ausiliaria è affascinante.
Immaginate un team di vigilantes della movida, pronti a intervenire nel momento giusto, come supereroi armati di flash mob contro il crimine.
Potrebbero persino portare dei cartelli luminosi per segnalare la fine delle risse.
Del resto, che senso ha punire i locali con restrizioni assurde quando abbiamo piazze intere in balia della criminalità?
Davvero un concetto innovativo; forse prima di tutto bisognerebbe incentivare l’arte di divertirsi senza dare vita a scene da film poliziesco!
Schiuma conclude, con la saggezza di chi sa come si gestisce il divertimento: “Bisognerebbe puntare proprio sui locali, agevolarli nella qualità del divertimento.”
Che geniale!
Perché mai dovremmo preoccuparci della sicurezza dei cittadini e del diritto alla quiete pubblica dei residenti?
È decisamente più importante garantire che i ragazzi possano scatenarsi a ritmo di musica techno e cocktail.
La quiete è sopravvalutata, dopo tutto.
In conclusione, preso atto della visione di Schiuma, ci permettiamo di chiederci se sia giunto il momento di ripensare alla movida di Roma.
Forse, invece di cercare di disciplinare il caos, dovremmo rivisitare l’intera questione.
Una nuova era sta per sorgere: quella in cui le risse diventano performance artistiche e i locali trasformano il loro spazio in teatri di guerra, dove il pubblico paga il biglietto per assistere all’evento.
Quindi, cari cittadini romani, preparatevi!
La movida è qui per restare e, con essa, il suo fantastico corollario di risse e cronaca nera.
E chissà, magari la prossima volta che passerete da Piazza Trilussa, potreste trovarvi a godervi una sipario aperto su un’opera teatrale dell’assurdo, dove il protagonista è sempre, ahimè, il malcapitato cittadino romano.