
I nostri anni”: creatività, memoria e futuro
Tommaso Paradiso racconta il suo legame con il Collegio San Giuseppe De Merode
di Alessandro Cacciotti
(Direttore del Collegio San Giuseppe De Merode)
Il rapporto tra creatività e nuove tecnologie è uno dei temi più urgenti del nostro tempo. A parlarne, in occasione del 175° anniversario del Collegio San Giuseppe De Merode, è Tommaso Paradiso, ex studente dell’Istituto e oggi tra le voci più riconoscibili del panorama musicale italiano. L’artista torna a riflettere sulle sue radici, sul significato di crescere tra le mura del San Giuseppe e sulla responsabilità culturale di un luogo che da quasi due secoli educa intere generazioni.
«Il rapporto con le tecnologie è complesso» spiega Paradiso. «Non è ancora stato storicizzato: viviamo dentro un’avanguardia e non abbiamo il tempo di comprenderla pienamente. Prima di tutto dobbiamo accettare che certe realtà esistono e che non si può tornare indietro. Ma non dimentichiamo mai che sono strumenti, non motori. Il motore siamo noi. La parte creativa non la delegherò mai a nessuno. Uso ChatGPT? Sì, ma per altro, non certo per scrivere una canzone».
La musica come memoria
Quando gli viene chiesto quale canzone potrebbe raccontare la scuola oggi, Paradiso sorride: «Probabilmente l’ho già scritta, e si chiama I nostri anni.»
Nel dialogo, emerge anche il tema dei riferimenti contemporanei. Il cantautore riconosce l’influenza culturale della scena pop — «Tommaso Paradiso ha segnato una generazione», commenta Cacciotti — ma sottolinea l’importanza di restare fedeli alla propria identità artistica. «Ascolto, mi ispiro, ma poi seguo il mio percorso. La voce personale è tutto», afferma Paradiso.
175 anni di eredità culturale
Il motto scelto dal Collegio per il suo importante anniversario è “Costruiamo il futuro da 175 anni”. Una frase che l’artista sente profondamente:
«Centosettantacinque anni di passione, amore, dedizione e trasmissione di cultura. Se le radici sono solide, anche il futuro lo sarà. Penso a quante persone sono passate in questo Istituto: ognuna ha contribuito a costruirne la storia. In qualche modo, esso ci tiene tutti lì, tra le sue mura, anche quando non ci saremo più».
Un messaggio ai ragazzi di domani
Alla fine dell’incontro, Cacciotti chiede all’artista di lasciare un messaggio ai giovani che un giorno faranno il loro primo ingresso nel cortile del San Giuseppe. Paradiso si ferma un istante, poi risponde:
«Quel giorno non lo dimenticherai mai — e non è una minaccia! Sarà uno dei ricordi più belli della tua vita, anche quando sarai diventato un vecchietto.
E ricordate questo: se Fas sarà il vostro professore di latino e greco, interroga in ordine cronologico. Fate come facevamo noi: tenete un registro, e non sarete mai colti di sorpresa».