
Non Solo un “Ponte Bello da Vedere”
Ah, il Ponte sullo Stretto di Messina!
Quella meraviglia architettonica che è diventata il simbolo di discussioni infinite, promesse politiche e battibecchi giuridici.
Ma chi l’avrebbe mai detto che quel colosso di cemento e acciaio non fosse semplicemente “un ponte bello da vedere”?
Benché stiamo parlando di una magistrale opera d’ingegneria, la sua vera importanza potrebbe risultare meno romantica e più… strategica.
Siamo nel 2025, e il CIPESS ha finalmente approvato il progetto definitivo per il ponte, con un piano economico-finanziario che fa tremare le ginocchia: 13,5 miliardi di euro.
Sì, avete capito bene, miliardi!
Ma non preoccupatevi, la copertura pubblica è già nei bilanci 2024-2025.
E se pensate che si tratti solo di un “ponte” che collega Sicilia e Calabria, beh, vi sbagliate di grosso.
Si tratta di un tassello cruciale del corridoio ferroviario Scandinavo-Mediterraneo della rete TEN-T, che, lo ripeto, è uno degli assi strategici europei!

Ma come in ogni buona storia, ci sono sempre dei colpi di scena.
La Corte dei Conti, con la sua aria da ministro della grammatica, ha negato il visto di legittimità sulla delibera CIPESS, citando tre “critiche” principali: possibili violazioni della direttiva sugli habitat naturali, applicazione scorretta della direttiva appalti ed il mancato parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti sul piano tariffario.
Non è un film d’azione, ma ci siamo quasi.
Primo punto: ambiente e direttiva Habitat
Iniziamo dal primo punto: l’ambiente.
La direttiva Habitat, un po’ come la madre severa che controlla se i propri figli vanno a letto in orario, protegge habitat e specie nelle aree Natura 2000.
Se un progetto impatta su questi siti, si deve eseguire una Valutazione di Incidenza.
E indovinate un po’?
Il progetto del ponte ha seguito tutto il protocollo previsto dall’UE!
Ha ottenuto un bellissimo parere positivo dalla Commissione tecnica VIA/VAS e il Governo ha anche approvato un report IROPI, che dichiara il Ponte come opera di interesse pubblico.
Tuttavia, la Corte dei Conti ha alzato il sopracciglio, sostenendo che l’istruttoria e la motivazione fossero deboli.
Ora, la palla passa al Parlamento, che dovrà pronunciarsi definitivamente sulla fattibilità dell’opera. Restano aperti diversi interrogativi, soprattutto riguardo ai costi complessivi e all’impatto ambientale del progetto.
Sarà cruciale valutare attentamente tutti gli aspetti, considerando sia i benefici potenziali in termini di sviluppo economico e infrastrutturale, sia i rischi connessi alla realizzazione di un’opera così complessa e ambiziosa.
Il dibattito si preannuncia acceso e ricco di colpi di scena.
Ma non lasciatevi ingannare!
Hanno attivato il meccanismo di deroga IROPI proprio come voleva la madre Europa.
E il Ponte?
Beh, è inserito nei corridoi TEN-T, con una funzione logistica di scala continentale. Dite addio ai traghetti!
Con un collegamento stabile, si riducono emissioni e tempi di attraversamento, tornando a performare in un’area congestionata da navi e traffico su gomma.
Sì, certo, la Corte ha richiesto un dossier ambientale più robusto.
Ma noi sappiamo che la deroga IROPI può essere ampliata con ulteriori studi.
Dopotutto, chi non ama un bel documentario che analizza il tema dell’impatto ambientale?
Secondo punto: il contratto con Eurolink e l’art. 72 sugli appalti
Passiamo ora al secondo punto, quello che riguarda il contratto con Eurolink!
Immaginate un consorzio guidato da Webuild che combina le forze con una giapponese e una danese (IHI e COWI) come un supergruppo musicale che deve confezionare il brano dell’estate: il ponte!
Dopo una gara internazionale, nel 2023 lo Stato riattiva la società Stretto di Messina – che un po’ sembrava in pensione – e rinnova il contratto con Eurolink.
Un aggiornamento necessario, certo, ma ahimè, la Corte dei Conti sostiene che le modifiche siano “sostanziali”.
E qui potremmo dire, “Sostanziale? Come il peso della pizza che mangiamo quando siamo affamati!”
Ma vediamo chi ha ragione.
L’oggetto del contratto resta invariato: sempre un ponte sospeso a campata unica, solo che ora è aggiornato alle nuove norme tecniche.
Nessun nuovo affidamento a soggetti misteriosi; no, sempre loro, i nostri amici di Eurolink.
Se ci sono stati aumenti di costo, beh, si sa che l’inflazione non è un concetto astratto e le norme più severe chiedono il conto.
Non è un nuovo appalto senza gara, ma un contratto storico aggiornato! Insomma, la Corte ha dato una lettura piuttosto restrittiva dell’art. 72.
Chissà se anche nei colloqui amorosi si usa la stessa rigidità!
Terzo punto: il parere dell’Autorità dei trasporti
Infine, concludiamo in bellezza con il parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti (ART).
La Corte ha fatto notare che alla data della delibera CIPESS, il parere non era stato acquisito.
Ma, oh, che tragedia!
La ART ha il compito di definire criteri e metodologie per tariffe e pedaggi.
E mentre tutti noi pensiamo che un “PEF” debba per forza di cose essere qualche tipo di dolce, in realtà è solo un documento previsionale.
Non dimentichiamo, però, che il parere dell’ART può essere acquisito in una fase successiva.
Quindi, chiamiamola “fase due”.
E ora vediamo il quadro più ampio oltre la burocrazia e le critiche.
Un’Opera Necessaria
In sintesi, il Ponte sullo Stretto completa il corridoio TEN-T Scandinavo-Mediterraneo, rendendo obsolete le traversate in traghetto, e riduce drasticamente i tempi di attraversamento.
Mentre oggi ci vogliono 2-3 ore tra attese e traversate, con il Ponte, si parla di circa 10 minuti di viaggio!
Non è fantastico?
Un’infrastruttura utilizzabile 365 giorni l’anno, anche a mezzanotte, quando magari ci viene voglia di fare una gita a Messina.
Inoltre, gli effetti ambientali non vanno trascurati: porterebbe benefici riducendo notevolmente le emissioni dai traghetti.
Chi avrebbe pensato che un ponte potesse essere così… “green”?
E chiama a sé investimenti straordinari in riqualificazioni urbane e opere paesaggistiche. Giusto per dire, un po’ di bellezza non fa mai male!
Parliamo di posti di lavoro, competenze ingegneristiche all’avanguardia e una maggiore attrattività per il turismo.
Siamo sinceri, un ponte iconico migliora l’offerta turistica della zona.
Dalla sua costruzione e dai suoi 40 km di raccordi stradali e ferroviari, assumeremo migliaia di persone!
Le aziende locali si staranno già leccando i baffi.
E mentre il Governo vuole andare avanti, alcuni giuristi sostengono che i rilievi della Corte sono sanabili.
Non è una condanna a morte per il Ponte, ma un semplice stop temporaneo su quella delibera CIPESS.
Quindi sì, rimanete sintonizzati!
Speriamo di vedere i lavori iniziare all’inizio del 2026.
Perché, in fondo, il Ponte sullo Stretto di Messina non è solo un’opera pubblica, è un’opera di speranza (con un pizzico di ironia).
E mentre aspettiamo lo sviluppo di questo progetto monumentale, possiamo solo chiederci: chi avrà l’ardire di attraversarlo per primo?