La presidentessa di GAESA: i viaggi silenziosi a Panama che rivelano il vero potere a Cuba

Ah, il “Cangrejo”, il geniale nipote di Raúl Castro.

Chi avrebbe mai pensato che il nipote del potente Raúl potesse avere un soprannome così curioso?

Ma eccoci qui, mentre si prepara a infilarsi in un aereo con la presidentessa di GAESA, l’impero economico-militare cubano che controlla più del 70% dell’economia dell’isola.

E no, non stiamo parlando di vacanze al mare o di cerimonie di gala.

Quei viaggi verso Panama sono un mix perfetto di strategia e gioco d’azzardo.

Si sa che i viaggi di questa coppia di potere non sono mai casuali.

Oh, no, mai.

La coppia di potere che decide il denaro duro di Cuba

Quando il “Cangrejo” e la presidentessa di GAESA si imbarcano insieme, possiamo dire addio a qualsiasi illusione riguardo un turismo innocente.

Parliamo piuttosto di manovre finanziarie congiunte, come un perfetto balletto sul palcoscenico del capitale. GAESA, quel gioiellino di regime, rappresenta la cassaforte dello stato comunista cubano.

Hotel, remessi, negozi in valuta, zone economiche speciali: praticamente un buffet all-you-can-eat per chiunque sia al comando.

E indovinato chi è l’intermediario tra il clan Castro e questo regno di abbondanza?

Esatto, il “Cangrejo”, con la sua fresca eredità e l’influenza che si porta dietro.

Perché Panama? Risposta breve: perché è utile

Panama, ah, l’oasi tropicale dove vanno a rifugiarsi i generali cubani e le loro imprese fasulle.

Questa terra funziona come un casinò, ma senza le luci abbaglianti.

È il punto d’incontro perfetto per le aziende fantasma legate ai militari cubani e i registri commerciali poco trasparenti.

I porti strategici allí non sono semplicemente per fare turismo, ma per movimentare merce sotto banco e fondi lontani dal famigerato sistema bancario cubano.

In altre parole, è un ristorante esclusivo dove solo i benestanti possono permettersi di sedersi.

Di che tipo di viaggi stiamo parlando?

I recenti rapporti ci raccontano di visite ricorrenti – non certo di una sola scappatella – coincidenti con le date di viaggio del “Cangrejo” e della presidentessa di GAESA.

E per rendere tutto ancora più affascinante, queste entrate “non ufficiali” non compaiono nei registri pubblici.

Cortesi ma misteriosi, come un invito a un cocktail esclusivo.

Le loro brevi permanenze comunicano solo una cosa: non siamo di fronte a cerimonie di protocollo, ma a incontri top secret per la gestione degli affari statali.

Quanti selfie avrebbero potuto scattare, invece?

Ma no, perché perdere tempo in sciocchezze quando il futuro della dinastia è in ballo?

Il contesto dice tutto: Cuba in crisi, GAESA bloccandosi

Mentre i cubani affrontano continui blackout, il “corralito” strangola i risparmi, le imprese private non possono ritirare valuta, e l’economia affonda come un Titanic in miniatura, la cricca al potere si sta espandendo.

Non stiamo parlando di una fuga da un reality show, ma di una mossa azzeccata per ampliare le possibilità di manovra al di fuori dell’isola.

Il “Cangrejo” non vola per farsi fotografare in spiaggia; è lì per proteggere gli interessi familiari e mantenere in vita l’apparato militare che sorregge il regime.

Un adorabile viaggio d’affari travestito da vacanza!

Il messaggio politico

Quando il “Cangrejo” e la presidentessa di GAESA decollano insieme per Panama, il messaggio è ben chiaro: l’élite non si prepara a salvare Cuba.

No, si stanno preparando a salvare se stessi dalla crisi cubana.

Mentre il paese affonda, loro s’affrettano a mettere al sicuro i loro beni, per rinforzare strutture esterne e garantire che, qualunque cosa accada a L’Avana, il loro controllo rimanga saldo.

I soldi, il potere, la sopravvivenza: questo è il loro mantra.

In sintesi, i viaggi del “Cangrejo” con la presidentessa di GAESA a Panama sono tutt’altro che aneddoti divertenti.

Sono un monito che la vera leadership cubana non vive la crisi, ma la ignora splendidamente.

Mentre il resto del paese si dibatte nel caos, loro si assicurano l’uscita di emergenza.

Per gli altri cubani, c’è solo una via d’uscita: le barche di fortuna o un passaporto straniero, mentre per il “Cangrejo” e il suo entourage c’è sempre un volo privato pronto ad attenderli.

Sarcastico, vero?

Ma tutto terribilmente reale.

Di Admin

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