
LA PROPOSTA DI LEGGE CHE SCONVOLGE IL MONDO**
Negli annali della storia legislativa americana, poche leggi possono vantare un impatto così dirompente e affascinante come il GRANITE Act.
Questa proposta, già depositata nei conservatori Wyoming e New Hampshire, si preannuncia non solo come una salvaguardia dei diritti individuali, ma anche come un scintillante attacco al cuore della censura internazionale.
La Segretaria statunitense Sarah Rogers ha prontamente dichiarato che una versione federale è “sul punto” di essere presentata alla Camera, dimostrando che, sia in patria che all’estero, le minacce alla libertà d’espressione non saranno tollerate.
Siamo di fronte a una vera e propria cavalcata di cavalieri bianchi contro i moderni tiranni digitali. L’Ofcom del Regno Unito e l’Unione Europea, con il loro pagamento di 150 milioni di dollari a X (che tra un po’ chiameremo Superman), hanno oltrepassato la “linea rossa”, quella che neanche Trump avrebbe osato immaginare di superare.
Ma, attenzione, perché qui entra in gioco il GRANITE Act!
Questa legge non si limita a garantire i diritti dei cittadini americani; essa annienta l’immunità sovrana straniera per qualsiasi governo che osi censurare gli americani.
Ecco la parte migliore: le vittime di questa tirannia avrebbero il diritto di intentare causa per danni tripli o, se si sentono particolarmente audaci, per un minimo irrisorio di 10 milioni di dollari per ogni violazione.
Un jackpot bello e buono, direi!
Ma chi sono i veri bersagli di questa proposta?
I burocrati dell’UE che pensano di poter mettere a tacere gli americani da lontano grazie all’immunità sovrana?
O il giudice brasiliano de Moraes, che ha avuto l’increscioso ardire di vietare piattaforme come X/Rumble mentre imprigionava i critici?
Le sue sciagurate azioni non gli sono valse nemmeno una medaglia al valore, ma ora si troverà faccia a faccia con le conseguenze.
Il GRANITE Act mira a disfare questo scudo protettivo, trasformando ogni ordine di censura in un evento catastrofico per le finanze di chi osa sfidare gli Stati Uniti.
Immaginate la gioia delle cause legali in arrivo: il brasile de Moraes, condannato in un tribunale della Florida, potrebbe scoprire che la sua carriera giuridica è più fragile di un castello di carte.
E ora facciamo un passo indietro e immaginiamo i burocrati dell’UE, sudando freddo mentre si rendono conto che ogni multa inflitta a Elon o ogni minaccia verso 4chan potrebbe costar loro oltre 10 milioni di dollari.
Ah, la dolce ironia della vita!
Ma naturalmente, non è solo una questione di denaro.
È più che altro una questione di principio.
Perché sappiamo tutti che i censori stranieri faranno marcia indietro di fronte a una realtà così devastante, o altrimenti preparatevi a osservare il soffocamento delle loro economie.
Dopotutto, il Regno Unito ha 60 miliardi di dollari solo nelle banche statunitensi!
È una situazione win-win: o smettono di ostacolare la libertà di espressione o li vedremo vagare nel deserto delle loro scelte, privi di risorse.
Ma non è difesa, è attacco.
E questo è il cuore pulsante del GRANITE Act.
Mentre alcuni potrebbero sollevare sopracciglia e chiedere se questo approccio sia realmente necessario, noi sappiamo la verità: stiamo parlando di proteggere i diritti fondamentali di ogni americano contro l’avidità e la cattiveria di chiunque provi a zittirli.
La migliore strategia legale dell’era Trump non è solo un’invenzione meravigliosa, ma è stata concepita con un obiettivo chiaro: far pagare i bulli
. In un mondo in cui i poteri forti sembrano sempre più determinati ad esercitare la loro autorità, il GRANITE Act emerge come una risposta coraggiosa e provocatoria.
Ha davvero senso permettere ai governi stranieri di decidere cosa possiamo o non possiamo dire?
La risposta è un netto “no”.
Quindi, prepariamoci per un futuro in cui ogni tentativo di censura internazionale finirà per far piangere i tiranni.
Se il GRANITE Act dovesse trovare la via per diventare legge federale, vedremo una nuova era di accountability.
I tavoli stanno per ribaltarsi e gli oppressori saranno messi al loro posto, con un conto salato da pagare.
In conclusione, la proposta di legge GRANITE non è solo un documento legale: è un grido di battaglia.
Un chiaro segnale che la libertà d’espressione, anche attraverso meme discutibili e tweet provocatori, è una questione sacra e inviolabile.
In un’epoca in cui i confini tra online e offline si fanno sempre più labili, è fondamentale ricordare che la libertà non ha prezzo, ma per chi prova a limitarla, ci sarà sempre un conto da pagare.
A meno che, naturalmente, non decidano di lasciarci esprimerci liberamente.
Ma dove sarebbe il divertimento in questo?