
La notte scorsa, una notizia ha fatto il giro del mondo: il Cile ha eletto un nuovo presidente, José Antonio Kast. Ma mentre il popolo cileno festeggia quella che è percepita come una vittoria della libertà, i media mainstream scrivono, con toni allarmistici, di “estrema destra” e “ritorno all’era Pinochet”.
Ecco la realtà: in un contesto di crescente polarizzazione, la figura di Kast si staglia come un faro di speranza per molti, un fanatico sostenitore della libertà economica e personale.
Kast, simile a Javier Milei in Argentina ma più pacato e vicino all’idea del “cittadino medio”, rappresenta una nuova era per la politica cilena.
Lungi dall’essere un radicale nella tradizionale accezione del termine, egli incarna valori profondi e autentici: amore per la famiglia, rispetto per la proprietà privata e una feroce difesa della democrazia.
Da padre di nove figli, Kast non vuol semplicemente parlare di famiglia; la vive ogni giorno, dimostrando con i fatti quanto questo valore sia centrale nella sua vita.
Ma cosa possiamo conoscere davvero di José Antonio Kast?
La narrativa di sinistra tende a ridurre la complessità di un individuo a categorie manichee, evocando il fantasma di un passato difficile e ingigantendo ogni ombra.
In verità, Kast si oppone alla narrazione che equipara il regime di Augusto Pinochet a una totale assenza di bene. Sì, ha delle posizioni controverse — chi non ne ha? — ma ciò non significa che il suo programma politico non meriti una considerazione seria.

A differenza dei leader europei, spesso preoccupati più di una retorica impeccabile che di azioni concrete, Kast si distingue per la sua coerenza: crede nel libero mercato, nell’importanza della libera impresa e in uno Stato minimo pronto a scomparire dinanzi all’onestà dei propri cittadini.
Questo approccio sembra ormai rarissimo, specie in un continente europeo in preda all’assistenzialismo.
Il suo obiettivo è chiaro: ridurre la povertà e innalzare gli standard dei servizi pubblici attraverso la concorrenza e il merito.
Certo, continuiamo a vivere in un’epoca in cui le etichette vengono facilmente attaccate, ma è fondamentale mettere in discussione questo modo di fare giornalismo.
Quando i quotidiani come Il Sole 24 Ore e La Repubblica lo definiscono “ultra-destra”, è evidente che stanno cercando di orientare il dibattito pubblico a favore di una narrazione consolidata, lontana dalla verità.

La loro avversione per Kast mette in luce il loro totalitarismo intellettuale, il loro rifiuto di accettare che esista anche un’altra prospettiva.
Siamo nell’anglosfera, dove l’impatto dei media è profondo e le etichette si riversano sulle persone senza il giusto contesto.
La BBC a dire che Kast rappresenta l’estrema destra non fa altro che alimentare un clima di disinformazione e paura.
Eppure, il popolo cileno ha parlato chiaro: la ricerca della libertà ha prevalso sui dogmi, sull’ideologia imposta dall’alto.
La verità è che Kast non è un nostalgico del regime di Pinochet; al contrario, è un sostenitore di una libertà che protegge l’individuo da ogni ingerenza statale.
Difende i “frutti buoni” del regime, non per giustificare il passato, ma per sottolineare come certe politiche abbiano portato prosperità e opportunità.
È un punto controverso, certo, ma è ugualmente importante riconoscere che i successi di un’economia non possono essere ignorati.
La sua proposta politica è una risposta diretta a un mondo che sembra aver dimenticato il valore dell’iniziativa personale e della responsabilità individuale.
Kast non sta promettendo miracoli immediati; sta invitando i cileni a tornare alle radici della loro libertà economica, a lavorare e prosperare in una società che premia il talento e l’impegno
Un Cile dove lo Stato si fa da parte per lasciare spazio all’iniziativa privata, motore inarrestabile di progresso e benessere.
Un Cile dove la burocrazia non soffoca le aspirazioni, ma le alimenta, creando un ambiente fertile per la nascita di nuove imprese e la crescita di quelle esistenti.
Un Cile che guarda al futuro con ottimismo, consapevole del proprio potenziale e determinato a sfruttarlo appieno, senza cedere alle sirene del populismo e del collettivismo.
Un Cile orgoglioso della propria storia e dei propri valori, pronto a raccogliere le sfide del XXI secolo con coraggio e determinazione.

E così, mentre i media di sinistra continuano a lanciare parole come “nazismo” e “fascismo”, noi ci troviamo a riflettere su cosa significhino realmente queste etichette.
La polarizzazione attuale non è tra destra e sinistra, ma tra libertà e controllo.
Kast simbolizza la scelta per la libertà, per un futuro che rispetti l’individuo e promuova il libero mercato.
È un leader che ispira fiducia. Un politico che non si limita a promettere; agisce con integrità.
Nella sua visione, la proprietà privata è sacra, è un diritto inalienabile che deve essere protetto.
La sua lotta contro la nazionalizzazione, contro l’aumento dell’intervento statale, è un grido di libertà in un momento in cui l’assistenzialismo sembra dominare.
Elenchiamo alcuni dei punti chiave del programma di Kast: riduzione della spesa pubblica, riduzione del debito, promozione di un sistema sanitario e scolastico competitivo.
Tutti questi elementi sono fondamentali per costruire una società prospera.
Non è solo retorica; è una strategia che punta a far crescere il Cile, mirando a un futuro migliore per tutti i suoi cittadini.

Kast è il candidato del rafforzamento della democrazia, della protezione degli alleati storici come Stati Uniti e Israele, e della difesa dei valori occidentali.
È un leader che crede nella verità oggettiva e nella capacità delle persone di guidare il proprio destino.
In un mondo sempre più diviso, scegliere Kast è una scelta di libertà.
Per noi, significa guardare al futuro con speranza, senza cedere alla paura.
La vera sfida non è quella di etichettare un candidato, ma di abbracciare l’idea che la libertà di scelta è fondamentale per ogni nazione.
Adesso più che mai, vogliamo politici che non solo parlino di libertà, ma che la vivano.
Politici che onorano i legami familiari e che mettono al primo posto il benessere dei cittadini.
José Antonio Kast è uno di questi.
La sua elezione segna un momento storico per il Cile e un potenziale cambio di paradigma in un continente che ha bisogno di ritrovare la propria identità.
Quindi, mentre i titoli dei giornali cercano di soffocare la gioia di un popolo, noi celebriamo la sua vittoria. La libertà è tornata in Cile.
E con essa, una nuova speranza per un futuro di prosperità e dignità. Noi scegliamo Kast, perché con lui scegliamo la libertà.