di Antoniu Martin, storico e analista politico

Grazie ad alcuni ricercatori di storia medievale, è stato possibile ricostituire in linee
generali il percorso di alcuni ordini iniziatici di origine occidentale nello spazio romeno.
Se fino a poco tempo fa si sapeva della presenza e del ruolo dell’Ordine dei Cavalieri
Ospitalieri in quest’area geografica, così come del breve episodio teutonico qui nel XIII
secolo, lo stesso non si poteva dire della presenza dell’Ordine dei Cavalieri Templari.
Recenti scoperte hanno portato alla luce aspetti estremamente interessanti legati alla
presenza di questo potente e controverso ordine nella regione della Transilvania.
Se si fosse intuita, seguendo una logica pragmatica, l’esistenza di una Comanderia
Templare nella zona aurifera dei Monti Apuseni – essendo i Templari noti depositari di
importanti tesori auriferi -, forse non ci si sarebbe aspettati di assistere all’individuazione
di Comanderie di questo ordine nell’ambiente urbano della Transilvania.

Inoltre, alcune
decifrazioni dagli interni di alcune chiese hanno evidenziato non solo l’esistenza di una
o più Comanderie templari ma anche – aspetto estremamente interessante – una certa
filiazione tra l’Ordine dei Cavalieri Templari, l’ordine dei Rosacroce e anche la
Massoneria speculativa.
Non sbagliamo quando affermiamo che, durante il periodo medievale, nello spazio
romeno, più precisamente nella regione della Transilvania, un’importante eredità
iniziatica dell’Ordine dei Templari fu raccolta e proseguita da un altro ordine altrettanto
importante per l’area dell’Europa centrale, cioè l’Ordine del Drago.

Probabilmente
l’ordine cavalleresco medievale più famoso e affascinante della Transilvania era quello
del Drago, fondato nel 1408 dal re Sigismondo di Lussemburgo.

Nel suo simbolismo ci
sono elementi interessanti dal punto di vista esoterico: il drago avvolto a forma di un
cerchio e sulla sua schiena c’è la croce rossa di San Giorgio su uno scudo bianco.
Esegeticamente, il simbolismo vuole trasmettere che l’universo spirituale non dovrebbe
essere visto in modo dualistico, ma integrativo.
È noto che il drago che si mangia la coda è un simbolo antico, che rappresenta l’unità
primordiale, il ciclo infinito del tempo e dell’universo.

Vi è ampia evidenza
dell’importanza attribuitagli dagli alchimisti medievali come rappresentazione della
trasformazione e trasfigurazione.
Dal punto di vista delle attuali interpretazioni, si può ritenere che queste cavallerie
esoteriche sopra presentati abbiano svolto un ruolo determinante nella cristallizzazione
e nell’identità delle società iniziatiche che seguirono, appartenenti all’età moderna: il
Rosacrocianesimo e la Massoneria Speculativa.

Di Admin

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