De Ficchy Giovanni

Musk accusa;
«Un pericolo per l’ambiente».
Il meccanismo di certificazione è molto energivoro
I dati riferiti al periodo 2020-2021 indicano che il mining dei Bitcoin ha consumato 173.42 Miliardi ore di elettricità (l’Italia ne consuma 295), se fosse una nazione sarebbe la 27esima al mondo, sopra al Pakistan in cui vivono 230 milioni di persone.
Con uno sviluppo notevole, Bitcoin, la principale criptovaluta a livello globale, ha superato 167 paesi nel consumo di elettricità per l’anno 2023, utilizzando l’incredibile cifra di 254,9 miliardi di kilowattora.”
Per tornare a un esempio reale, per un acquisto di un NFT verificato dalla blockchain della criptovaluta Ethereum vengono consumati 48.14 kWh, pari al consumo giornaliero di un’abitazione.
Il consumo di energia delle blockchain proof-of-work non è trascurabile.
E soprattutto perché era impensabile che l’eclettico innovatore potesse ignorare il carattere energivoro delle valute digitali. Forse si è reso conto che il suo appoggio a bitcoin mal si conciliava con l’immagine di sostenibilità creata attorno alla sua scommessa sulla mobilità sostenibile e sulle fonti rinnovabili.
Giusto a metà maggio Musk ha incontrato i grandi miners nordamericani per convincerli a battere una strada di maggior sostenibilità per la loro attività, da affrontare insieme.
Valute altamente energivore
Difficile fare calcoli precisi.
Ma si stima che il consumo energetico del solo bitcoin sia più o meno pari a quello di un medio Paese europeo.
Il Bitcoin electricity consumption index dell’Università di Cambridge calcola che la criptovaluta necessiti di oltre 133 terawattora di elettricità l’anno, più di un paese come la Svezia, che ha un consumo annuo di poco meno di 132 TWh
Poiché tutte le blockchain funzionano in modo simile, ci concentriamo su quella principale, cioè Bitcoin.
Secondo le stime, alle blockchain va attribuito lo 0,59 per cento del consumo totale annuo di elettricità nel mondo.
Giudicare se si tratta di uno spreco o di energia ben spesa dipende anche dall’opinione che si ha sull’utilità di queste tecnologie.
La blockchain Bitcoin è il libro mastro pubblico che registra tutte le transazioni Bitcoin.
Si tratta di un database condiviso, gestito collettivamente da decine di migliaia di computer chiamati nodi completi.
Il libro mastro è organizzato utilizzando una particolare struttura di dati che raggruppa le transazioni in un blocco di dati collegato crittograficamente al blocco precedente.
Nel corso del tempo, questo processo si traduce in una catena crescente di blocchi che viene estesa da attori speciali chiamati minatori, che aggiungono nuovi blocchi in previsione di ricompense finanziarie.