Roma

Tutti gli Imperi nascono nel sangue e nel sangue poi un giorno cadono…

ma il loro Valore si misura da ciò che lasciano in Eredità.

Roma ha lasciato Città, Strade, Ponti, Acquedotti, Terme, Stadi, Anfiteatri e Teatri, Ippodromi, Porti, Palazzi Imperiali e Ville spettacolari, Basiliche per amministrare la Giustizia e far prosperare il Commercio.

Come Templi per il Culto, Strategie Militari, Meridiane per misurare il Tempo, il Diritto e il Calendario tuttora vigenti e opere di Letteratura e Poesia che ancora oggi si studiano a scuola.

I primi a costruire  strade furono gli etruschi,  a cui i romani si ispirarono migliorando la tecnica e rendendola  “capillare” nel territorio dell’impero.

Oltre alle strade lastricate e  dotate di fondamenta ne costruirono anche altre più semplici in terra  battuta, utili per lo spostamento di persone e carri, arrivando con  queste a coprire un’ulteriore rete di 150.000 chilometri.
Venivano chiamate vie, o meglio “Viae”,  le strade che partendo da Roma  la collegavano ad altre città mentre le  strade del territorio urbano venivano chiamate strade, “strate”, queste  si inserivano nel contesto urbano  e potevano essere fiancheggiate da  viali alberati, statue, templi.
Quando l’esercito occupava un  territorio in seguito a conquista bellica, venivano impiegati gli stessi  soldati per la costruzione delle nuove strade.
Nella costruzione delle strade fondamentale era il ruolo dell’architetto, che stabiliva il percorso della strada, intervenivano poi gli agrimensori individuando i punti precisi sul terreno e per questo scopo si  avvalevano dei pali e della groma.

La linea dei pali sul terreno si  chiamava “rigor” perché doveva essere seguita rigorosamente. Man mano  che si procedeva con la costruzione i pali venivano spostati in avanti  avendo cura di calcolare il mantenimento della linea retta.
Gli scavi del terreno venivano fatti con  aratri dai “libratores”, aiutati da legionari, che scavavano il terreno  fino a trovare la roccia, per una profondità media di 1,5 metri (che  poteva anche essere superiore o inferiore a seconda del suolo).
Le strade romane erano molto resistenti,  infatti sono giunte a noi in ottimo stato (sicuramente quando venivano  percorse dai romani erano più lisce e facilmente percorribili) e hanno  saputo resistere alle intemperie del tempo: al gelo, al sole, alle  alluvioni… i

noltre non richiedevano praticamente manutenzione, erano strade fatte per durare nel tempo e così è stato!
L’importanza delle strade romane nella storia i romani erano maestri nell’arte della costruzione delle strade  esattamente quanto lo erano nel superamento degli ostacoli che queste  strade potevano incontrare.

Se la strada doveva attraversare un ruscello  bastava costruire un assito e superarlo ma se la strada doveva  attraversare un fiume allora occorreva costruire un ponte, che  poteva essere in legno poggiato su piloni infissi nel letto del fiume  oppure su basamenti in pietra.

  Potevano essere anche costruiti ponti  interamente in pietra, utilizzando la tecnica costruttiva ad arcate già  appresa dagli etruschi.

I ponti costruiti dai romani furono circa 2000, e molti di questi sono ancora oggi non solo visibili ma anche utilizzati!
Le costruzioni di strade sui terreni paludosi prevedevano sostegni che permettevano di camminare in alto, anche 2  metri più in alto del livello della palude!

Queste strade erano  particolarmente impegnative da costruire, erano una sorta di  “investimento nel tempo” quindi, con la lungimiranza dei romani,  venivano eseguite solo nel territorio italico, se si rendeva necessario  costruire una strada su terreno paludoso in una zona conquistata, per  raggiungere magari delle colonie commerciali, venivano preferibilmente  scelte altre soluzioni, come lunghi ponti di legno.
Se la strada incontrava un ostacolo  diverso, come grossi massi o terreni montuosi, il terreno veniva  sbancato e potevano essere costruite delle gallerie, interamente scavate  a mano.

La strada doveva procedere dritta, erano gli ostacoli a doversi  fare da parte!
Ai bordi delle strade si trovavano le pietre miliari,  ossia delle colonne che segnalavano la distanza in miglia, l’unità di  misura adottata dai romani,  dal “miliario aureo” posto nel Foro Romano,  queste indicazioni erano molto utili alle legioni romane che potevano  facilmente calcolare la distanza da Roma in qualsiasi punto si  trovassero. Ogni 20 km esistevano poi delle stazioni di posta,  luoghi dove ci si poteva fermare per fare ristorare i cavalli o gli  animali, riparare eventuali danni ai carri e magari fermarsi a mangiare  qualcosa all’osteria o pernottare nella locanda.

Non erano certo luoghi  raccomandabili, piuttosto malfamati e frequentati da gentaglia.
In una giornata di marcia l’esercito  poteva percorrere circa 30 km al giorno mentre un soldato o un  messaggero a cavallo poteva percorrerne anche 200.
Le strade potevano essere gravate da  diritti di servitù che decretavano il diritto di passaggio all’interno  di terre private e che poteva avvenire a piedi o in carro, se di  larghezza adeguata.

Il diritto romano fu il primo a occuparsi della  tutela del cittadino stabilendo minuziosamente ogni aspetto delle leggi.

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