De Ficchy Giovanni

Giornalista esperto di economia e attualità

Trump è espressione di tutti i fondamentali e più classici carismi americani: lo spirito di indipendenza proprio del Texas, il valore dell’autarchia fondiaria, lo slancio eroico-onirico proprio dell’espansione verso il West, la necessità di produrre continuamente miti, obiettivi, traguardi.

 Proprio per questo hanno reagito votando non un uomo ma il simbolo della loro volontà di riscatto, un’icona del “sogno americano” e dell’America quale produttrice di miti: Donald Trump.

il prossimo presidente degli Stati Uniti avrebbe le idee molto chiare su come muoversi.

Una rivoluzione copernicana quella di Trump: l’America che si presenta forte come risorse, non solo come tecnologia e visione strategica.

Ad esempio ha scelto uno dei suoi più stretti collaboratori degli ultimi anni nonché consigliere per l’economia, Scott Bessent, come segretario al tesoro.

Bessent è un manager di fondi speculativi che deve la sua carriera a una collaborazione decennale con il finanziere George Soros, si dice che possieda una grande quantità di criptovalute.

La figura di Soros è al centro di una galassia di teorie del complotto condivise da molti partiti della destra populista internazionale, che lo dipingono come un finanziere intento a decidere il destino delle nazioni attraverso i suoi investimenti. 

Da qualche tempo ,dopo aver rotto con Soros, si è avvicinato al partito Repubblicano diventando uno dei principali consiglieri economici di Trump.

In precedenza aveva sostenuto la campagna democratica di Al Gore nel 2000. ed era vicino ai democratici.

Ha individuato “tre linee guida”, tre direzioni, come quelle indicate dal premier giapponese Shinzo Abe nel 2012, che gli Usa dovrebbero seguire;

Per prima cosa Ridurre il deficit pubblico sotto il 3%;

Poi Stabilizzare la crescita reale al 3%;

  • Infine Aumentare la produzione e l’esportazione di petrolio.

 Joe Biden ha ottenuto i risultati economici mediocri negli ultimi anni con una grande spesa pubblica che ha portato il rosso di bilancio al 6,7% del Pil

Per chi conosca la storia anche il grande Lincoln fu per necessità un protezionista e fece la sua guerra industriale contro gli gli Stati Confederali proprio per imporre i dazi anti-britannici e anti-europei.

Hegseth,  il nuovo segretario alla Difesa Usa definito come una persona “tosta, intelligente e un sostenitore convinto del movimento America First”.

Ha pubblicato “American Crusade”, nel quale si scaglia senza mezzi termini contro il jihadismo e chi vuole imporre la religione islamica come sistema di governo in tutto il mondo.

Hegseth accusa direttamente i rappresentanti delle associazioni islamiche di sfruttare la “tolleranza” americana per far passare comportamenti inaccettabili per ogni altro cittadino americano. 

A sentire lui, i nemici dell’America sono due: le ambizioni egemoniche del Partito Comunista Cinese e il movimento jihadista. Con entrambi non si può scendere a patti: vanno “esposti, marginalizzati e schiacciati”. 

Come riportato in un articolo di Forbes, ha le idee chiare su come ripulire le forze armate: licenziare i generali woke e cancellare le iniziative DEI da subito.

A suo dire, la frase più stupida che abbia mai sentito in ambito militare è che la “diversità ci rende forti”.

La domanda da rivolgergli ; lo scontro militare con la Cina sarà solo rinviato o anche definitivamente accantonato?

Il discorso del 6 novembre è già un discorso storico di portata mondiale, epocale e presenta tre pilastri chiarissimi:

  1. la pace quale riassetto geopolitico con la possibilità di una nuova Yalta (provvisoria ma decisiva);
  2. il lancio di una nuova rivoluzione tecnologica sia in campo militare che a livello socio-economico (Trump che cita i droni sperimentali di Musk);
  3. gli Usa quale prima potenza aurea al mondo con le loro 8.133 tonnellate di oro fisico detenute. 

Di Admin

Scopri di più da Giornalesera.com

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere