
Possiamo capire che il nostro pensiero funziona a strati. Diremmo che a seconda delle risorse attenzionali che rivolgiamo a ciascuno strato e del contenuto che si genera e si elabora in ciascun sedimento, riconosciamo questi diversi strati a volte così diversi tra loro.
Come nel terreno esistono strati più profondi e altri più superficiali, anche nella nostra coscienza si creano pensieri diversi a diversi livelli di profondità. Infatti, come sulla terra, con i suoi strati e le particolarità di ciascuno, la nostra mente, la nostra coscienza e il nostro pensiero sono distribuiti in questi curiosi strati. Analizziamo alcuni di questi ; Forse identifichi che dedichi troppo tempo ad alcuni di essi…
Lo strato più superficiale è rappresentato dal cosiddetto «Preconscio», vale a dire tutto ciò di cui possiamo facilmente essere consapevoli ponendovi una certa attenzione. Qui si lavora sul collegamento con l’esperienza immediata. Il cervello è dedicato all’elaborazione degli stimoli nella memoria a breve termine. Cioè, ciò che stai vivendo, lo stai elaborando. Questa coscienza è quella del qui e ora.
Ci sono davvero persone che hanno difficoltà a rimanere in questo livello di pensiero e a connettersi con il momento. Queste menti hanno difficoltà a vivere la percezione del qui e ora e tendono ad abbassarsi, al riflessivo. Ci sono anche altre persone che rimangono intrappolate in questo strato, incapaci di scavare più a fondo, a volte per paura di ciò che potrebbe esserci laggiù.
Ad un livello appena un po’ più profondo vi è l’«Inconscio Comportamentale» lavoriamo su quello che stiamo pensando ma non lo diciamo ad alta voce, cioè la maschera, i modi di fare e i comportamenti relazionali con i quali ci esibiamo al mondo e di cui siamo abitualmente inconsapevoli. Ciò costituisce una serie di tratti che costituiscono la struttura del nostro carattere, uno schema rigido e fissato fin dalla fanciullezza. Il carattere costituisce il nostro meccanismo difensivo per eccellenza, cioè il modo in cui poniamo una barriera fra noi e il mondo in modo da non sentirsi vulnerabili o indegni di amore.
A questo punto, le persone a volte mostrano comportamenti che hanno poco a che fare con ciò che stiamo realmente pensando. È uno strato curioso e molto caratteristico del comportamento sociale e dell’adattamento alle persone con cui interagiamo. Siamo in grande difficoltà a diventare consapevoli di questa struttura (anche quando ad un occhio esterno sia perfettamente visibile), perché riconoscerla vorrebbe dire mettere in discussione ciò su cui fondiamo l’intera nostra vita relazionale e sociale. Il problema solitamente si presenta quando la differenza tra ciò che accumulo e ciò che esprimo è così grande da condannarci alla frustrazione…
Ad un livello ancora più profondo vi è l’«Inconscio Emozionale», il rimosso, cioè i profondi vissuti affettivi che l’individuo ha dovuto allontanare stabilmente dalla coscienza, insieme ad un’intera gamma di contenuti legati a quelle esperienze.
Evoca l’introspezione…la profondità…La parte della mia mente che è già abbastanza lontana dalla superficie, dove lavoro di più con il passato o il futuro perché sono così in basso che non incorporo materiale o informazioni sul presente. Uno strato utile per riflettere sulla vita e su se stessi ma pericoloso se ci si scende troppo o per troppo tempo. Talvolta, tali contenuti psichici possono affiorare alla coscienza, in momenti in cui la censura è allentata, in uno stato fortemente emotivo, durante il sonno o sotto l’effetto di alcol o droghe.
Qui c’è una evidente disconnessione . E ci sono persone che vivono lì a causa di diversi disturbi. Si verifica, ad esempio, in caso di depressione grave e trauma. Ed è importante lavorare per salvare quella persona dall’oscurità laggiù.. L’individuo ha bisogno di compiere un duro Lavoro di conoscenza di sé per riappropriarsi di questo spazio di consapevolezza, che lo condurrà ad un fondamentale possesso di sé.
Oltre questo strato inconscio si apre il campo dei profondi processi bioenergetici che formano l’«Inconscio Energetico». Per inconscio energetico intendiamo la controparte energetica dell’inconscio stesso, ovvero il modo in cui tutti gli schemi, le convinzioni presenti nel profondo interagiscono con il nostro corpo energetico e influiscono sul nostro percorso di crescita personale.
Sto parlando dei flussi dell’energia vitale nell’organismo, spesso inibiti o bloccati, disordinati o sfrenati, oppure congelati, somatizzati o cristallizzati in un’area del corpo. Questi flussi si esprimono attraverso sintomi somatici, anomalie del movimento, trasformazioni morfologiche, disfunzioni, fino a vere e proprie patologie organiche. In definitiva, come ha scoperto Wilhelm Reich, il campo del funzionamento bioenergetico è molto più ampio del campo puramente psichico e lo comprende al suo interno.
Spesso non è possibile intervenire su questi processi energetici attraverso un lavoro puramente psicologico, ma solo attraverso un mirato approccio somatico. Solo dopo un ulteriore lungo e impegnativo Lavoro, l’individuo sarà in grado di riscoprire la naturale saggezza del corpo, che si manifesta nella grazia dell’espressione di sé e in un generale benessere psicofisico.
L’ultimo strato inconscio riguarda l’inconsapevolezza dei legami energetici sottili tra l’individuo e il mondo. Può essere definito «Inconscio Spirituale», il dissolvimento del quale conduce alla coscienza cosmica, o coscienza dell’Unità, cioè al totale risveglio. Le percezioni descritte abbondantemente dai mistici di ogni tempo e di ogni cultura si riferiscono invariabilmente a esperienze che riguardano l’interconnessione di tutte le cose. É come riappropriarsi di un vero e proprio sesto senso, che l’individuo ordinario ha totalmente perduto.
Uno degli aspetti fondamentali del risveglio è la gioia, che è una qualità tipicamente spirituale: non è né piacere (un semplice acquietamento di una tensione fisica), né euforia (che rappresenta un’eccitazione emotiva), né appagamento (una gratificazione mentale, dell’ego). La gioia è una pienezza interiore, profonda, che è anche pace, benevolenza, simpatia con il mondo.
Ogni essere umano dovrebbe confrontarsi con la propria Ombra, se vuole sinceramente cominciare ad essere consapevole di Sé. Già, perché l’uomo è tale nella sua interezza, nella somma di tutte le sue parti, di tutte le sue sfumature e declinazioni: il Sé è il sistema-uomo e più aumenta la consapevolezza di Sé, più costui si espande, aumenta la sua frequenza vibratoria, cresce e crescendo influenza chi incontra, chi gli sta accanto, l’Altro da Sé; e chi incrocia il proprio sguardo con una persona consapevole di Sé ne rimarrà segnato per sempre, nel profondo.
Otiaky Chong.

Bibliografia :
L’Io e l’Es . Libro di Sigmund Freud. Bollati Boringhieri.
LOWEN Alexander, Il linguaggio del corpo, Feltrinelli, Milano 2013
La bioenergetica: da Reich a Lowen Personalità e processi energetici
Espansione e integrazione del corpo in bioenergetica. Manuale di esercizi pratici. Alexander Lowen
Lavorare con il corpo per raggiungere consapevolezza e una salute vibrante.