
De Ficchy Giovanni

Abbiamo intervistato il Generale Vannacci, volevamo conoscere quale è l’aria che tira al parlamento europeo, ultimamente e come vengano interpretati i segnali che giungono da tutto il mondo in maniera oramai molto chiara.
Generale parliamo della Germania l’Afd è al 22% dei consensi, il dato più alto fatto registrare nell’ultimo anno. osa ne pensa?
parlando di questioni di casa nostra invece cosa ne pensa dell’avviso di garanzia alla premier Meloni?
Il dato dell’AfD al 22% dimostra chiaramente come sempre più i popoli sovrani, in questo caso i tedeschi, siano stanchi delle politiche lassiste della sinistra globalista e inconcludente e cerchino un’alternativa identitaria, patriottica, sovranista e determinata al rilancio economico del paese anche rottamando il green deal rivelatosi fra le più grandi truffe che l’occidente abbia subito dal dopoguerra a oggi. È la stessa ondata che vediamo crescere in Austria, Repubblica Ceca, Romania, Bulgaria, Slovacchia, Olanda, Francia e in altre nazioni europee: i popoli vogliono riprendere in mano il proprio destino e dire basta alla povertà, all’instabilità dettata da interessi non europei, all’immigrazione incontrollata, alla religione dei diritti umani e alla dittatura del politicamente corretto e della cultura della cancellazione. Il grande consenso riscosso da AfD smentisce anche la narrativa che sia un partito estremista poiché, considerato come punto di riferimento il pensiero-medio, un gruppo politico che occupa quasi un quarto dell’arco parlamentare non può essere considerato estremista così come non vengono considerati estremisti di sinistra i partiti Die Linke e SPD che oggi annoverano il 21% dei consensi nel lato opposto dell’emiciclo germanico.
Per quanto riguarda l’avviso di garanzia ricevuto dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, non conosco i dettagli specifici e tecnico-giuridici della vicenda che ha portato alla scarcerazione e al rimpatrio del cittadino libico Almasri avendoli solo superficialmente letti sulla carta stampata, non sempre foriera di verità assolute. Sono tuttavia sicuro che tutte le persone coinvolte avranno l’opportunità di chiarire i fatti contestati nell’interesse della verità e della collettività e mi auguro che gli accertamenti in corso, ancora una volta, dimostrino la piena legittimità delle decisioni politiche attuate. Da un punto di vista della bieca strumentalizzazione mediatica che è scaturita dalla vicenda, sono convinto che questa querelle porterà ancora più consenso alla destra e che questo esecutivo durerà sino a fine legislatura con un’ampissima probabilità per la destra di un’ulteriore conferma alle elezioni politiche del 2027. Se ne facciano una ragione.
– Inoltre volevo sapere cosa ne pensa del terzo mandato per i presidenti di regione?
La mia opinione personale è che le regole e le norme vadano rispettate a prescindere dalle contingenze e dalle realtà locali. Se esiste la norma per un doppio mandato deve essere applicata a tutti, nessuno escluso. Se invece la norma è considerata sorpassata allora si deve procedere ad una sua modifica a livello nazionale, per tempo, magari evitando di ricorrere ad espedienti dell’ultimo istante. Resta il fatto che la regola dei mandati come governatore debba essere valida per tutte le regioni, senza eccezioni.
– Infine pensa che si arriverà finalmente alla pace nel conflitto in Ucraina?
Me lo auguro dal profondo del cuore ma non sono convinto che la pace la vogliano tutti. La prosecuzione per oltre 3 anni del conflitto Russo-Ucraino è il risultato di errori geopolitici, ingerenze, mancanza di una vera volontà di negoziare e deliberata scarsa significatività dell’Europa. Finché continueremo a basarci sulla politica della “guerra ad oltranza” ignorando la situazione tattico-strategica, le conseguenze nefaste che tale conflitto produce in Occidente e, soprattutto, in Europa, la cruda circostanza che oltre tre anni di guerra non hanno portato ai risultati sperati dall’occidente e il pericolo di spiralizzazione in un armagheddon termonucleare allora resteremo ben lontani dalla cessazione delle ostilità. L’Europa dovrebbe smetterla di assecondare interessi altrui e pensare, prima di tutto, alla sicurezza e al benessere dei propri cittadini, alla propria ricchezza e alla propria prosperità. La pace si costruisce con il realismo, non con la propaganda. Paradossalmente l’amministrazione Trump potrebbe riuscire in questa impresa rendendo l’Europa ancora più ininfluente di quanto non abbia già dimostrato di essere.
– Come vede la vittoria di Donald Trump rispetto agli equilibri europei?
Un segnale chiaro che il mondo sta cambiando e l’Europa deve svegliarsi se non vuole sparire come entità dell’occidente sviluppato. Dobbiamo riappropriarci dei nostri valori, della nostra storia, cultura e identità giudaico cristiana, dobbiamo lavorare per i nostri interessi e smetterla di seguire ideologie degenerate e distruttive che altro non hanno fatto che ridurci più poveri, più instabili e meno liberi. L’amministrazione Trump sta dimostrando che si possono mantenere le promesse elettorali, che non esiste la verità di stato del fact checking, che l’immigrazione clandestina si può stoppare e che gli immigrati illegali si possono rimpatriare, che negare l’ideologia di genere non è né un reato né una discriminazione e che le relazioni internazionali si basano sulla reciprocità e sulla capacità ad imporre decisioni connesse con interessi nazionali non negoziabili. In sintesi, ci ha riportato nel mondo crudo, aspro e duro della realtà. Questo cambio di approccio da parte di uno storico e irrinunciabile alleato europeo è come un trillo di sveglia per il Vecchio Continente che deve cogliere l’opportunità per riprendere in mano il proprio destino e riprendere ad essere il protagonista del proprio futuro invece di subire le decisioni di altri e di seguire le agende, le priorità e gli interessi di terzi soggetti. Abbiamo cinque sfide prioritarie da vincere: la sicurezza dei cittadini europei, che ormai si sentono minacciati e vedono cancellato il loro abituale stile di vita; l’immigrazione clandestina, che sta minando lo stato sociale che ci siamo creati con il lavoro e il sudore dei nostri padri e dei nostri nonni (a noi il welfare non lo ha regalato nessuno); il prezzo dell’energia: che ci sta rendendo totalmente incompetitivi nei confronti delle altre realtà industrializzate del mondo; la guerra Russo-Ucraina e la stabilità del bacino del mediterraneo e del Medio Oriente, che riverberano le loro nefaste conseguenze su tutto il territorio europeo inibendone lo sviluppo, la produttività, il commercio e la prosperità; la scuola, che deve tornare ad essere una scuola di altissima qualità che prepara i cittadini e i professionisti del futuro senza farsi penetrare da buonismi, tolleranze e lassismi che andrebbero a minare il tessuto sociale e produttivo della nostra collettività.
Generale la ringrazio per la sua disponibilità, nonostante sia veramente molto impegnato, con il suo compito, e la verremo a trovare in seguito per conoscere e diffondere anche il punto di vista suo e della lega al parla mento europeo.