Nel 2025 le dinamiche geopolitiche evocano i rischi di un conflitto planetario con due blocchi contrapposti:

Asse A: Germania, Turchia, Cina

Asse B: Stati Uniti, Russia e Paesi mediterranei (Italia, Grecia, Spagna, Portogallo)

L’instabilità delle alleanze e la crescente tensione tra le grandi potenze alimentano uno scenario da “guerra fredda calda” .


Alleanze in bilico e attori ambigui

Francia: frammentata sul piano politico, rischia di trovarsi divisa tra due blocchi contrapposti. Non sembra in grado di affermare una linea autonoma coerente.

Regno Unito: dopo Brexit, incertezza sulle future politiche estere e crescente euroscetticismo potrebbero allontanare Londra dalla tradizionale alleanza con Washington.

Israele: agisce come attore flessibile e autonomo, trattando con tutte le parti pur perseguendo un’agenda esclusivamente nazionale.

Iran: potenziale partner tattico del blocco anti‑turco, in particolare nei confronti delle influenze di Ankara nel Vicino Oriente.

Donald Trump e Putin: retorica di ostilità ma rapporti riservati che lasciano ipotizzare una cooperazione implicita tra Stati Uniti e Russia .


Incidenti “grigio zona” e precipitare del conflitto

Due fronti navali diventano micce della crisi:

Taiwan e il Mar Cinese Meridionale: esercitazioni cinesi viste come preludio a un attacco, affiancate da attività di sabotaggio ai cavi sottomarini, con almeno cinque incidenti documentati attribuiti a navi collegate a Pechino .

Mar Baltico: danni sospetti a cavi tra Svezia, Finlandia, Estonia e Lituania riconducibili a navi collegate alla Russia o Cina .

Questi eventi rientrano nelle cosiddette tattiche “gray zone” di guerra ibrida, dove il sabotaggio tecnologico sostituisce lo scontro diretto .


Il ruolo strategico del Giappone

Il Giappone emerge come attore dialettico nel Pacifico. Nonostante la contesa irrisolta con la Russia sulle Isole Curili, Tokyo rafforza militarmente la sua presenza navale e digitale, consapevole dell’importanza del proprio posizionamento nel contenimento cinese e nella difesa del sistema ordinato regionale .


La “Trappola di Tucidide” e l’asse CRINK

L’ascesa della Cina e il rafforzamento della cooperazione militare-tecnologica con la Russia configurano un modello predittivo: quella della “Trappola di Tucidide”, ovvero l’inevitabilità della guerra tra potenza emergente e potenza dominante .

In parallelo si approfondisce l’idea di un’“Axis of Upheaval”, coalizione non formale tra Cina, Russia, Iran e Corea del Nord, nata per sfidare l’ordine occidentale .


Cronoprogramma (ipotetico)

Autunno/Inverno 2025: tensioni su Taiwan e Baltico, fallimento del dialogo multilaterale.

Inverno 2025–2026: sabotaggi ai cavi strategici, cyberattacchi, instabilità economica globale.

Primavera–estate 2026: coinvolgimento diretto dei Paesi mediterranei; la NATO si frattura.

Estate 2026: amplificazione dei riflessi socioeconomici: shock energetico, crollo finanziario, flussi migratori, crisi alimentari.


Impatti globali

Gli eventi attuali dimostrano come:

Una guerra tecnologica ibrida possa precedere o sostituire i conflitti militari convenzionali.

La sicurezza delle infrastrutture critiche, come i cavi sottomarini, sia cruciale per la stabilità internazionale .

La militarizzazione dell’economia russa, con spesa militare al 6 % del PIL nel 2025 e radicata nell’apparato produttivo, rende Mosca protagonista di lungo periodo .


Il confronto immaginato mostra come le ostilità di oggi siano alimentate non solo da ideologie o territori, bensì da un livello profondo di contestazione del sistema tecnologico, infrastrutturale, digitale ed economico mondiale. Lungi dall’essere dittata da confini fisici, questa guerra emerge come una lotta sistemica, dove la difesa, l’energia, il controllo digitale e narrativo determinano la sopravvivenza globale.


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