Mi chiedo sempre, e sono certo che non sono l’unico, perché il nostro caro Figo, protagonista indiscusso della scena politica italiana, sembri sempre attraversato da un’ombra di malinconia. Nonostante il suo stipendio da far invidia a chiunque altro, nonostante la sua vita apparentemente agiata e senza pensieri, c’è sempre quella leggera curva sulle labbra, quel sguardo lontano, come se stesse pensando a chissà quale tragedia greca piuttosto che a una delle infinite scelte da prendere riguardo alla sua carriera.

Insomma, è proprio difficile immaginare che un uomo con un’occupazione del genere — che per fare un confronto si avvicina di più a quella di un attore di telenovelas che a un vero lavoratore — possa avere tutte quelle tensioni interiori. Eppure, eccolo lì, con quell’espressione sofferente, come se fosse reduce da una maratona di meditazione trascendentale (che, tra l’altro, non pare nemmeno di moda al momento).

E così, ci ritroviamo a chiederci: “Figo, ma cosa ti turba realmente?” Ovviamente, potremmo pensare che le sue giornate siano pieni di stress insostenibile e di pesanti decisioni politiche, come scegliere tra un cappuccino o un macchiato durante la pausa caffè. Oppure, potrebbe essere che le riunioni interminabili di lunedì mattina lo abbiano trasformato in un’anima in pena. Ma dobbiamo ammettere che, in fondo, non è che stia realmente guadagnandosi il pane.

A questo punto, appare evidente che l’espressione di Figo potrebbe realmente derivare da un conflitto interiore che noi comuni mortali non possiamo nemmeno iniziare a comprendere. Sarà forse la consapevolezza di non aver mai fatto un cazzo, di sentirsi come un passeggero su un treno che corre a gran velocità verso chissà dove? Magari mentre gli altri si affannano a prendere decisioni importanti, lui si ritrova a riflettere sul senso dell’esistenza, mentre invece tutti noi sappiamo che il suo apporto è pari a zero.

Oppure, chissà, quella sua espressione potrebbe essere solo un riflesso della sua vita personale. Forse ha appena scoperto che il suo piatto preferito al ristorante di Montecitorio non è più disponibile. O magari ha avuto una discussione accesa su quale sia il miglior condimento per la pasta — un tema di vitale importanza, del resto. Di certo, c’è una lotta interna che ci sfugge: è possibile che la fame di approvazione, che tanto affligge i politici, si porti dietro un carico di ansia maggiore di quanto non pensiamo?

E mentre tutti noi ci affanniamo per guadagnare il nostro stipendio, sudando sette camicie, lui continua a fare la bella vita, perdendo tempo tra un tweet e una foto su Instagram, senza mai perdere quell’aria afflitta che lo contraddistingue. Magari è il peso della sua coscienza a schiacciarlo, ancor più di una sessione travagliata nella toilette di Montecitorio. Chissà, magari​ si rende conto di quanto, in fondo, sia facile giocare a fare il politico.

Certo è che, se fossi un collega di Figo, non perderei occasione per ricordargli che per guadagnare 15.000 euro al mese non è sufficiente sedersi alla scrivania e scrollare il feed di Twitter. In fondo, chi lavora dovrebbe avere un’espressione un po’ più soddisfatta, no? Ma forse Figo ha capito qualcosa che noi non capiamo: che la vera via per raggiungere il nirvana politico è mantenere quel mix di noia e angoscia. Una sorta di zen del politico, se vogliamo.

Insomma, ci troviamo di fronte a un dilemma esistenziale: Figo è davvero triste oppure sta semplicemente cercando di dare un tono all’immagine che vuole proiettare? E può un uomo che guadagna così tanto e non fa nulla, essere veramente felice? E se la risposta fosse sì, allora, che cosa significa veramente essere felici?

Alla fine, cari amici, mentre noi continuiamo a cercare di decifrare il mistero dell’espressione di Figo, possiamo solo sperare che un giorno questa nostra curiosità venga soddisfatta. Magari un giorno aprirà il suo cuore o, ancora meglio, dirà semplicemente: “Sapete, ho solo bisogno di un po’ di tranquillità dopo l’ennesima sessione nella toilette di Montecitorio.” Fino ad allora, continuiamo a chiederci e a sorridere, godendoci lo spettacolo di un uomo che si destreggia tra la vita pubblica e le sue tormentate esperienze personali. Dopotutto, ci sono ben poche cose più divertenti della politica.

Di Admin

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