Economia; L’economia Green favorisce Pechino.

De Ficchy Giovanni

Un recente articolo sul Financial Times, ribadisce la crescita impressionante dell’export del dragone asiatico.

Il nostro Paese negli ultimi anni ha visto lievitare il passivo commerciale con la Cina, sicuramente anche a causa di politiche pentastellate e dem, rispetto alle quali il Governo Meloni ha impresso un significativo cambio di rotta.

I governi occidentali si trovano ad affrontare complessi dilemmi commerciali nel promuovere l’adozione dei veicoli elettrici (EV) per ridurre le emissioni di gas serra. 

L’Unione Europea mira ad avere almeno 30 milioni di veicoli a zero emissioni sulle sue strade entro lo stesso anno.

Intelligenza artificiale, innovazioni, green economy, tutto lascia presagire un aumento delle importazioni in Europa di veicoli elettrici, turbine, pompe di calore, e così via, prodotti che in gran parte vengono fabbricati in Cina.

Una casa automobilistica cinese avrebbe nell’ultimo trimestre del 2023 superato addirittura la Tesla, secondo i dati rilasciati, ha venduto 3,02 milioni di vetture, superando nelle vendite di veicoli elettrici dell’iper innovativa e tecnologica impresa di Elon Musk. 

E’ ormai risaputo che la Cina ha un vantaggio competitivo sia in termini di costi che di know-how rispetto all’Unione europea e agli Usa.

Il dragone ha infatti fortemente sostenuto ed incrementato l’industria automobilistica, distribuendo sovvenzioni per un totale di 57 miliardi di dollari attraverso il “New Energy Vehicle Industry Development Plan”, tra il 2016 e il 2021.

Pechino ha una presa ferrea sul comparto delle materie prime e può garantire accesso, probabilmente molto favorevole, alle industrie greentech cinesi.

Materiali e linee di credito, perché anche le banche seguono le direttive del Partito comunista.

Infatti  il fortissimo sostegno del Partito-Stato al comparto verde ha consentito di abbattere significativamente i costi di prodotti essenziali per la transizione verde, come pannelli solari e auto elettriche, è anche vero che nello scorso decennio l’inondazione di pannelli sottocosto ha distrutto la filiera occidentale mandando fuori mercato i produttori. 

La legislazione dell’Unione Europea, purtroppo non permette alle aziende del vecchio continente di essere aiutate, di ricevere sovvenzioni, ossia aiuti di stato, dagli stati nazionali.

Inoltre la questione batterie che è molto importante in questo mercato, si conosce da varie indagini che il Dragone controlla praticamente la totalità della catena di fornitura delle batterie per EV, con percentuali che sfiorano il 90% e più della metà del mercato globale controllato dalle due maggiori aziende cinesi.

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