Il ricordo di un eroe dimenticato

Il ricordo di un eroe dimenticato

Di Michele Rignanese

In occasione del 25 Aprile è difficile non ricordare ad un secolo dalla sua prematura scomparsa l’ onorevole Giacomo Matteotti, segretario del partito socialista, giornalista e antifascista italiano, un martire che ha dato la sua vita per i suoi ideali di libertà sociale e spirituale, celebre la sua frase ‘Uccidete pure me, ma l’idea che è in me non l’ucciderete mai’.

Matteotti fu eletto in Parlamento per la prima volta nel 1919 nel collegio di Ferrara, venne soprannominato “Tempesta” dai suoi compagni di partito per il suo carattere battagliero e intransigente, si considerava un <<turatiano, riformista e gradualista>>, molto vicino al riformismo  di Turati, con cui si legò in una profonda amicizia. Il suo socialismo fu tuttavia diverso da quello del maestro: un riformismo anomalo, più pedagogico che politico.

Giacomo Matteotti rappresenta per chi ha lottato per  liberare l’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista, una icona, eppure il fatto che non ci siano eventi e celebrazioni che lo ricordino, sembra quasi che in qualche modo questo governo voglia silenziare la sua memoria.

Pochi giorni fa ha fatto molto scalpore il discorso censurato dalla Rai dello scrittore Antonio Scurati, un’ infamia che si discosta molto dalla libertà di opinione, ancor più perché il suo discorso richiamava il ricordo di Matteotti e delle stragi più efferate compiute dagli alleati di Mussolini.

Matteotti fu rapito e ammazzato il 10 Giugno del 1924 da una squadra di fascisti membri della polizia politica, capeggiata da Amerigo Dumini. La sua colpa era quella di essere stato l’ unico a denunciare gli abusi commessi dai fascisti per riuscire a vincere le elezioni.

Infatti solo qualche settimana prima il 30 Maggio del 1924  in un discorso che sarebbe rimasto famoso Matteotti prese la parola alla camera denunciando i brogli elettorali.

Questo il suo discorso:

‘Contestiamo in questo luogo e in tronco la validità delle elezioni della maggioranza l’elezione secondo noi è essenzialmente non valida, e aggiungiamo che non è valida in tutte le circoscrizioni. Per vostra stessa conferma dunque nessun elettore italiano si è trovato libero di decidere con la sua volontà. Vi è una milizia armata, composta da cittadini di un partito, la quale ha il compito dichiarato di sostenere un determinato governo con la forza, anche se ad esso il consenso mancasse’.

Terminato il suo discorso disse ai suoi compagni di partito:

“Io il mio discorso l’ho fatto ora voi preparate il discorso funebre per me”.

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