Chiesa cattolica e condanna dell’aborto

Dott.ssa Dimitrinka Yoradanova Comanducci

LUJAN, ARGENTINA – MARCH 08: A woman holds a rosary while she prays during a mass called by the Argentine Catholic Church in rejection of a bill proposed by President Alberto Fernandez to decriminalize abortion on March 08, 2020 in Lujan, Buenos Aires, Argentina. (Photo by Getty Images/Getty Images)

É stato recentemente approvata, dalla Chiesa cattolica, una assoluta condanna dell’aborto.

Si condanna in particolare la soppressione di una vita in sviluppo, se non giustificato dalla necessità di salvarne un’altra, quella della madre.

E lungi da questa osservazione quella di approvare o negare una precisa posizione, supportata da convinzioni che non recano danno, se non al nascituro.

Si desiderava solo paragonare tale posizione con altre situazioni, sulle quali la logica usata non pare debba essere applicata.

Per essere chiari, pare che ha migliaia di uomini e donne venga preclusa la possibilità naturale di avere figli, persino di compiere gli atti per averli, con la motivazione che la loro religione e la decisione presa di dedicarsi a tale religione, lo imponga.

Spiegateci quale è il motivo per cui tale decisione impone il divieto, ai religiosi cattolici, ma venga invece sguito da altre relatà religiose siano esse cristiane, abraiche, mussulmane etc., dove l’amore e la dedizione ai figli è un completamento del loro credo, anche religioso.

Comprendo che la giustificazione della libera scelta effettuata dal religioso, non trovi rispondenza statistica nella situazione della comunità ecclesiastica.  Dove poi è previsto, nel diritto di ogni donna o uomo, di “cambiare” nel tempo, senza essere espulso da tutto ciò che costituisce il suo credo.

In definitiva pare evidente che il divieto di avere figli, risponda ad una precisa volontà e sia imposta da antiche logiche e credenze che causano tante vittime morali e psicologiche, quanto ne genera un aborto vissuto in sofferenza.

In conclusione, credo che quanto decretato dal Vaticano apra quindi una porta alla riconsiderazione della posizione di religiosi e religiose attuali e futuri.

La presente considerazione prescinde da convincimenti religiosi ma è solo un esercizio di genuina logica intelletuale.

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