Libertà di stampa, un diritto violato dal regime cubano

Da Cubanet

Oggi, 3 maggio, Giornata mondiale della libertà di stampa, mentre il mondo celebra il coraggio dei giornalisti indipendenti e la loro lotta per la verità, a Cuba si perpetua una triste realtà: la repressione del regime di Castro contro coloro che osano far sentire la propria voce fuori dal discorso ufficiale.

Il governo cubano, nel disperato tentativo di mettere a tacere la verità, continua la sua implacabile persecuzione contro i giornalisti indipendenti e i media indipendenti come CubaNet.

Ci accusano di essere mercenari, di essere al servizio dell’”imperialismo”, di tradire “la rivoluzione”.

Ma è sbagliato cercare la verità e dare voce a chi non ne ha?

Al di là delle accuse assurde e logore, questa è la missione di CubaNet.

Il recente caso del giornalista indipendente Jose Luis Tan Estrada è un esempio lampante della brutalità del regime contro la libertà di stampa.

Durante la sua detenzione a Villa Marista – sede della Sicurezza dello Stato -, Tan Estrada è stato sottoposto a un bombardamento di disinformazione e diffamazione da parte delle autorità.

Gli scagnozzi di Castro hanno cercato di screditare Cubanet, definendolo un mezzo mercenario al soldo dell’imperialismo.

Ma la verità è che CubaNet è un mezzo impegnato nell’etica giornalistica e nella ricerca instancabile della verità, senza legami politici o economici.

La nostra unica lealtà è al popolo cubano e al suo diritto ad essere informato.

Altrettanto false e spregevoli sono le accuse secondo cui i giornalisti indipendenti sono traditori che hanno abbandonato la professione nella quale sono stati formati dalla rivoluzione.

Essere un giornalista indipendente a Cuba è un atto di coraggio e impegno per la verità, non un tradimento.

I giornalisti indipendenti sono i veri difensori della libertà di espressione, rischiando ogni giorno la vita per denunciare la realtà nascosta sotto il mantello della propaganda ufficiale.

L’affermazione secondo cui CubaNet intende danneggiare l’immagine della “rivoluzione” è un’altra palese menzogna del regime.

Ciò che cerchiamo è dare voce a coloro che sono messi a tacere, denunciare le ingiustizie e gli abusi di potere e promuovere un dibattito aperto e onesto sul futuro di Cuba.

Non abbiamo alcuna agenda politica oltre alla difesa dei diritti umani e della libertà di espressione.

Il governo cubano teme la verità perché sa che il suo potere si basa sulla menzogna e sull’oppressione.

Ecco perché ricorre a tattiche di intimidazione e repressione per mettere a tacere coloro che osano sfidare la sua narrativa ufficiale.

Ma non ci metteranno a tacere.

Continueremo a informare, denunciare e lottare per una Cuba libera e democratica.

In questa Giornata mondiale della libertà di stampa, invitiamo la comunità internazionale a essere solidale con i giornalisti indipendenti e i difensori della libertà di espressione a Cuba.

Non possiamo permettere che il regime continui a violare i diritti fondamentali del suo popolo in nome di una presunta rivoluzione.

È giunto il momento che il mondo dica basta e chieda un vero cambiamento a Cuba.

La libertà di stampa è un diritto umano inalienabile e non ci fermeremo finché ogni giornalista a Cuba non potrà esercitare la propria professione senza timore di ritorsioni.

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