L’islam? Incompatibile con il mondo occidentale .

Redazione

L’imponenza dei flussi migratori provenienti da paesi a maggioranza islamica e l’aggressività delle organizzazioni confessionali radicali ha portato la società occidentale a domandarsi se la relazione tra la civiltà islamica e quella occidentale possa darsi nella forma di un incontro o se essa debba essere necessariamente uno scontro. 

Per Don Antonino Crociata , esperto docente, storico, ed insigne  studioso dell’ Islam.

Il Jihad, infatti, è una “norma divina” che rende il musulmano osservante non solo un credente, ma anche un combattente pronto all’omicidio e al sacrificio della propria stessa vita per la causa di Allah.

Nel Corano ci sono però anche versi duri, detti anche “versi della spada“, in cui si invoca l’uccisione degli infedeli.

Questi versi furono utilizzati dai califfi per legittimare le loro mire espansionistiche.

Su questo tema il Corano è esplicito (süra 8:12-13).”

 “Questa süra, tradotta in italiano, così recita: “…io getterò il terrore nel cuore di quelli che non credono e voi colpiteli sulle nuche e recidete loro tutte le estremità delle dita…

Questo dovranno soffrire, perché essi si sono opposti a Dio e al suo apostolo, e che chiunque si opponga a Dio e al suo apostolo, sappia che Dio sarà violento nel punirlo”.

  Per i musulmani i “non credenti” (o “miscredenti”) sarebbero tutti i non musulmani, “Dio” sarebbe Allah e “l’apostolo” sarebbe Maometto”.

Non si può negare, però, che la sottomissione dei non musulmani (i cosiddetti “miscredenti”) alla legge islamica sia un obiettivo sempre presente nell’Islam. Ciò è per i musulmani un vero dogma di fede, anche se per noi è solo una pretesa ridicola.

Tra i musulmani, del resto, è diffuso anche il pregiudizio secondo cui, tutto sommato, noi cristiani siamo anche un po’ stupidi per il fatto che siamo sempre disposti a perdonare e a porgere l’altra guancia. 

Il loro obiettivo, come è noto, è la conquista del mondo intero.

In tal senso sono anche sognatori alquanto ottimisti.

l’Islam radicale sembra non esitare a esercitare con gesti sanguinari anche nei confronti di chi non vi appartiene, trovando nel Corano inequivocabile giustificazione alla jihad, la guerra santa.

Questo è il loro decalogo;

  • “Costruire moschee e centri islamici sfruttando, in  particolare, il diritto alla libertà religiosa nei Paesi di approdo, utilizzando segretamente a tale fine i finanziamenti occulti provenienti dal mondo musulmano (Arabia Saudita, Qatar, Fratelli Musulmani ecc.) e contemporaneamente presentandosi alle autorità di arrivo come “nullatenenti” allo scopo di potere ricevere contributi e agevolazioni varie;
  • Creare un’enclave musulmana ovunque possibile, vessando in vario modo i residenti autoctoni (auto incendiate, furti, devastazioni di simboli religiosi, di certe abitazioni, di esercizi commerciali ecc.) per costringerli a cambiare domicilio;
  • Istituire “di fatto” la Sharia nelle città o, almeno, nei quartieri da loro abitati;
  • Pretendere di essere considerati “vittime” tutte le volte che gli autoctoni cercano di affermare la propria identità non musulmana;
  • Resistere anche politicamente – cioè chiedendo tutela a certi partiti – ogni volta che qualche autorità costituita pretende il rispetto delle proprie tradizioni culturali e religiose;
  • Invocare il diritto alla loro libertà religiosa qualora le leggi e le tradizioni locali divergano dall’Islam;
  • Prendere il controllo progressivo della politica servendosi della democrazia per poi, alla fine, abolire la democrazia decretando la Sharia;
  • Sfruttare il welfare  dei Paesi di arrivo (sanità gratuita, reddito di cittadinanza, pensione sociale, benefici fiscali ecc.) per incoraggiare ancor più i flussi immigratori provenienti dai loro Paesi d’origine;
  • Servirsi della poligamia per far crescere numericamente la loro presenza nei Paesi occidentali con scarsa natalità autoctona e fare apparire tutto ciò come un apporto migliorativo della società e un ringiovanimento dell’età media nei Paesi ospitanti;
  • Imporre l’Islam anche con la violenza quando essi sono già in cospicua minoranza e, soprattutto, quando riescono a diventare maggioranza.

Questo “decalogo” è già in progressiva applicazione in alcuni Paesi europei e la sua attuazione è realizzata con uno stile dissimulatorio impressionante.”

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