Rai lo sciopero fa flop: “Ha vinto la libertà”

De Ficchy Giovanni

Segretario Nazionale Agi- Free Lance

I telegiornali in onda nonostante la proclamazione dello sciopero da parte dell’Usigrai, il sindacato (ex unitario) interno dei giornalisti.

Un avvenimento senza precedenti nella storia della Rai,una nuova realtà fatta di pluralismo anche sindacale.

Un fatto, questo, che avrà molte ripercussioni e che ha mostrato platealmente il nuovo assetto di potere dentro la televisione pubblica.

A sinistra lo definiscono «occupazione militare della Rai da parte delle forze post-fasciste», nel centro-destra lo chiamano «giusto riequilibrio dello strapotere delle sinistre degli ultimi decenni».

Si trattava di uno sciopero di natura squisitamente “politica”, al quale hanno risposto tanti colleghi giornalisti che sono stati presenti al loro posto di lavoro, tentando di fare il proprio dovere, senza paralizzare il servizio pubblico.

 Le edizioni del Tg1 e del Tg2 di mezzogiorno e ora di cena sono state confezionate in forma leggermente ridotta ma con servizi e collegamenti da ogni parte del mondo. 

Libertà, per un liberale, significa uscire dagli schemi, dalle convenzioni, da ciò che è socialmente ritenuto valido ma che, nel contempo, ingabbia e costringe dentro argini ben definiti.

 Essere liberi vuol dire, dunque, spezzare quegli argini, uscire da quella gabbia. 

La sinistra ritiene, che per essere liberi bisogna invece, basarsi proprio su schemi disegnati da altri, accodarsi, ed ingabbiare la propria creatività nell’ambito di ciò che ha in precedenza approvato.

Da liberale non posso che applaudire al nuovo corso che sta intraprendendo la Televisione pubblica.

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