Non è stato possibile parlare ad un ministro della Repubblica.

De Ficchy Giovanni

Contestazioni agli Stati Generali della Natalità quando la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella ha preso la parola e in platea sono stati alzati dei cartelli che formavano la scritta: “Decido io”.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha telefonato a Roccella per esprimerle solidarietà per quanto accaduto.

Il capo dello Stato ha evidenziato: “Voler mettere a tacere chi la pensa diversamente contrasta con le basi della civiltà e con la nostra Costituzione.”

A contestare la ministra è stato un gruppo di studenti.

Non appena la Roccella ha preso la parola sono partiti i fischi e cominciate le urla che hanno impedito che svolgesse il suo intervento. 

A quel punto la Roccella rivolta ai manifestanti ha preso il microfono e ha detto: “Ragazzi ma noi siamo d’accordo, ma nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne, proprio nessuno”.

Ma la contestazione è proseguita.

Una delle manifestanti ha parlato brevemente al microfono, ma poi è stata interrotta dall’organizzatore Gigi De Palo dicendo: “Questo però è un monologo”.

Gli Stati Generali della Natalità offrono un’importante opportunità per affrontare questa sfida, vitale per il presente e il futuro del Paese

Il vicepresidente del Consiglio in un video messaggio ha detto;

La denatalità è un grande problema sociale ma anche economico, le famiglie devono essere messe nelle condizioni di continuare a rappresentare il nucleo fondamentale della società.

La decrescita è un danno economico per la nostra Italia. Il rapporto famiglia-impresa è la chiave dell’economia: meno consumi ci sono, perchè diminuisce la popolazione, meno possibilità c’è di produrre, e si perde lavoro.

Bisogna mettere tutte le donne nelle condizioni di poter scegliere di essere madri e lavoratrici, non essere obbligate a fare una cosa oppure l’altra” 

Oggi l’Unione Europea è governata da politici, burocrati e lobbisti che promuovono senza scrupoli una serie di “anti-valori”:

  • Aborto come un “diritto umano fondamentale”
  • Indottrinamento LGBTQ nelle scuole di ogni ordine e grado
  • Censura e repressione delle opinioni considerate “omo-bi-lesbo-transfobiche”
  • Sperimentazioni Transgender sulla pelle dei nostri figli e nipoti
  • Laicismo ateo e relativista sempre più chiaramente anti-cristiano

Le grandi associazioni pro Aborto e Pro Gender, possono contare su enormi finanziamenti internazionali.

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